Shadow Show – La recensione

Shadow Show

Shadow Show, un volume di massima profondità dedicato ad un grande della letteratura, ad uno dei più grandi maestri della letteratura fantascientifica moderna: Raymond Douglas Bradbury, che ci ha lasciato il 5 Giugno 2012, all’età di 91 anni. Per chi non lo conoscesse di nome, sicuramente però non saranno sfuggiti i titoli o il contenuto dei suoi libri. Bradbury infatti fu autore di Fahrenheit 451 (che ora avrà una rappresentazione cinematografica grazie ad HBO), un mondo distopico dove i libri devono essere bruciati perché possederli o leggerli significa commettere reato, Cronache Marziane, dedicato alla futura esplorazione e colonizzazione del pianeta Marte, L’albero di Halloween, che pone una storia di un albero e di ragazzi in viaggio nello spazio e nel tempo come base per il concetto di confluenza storia delle tradizioni, e molti altri libri. Lo stesso anno della sua morte in USA, 26 scrittori contemporanei hanno dedicato dei racconti per omaggiare Bradbury e le sue illuminanti idee. La Nicola Pesce Editore dunque ci propone una raccolta di nove racconti estrapolati dai 26 e trasposti a fumetti in questa edizione cartonata pregiata sia per valore contenuto all’interno che per fattura.

Aprendo il volume, dopo l’indice con le varie storie contenute all’interno, troviamo una simpatica lettera dello stesso Bradbury:

“Dal giorno in cui sono passato a miglior vita, molta gente si è carinamente interrogata sul mio stato di salute e su dove fossi.” 

Così inizia la lettera, dedicata al luogo in cui è finito Ray, con chiaro riferimento al volume delle Cronache Marziane, e sarà una frase ed un concetto che sottilmente attraverserà quasi tutti i racconti: Dov’è finito? Dov’è andato? La lettera non fa altro che ironizzare la sua posizione attuale che verrà poi stemperata verso la fine con un racconto della sua infanzia che lo portò ad essere quello che lui è stato.

“Con Amore,

Siate immortali!

Vostro, Ray Bradbury”

Dopo queste parole si apre la prima storia del volume.

La riva del Lago Champlain

Questo racconto, di Joe Hill, fumettizzato da Jason Ciaramella e Charles Paul Wilson III ai disegni, credo raccolga in sé l’80% dell’essenza di Bradbury: troviamo poesia in una Bambina che stringe a sé un libro mentre scruta un lago dalla finestra, troviamo un tratto fiabesco e fantasioso con tonalità caute, non troppo sature ed uno stile semplice ma dettagliato, troviamo i sogni che nascono dalle scoperte, ma le paure che spesso si legano ai sogni infranti o a ciò a cui non si vuole credere. Ed infine, non per importanza, troviamo l’amore, l’Amore per ciò che si crede e che si fa.

 

 

L’uomo che dimenticò Ray Bradbury 

Neil Gaiman è autore di questo bellissimo racconto e credo che non c’è bisogno che dica altro. A parte gli scherzi, sceneggiato da Mort Castle e disegnato da Maria Frohlich, la storia non è altro che un monologo di questo personaggio che dimentica le parole, o meglio in questo caso un nome (ovvero quello di Ray Bradbury). Attraversando vari riferimenti alle sue opere, Cronache Marziane nel racconto Usher IIL’albero di Halloween, Fahrenheit 451, il protagonista affonda nei suoi ricordi e con associazioni mentali da una misera parola, cerca di ricollegare i vari pezzetti della mappa che lo riporteranno a ricordare il nome perso, per poterlo ricordare ai posteri. Il tratto non ha nulla di particolare, ma solo perché il soggetto qui sono le parole e la Frohlich riesce a rappresentare bene il flusso di coscienza del protagonista.

A ritroso a Siviglia

Il racconto ci porta su un piatto d’argento il complicato rapporto tra un genitore e la propria figlia, raccontando il tutto a bordo di una nave da crociera. Scritto da Audrey Niffeneger ed illustrato dalle poetiche immagini fotografiche di Eddie Campbell, la storia ci apre ai timori ed i rimorsi di una figlia, una figlia che probabilmente ha dovuto abbandonare troppo presto i suoi sogni, che ha subito delle delusioni troppo forti e che si ritrova a badare al padre anziano. Una donna che sa di aver perso e sprecato la sua vita, ma che nonostante tutto non fa nulla per rimediare se non rinfacciarsi i momenti più salienti per il resto della vita.

Immortale!

Dopo A ritroso a Siviglia, è il turno di questo magnifico racconto, di Sam Weller e disegnato da Mark Sexton, che, con un tratto semplice ma essenziale, ripercorre via via, sotto-forma di intervista con un giornalista, la vita di Bradbury, raccontata da egli stesso. Il titolo è un chiaro riferimento a ciò che ha spinto Bradbury nel mondo della fantascienza. Può sembrare dunque, un classico racconto in tutto e per tutto dedicato ad un uomo, ma invece non lo è perché contiene comunque oltre ad i vari riferimenti alle opere, ma soprattutto alle idee e all’amore che Ray Bradbury dedicava e provava per le sue opere. Qui è da dirlo: il finale è abbastanza inaspettato!

Chi Bussa?

Dopo un breve racconto in prosa dal titolo Estenuazioni, è il turno di Chi Bussa?, di Dave Eggers adattato da Sam Weller e con le matite decise di Matthew Dow Smith. Con chiaro riferimento ad Edgar Allan Poe, autore d’ispirazione per Ray Bradbury, questo racconto ci illustra a tinte fosche la vicenda di una ragazza in un lago che desidera solo trovare il suo angolo di silenzio e relax, guardando il cielo stellato. Se non fosse che quel lago nasconde qualcosa di misterioso. Con una linea inquietante, le tavole scorrono tra loro con un climax di tensione che si fa sempre più sentire fino alla fine che, bé, ve lo lascio scoprire da voi stessi!

Terra: Negozio di Souvenir

Si ritorna al tratto docile e cartoonesco sotto le matite di Christine Larsen in questa ironica storia di Charles Yu e sceneggiata da Mort Castle. Ritornano i temi fantascientifici e ironici di Bradbury con questo racconto che punta verso la satira del consumismo e dei vizi dell’essere umano. La Terra che in un lontano futuro viene abbandonata, sbeffeggiata e diventa alla fine un negozio di inutili souvenir, solo perché si sa, i souvenir li comprano tutti per ricordare qualcosa. Dietro il tratto, come detto prima, cartoonesco che si allinea perfettamente con la satira che vuole condurre.

Altenmoor, dove i cani ballano

Le parole di un bimbo ci trasporteranno in un mondo fatto di una malinconica e triste fantasia, un bambino che non vuole crescere, che non vuole diventare adulto ed accettare la realtà, ma vuole continuare a sognare, perché solo nei sogni trova quella piacevole convinzione che non tutto nella vita è perduto e non tutto è triste, piatto e malinconico come ci si aspetta che sia. Di Mort Castle, il tratto di S L Gallant è netto, deciso e distintivo, con colori vivaci, proprio per sottolineare la realtà dell’esistenza e che i sogni e le fansie non sono per tutti.

 

 

Intuizione

Il popolo dell’autunno è il racconto che ha ispirato l’ultima storia del volume, che ha ispirato Alice Hoffman nella scrittura di una storia che si inserisce in un periodo più o meno fondamentale di ogni essere umano: l’adolescenza. L’adolescenza è per ognuno quel momento in cui ogni sentimento ed emozione si mostra nuda e cruda per come è veramente, quel momento in cui si esce dal castello che ci si è costruiti, fatto di sogni e fantasie, e si trova la realtà vera, quel castello che ognuno di noi dovrà tenere protetto e saldo per il resto della vita. Come i serpenti fanno la muta, anche noi durante l’adolescenza attraversiamo quel periodo di cambiamento, di crescita. Il racconto affronta i concetti di perdita, la perdita degli amici, magari per l’attrazione verso una stessa persona. L’adolescenza e gli eventi contenuti in essa ci maturano, come sono maturi i testi di Sam Weller e Mort Castle, che insieme al tratto realistico e deciso di Chris Evenhuis, ci portano una magnifica storia di due ragazze dapprima amiche e poi, bé, che poi ognuna prende la propria strada bella o brutta che sia.

Shadow Show si dimostra essere quindi un volume all’altezza delle aspettative, che raccoglie delle bellissime storie che riflettono le idee e le influenze di Bradbury e che portano il lettore che non conosce questo autore alla curiosità delle sue opere e dei suoi scritti.

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