I 7 classici da (ri)leggere sotto l’ombrellone

  • Cercate un classico ricco di mistero e un pizzico di esoterismo? Il maestro e Margherita di Michail Bulgakov

    Trama

    “Il Diavolo è il più appariscente personaggio del grande romanzo postumo di Bulgakov. Appare un mattino dinanzi a due cittadini, uno dei quali sta enumerando le prove dell’inesistenza di Dio. Il neovenuto non è di questo parere… Ma c’è ben altro: era anche presente al secondo interrogatorio di Gesù da parte di Ponzio Pilato e ne dà ampia relazione in un capitolo che è forse il più stupefacente del libro… Poco dopo, il demonio si esibisce al Teatro di varietà di fronte a un pubblico enorme. I fatti che accadono sono cosi fenomenali che alcuni spettatori devono essere ricoverati in una clinica psichiatrica… Un romanzo-poema o, se volete, uno show in cui intervengono numerosissimi personaggi, un libro in cui un realismo quasi crudele si fonde o si mescola col più alto dei possibili temi: quello della Passione… È qui che Bulgakov si congiunge con la più profonda tradizione letteraria della sua terra: la vena messianica, quella che troviamo in certe figure di Gogol’ e Dostoevskij e in quel pazzo di Dio che è il quasi immancabile comprimario di ogni grande melodramma russo.” (Eugenio Montale)

  • Vi piacciono le storie per bambini ma che per bambini non sono? Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll.

    Trama

    In un “meriggio dorato” del 1862, come ricordato all’inizio del libro, Lewis Carroll si trovava in barca con un amico, la piccola Alice e le sue due sorelle, e per far divertire le bambine inventò una storia fantastica. Alice lo pregò di metterla per iscritto e il racconto fu pubblicato nel 1865 con il titolo “Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie”. Vi si narrano le vicende di una bimba di nome Alice, che nel giorno del suo settimo compleanno, seguendo un coniglio bianco con giacca e panciotto, precipita in un magico mondo sotterraneo, dove vive strabilianti avventure e incontra bizzarri personaggi, tra assurdità e paradossi di ogni tipo. Gli stravaganti protagonisti del romanzo non sono però così distanti dalla realtà, in quanto offrono una carrellata dei difetti e delle manie del genere umano, e numerosi sono i riferimenti a personaggi e avvenimenti dell’epoca. In tutta l’opera abbondano inoltre giochi linguistici e matematici, citazioni, nonsense e figure retoriche, che fanno di Alice nel paese delle meraviglie un capolavoro di originalità, da oltre 150 anni letto e tradotto in tutto il mondo.

  • E infine ultimo, ma non ultimo: Lolita di Vladimir Nabokov 

    Trama

    Sarebbe difficile, per chi non ne è stato testimone, immaginare oggi la violenza dello scandalo internazionale, per oltraggiata pruderie, che “Lolita” provocò al suo apparire nel 1955. E tale è l’abitudine alla sciocca regola secondo cui ciò che fa chiasso è inevitabilmente sprovvisto di una durevole qualità letteraria, tanta era allora l’ignoranza dell’opera di Nabokov che solo pochi capirono quel che oggi è un’evidenza dinanzi agli occhi di tutti: “Lolita” è non solo un meraviglioso romanzo, ma uno dei grandi testi della passione che attraversano la nostra storia, dalla leggenda di Tristano e Isotta alla Certosa di Parma, dalle canzoni trobadoriche ad Anna Karenina. Ma chi è Lolita? Questa «ninfetta» (geniale invenzione linguistica di Nabokov, poi degradata nell’uso triviale, quasi per vendetta contro la sua bellezza) è la più abbagliante apparizione moderna della Ninfa, uno di quegli esseri quasi immortali che furono i primi ad attirare il desiderio degli Olimpi verso la terra e a invadere la loro mente con la possessione erotica. Perché chiunque sia «catturato dalle Ninfe», secondo i Greci, è travolto da una sottile forma di delirio, lo stesso che coglie l’indimenticabile professor Humbert Humbert per la piccola, intensamente americana Lolita. America, Lolita: questi due nomi sono di fatto i protagonisti del romanzo, scrutati senza tregua dall’occhio inappagabile di Humbert Humbert e di Nabokov. Realtà geografica e personaggio sono arrivati a sovrapporsi con prodigiosa precisione, al punto che si può dire: l’America è Lolita, Lolita è l’America. E tutto questo, come solo avviene nei più grandi romanzi, non è mai dichiarato: lo scopriamo passo per passo, si potrebbe dire miglio per miglio, lungo un nastro senza fine di strade americane punteggiate di motel. “Lolita” apparve per la prima volta in inglese nel 1955 e solo dodici anni più tardi nella versione russa dello stesso Nabokov.

 

Quale libro leggere?