Crash Bandicoot 4 è il capitolo più bello e difficile di sempre.
Toys for Bob ce l’ha fatta: dopo aver dato nuova vita a Spyro, con Crash Bandicoot 4: It’s About Time sono riusciti a confezionare il capitolo più bello da giocare e al contempo stesso più tosto da completare della storia del marsupiale.
E lo ha fatto mettendo da parte tutti i capitoli meno fortunati usciti in questi 22 anni, che hanno man mano fatto cadere Crash in un oscuro baratro di mediocrità. Una vera e propria rinascita 22 anni dopo, con un capitolo ricco di citazioni e capace di esplorare a fondo l’epica del marsupiale inventato da Naughty Dog.
Disponibile dal 2 ottobre per PlayStation 4 e Xbox One, scopriamo insieme i punti di forza e quelli carenti di questa nuovissima avventura di Crash Bandicoot!
Versione testata: PlayStation 4 Pro
Dopo essere stati sconfitti nel finale di Crash Bandicoot 3: Warped, Cortex, N. Tropy e UkaUka cercano in tutti i modi di fuggire dalla dimensione in cui sono stati confinati. A 22 anni di distanza, Toys For Bob decide di ripartire esattamente da dove la trilogia classica di Naughty Dog si è fermata, non risparmiandosi però cammei e citazioni (o anche semplici battute) su quanto è successo alla famiglia del paramele arancione durante questo ventennio. La storia di It’s About Time è sicuramente il primo punto di forza della produzione, forte di un doppiaggio indovinato, di musiche strumentali d’atmosfera e ovviamente di un cast memorabile.
Il lavoro di Toys for Bob però non si è fermato a qualche easter egg: gli sviluppatori hanno infatti ben pensato di utilizzare questo quarto episodio anche come prequel della trilogia, nascondendo 21 videocassette all’interno di altrettanti livelli. Ogni VHS contiene un livello flashback, ambientato nel laboratorio di Cortex, e mostra gli esperimenti del dottore su un povero Crash prima della fuga nel capitolo del 1996.
Questo è solo uno dei segni con cui il team porge i suoi omaggi alla trilogia classica nel corso dei 38 livelli che compongono la modalità storia.
Oltre ai 21 livelli flashback, Toys for Bob si è fatta aiutare da Vicarious Visions (autori della N.Sane Trilogy) per ripensare in maniera N.Vertita i trentotto livelli della storia. Abbiamo così altri stage da esplorare e completare, versioni alternative di quanto già fatto, non una semplice modalità specchio ma proprio un’altra dimensione con novità di cui tener conto. Questo pacchetto, se unito ai molteplici collezionabili, va a giustificare il costo di vendita di It’s About Time. Ci troviamo di fronte a un quarto capitolo che in quanto a estensione supera l’intera trilogia originale.
Migliore in tutto quello che fa
Senza alcun dubbio posso affermare che Crash Bandicoot 4: It’s About Time è il capitolo migliore della serie, per lo meno dal lato del gameplay.
Pad alla mano Crash è fluido, veloce e a differenza della trilogia originale, preciso. Toys for Bob ha apportato numerose rifiniture nel gameplay, a partire dai salti che finalmente possono essere ben calibrati grazie all’introduzione di un’ombra cerchiata al di sotto dei piedi del marsupiale (comunque disattivabile per un’esperienza più hardcore). Poi c’è un re-design degli ambienti storici del brand, che fonde in maniera omogenea fasi in 2D a scorrimento a fasi a tre dimensioni, non dimenticandosi ne le fughe ne le cavalcate in groppa a Polar o a chi per esso.
Proprio parlando delle fasi in groppa a qualcosa, c’è quella che è l’unica magagna importante nel gameplay di questo quarto episodio. In questi frangenti Toys for Bob non ha calibrato alla perfezione le hit box che restano le stesse del movimento a piedi, impedendoci spesso di colpire nella maniera migliore gli oggetti da distruggere.
Un difetto che si nota qualora vogliate puntare ai tempi platino o a raccogliere tutte le scatole di un livello, e che spero venga patchato al più presto (sul Reddit dedicato al titolo se ne parla fin dall’uscita).
Oltre a raffinare il gameplay già esistente, troviamo nuove meccaniche che rinfrescano la formula naturale di Crash. Le maschere quantiche, protagoniste del titolo, permettono ai due paramele di cambiare drasticamente lo svolgere del livello: che sia facendo sparire o riapparire ostacoli, invertendo la gravità, aumentando la velocità di rotazione o rallentando il tempo, sfruttare i quattro poteri quantici darà ulteriore brio agli stage. Non farete in tempo a imparare un potere che il gioco ve ne butterà in faccia un altro per poi arrivare ovviamente al momento in cui dovrete utilizzarli tutti di seguito.
E se questo non vi dovesse ancora bastare, ci sono altri tre personaggi che cambiano ulteriormente la formula di gioco. Il rampino di Tawna, l’aspiratore di Dingodile e il blaster di Cortex permettono uno sguardo alternativo sui livelli già completati, oltre a essere protagonisti di stage dedicati. Dovrete imparare alla perfezione ogni singola meccanica di gioco perché si tratta dell’unico modo per raggiungere l’epilogo segreto.
Get good or Die Trying
Ed eccolo qui, l’altro aspetto dove Toys for Bob ha raccolto l’eredità di Naughty Dog: la difficoltà. Solo che questa volta non si tratta di una difficoltà artificiale, dovuta a una telecamera poco reattiva o a un salto poco preciso. Si tratta di difficoltà reale, crescente, incalzante, che pervade tutti i collezionabili di Crash Bandicoot 4.
Una difficoltà cinica, che rende il gioco complesso da portare al termine al cento per cento. Certo, se volete solo arrivare in fondo, fregandovene di casse, gemme e reliquie, salvo rari momenti verso gli ultimi livelli, la sfida è accettabile. Ma nel caso voleste arrivare al tanto agognato 106% che vi permetterebbe di vedere l’epilogo segreto, dovrete prepararvi a morire centinaia di volte. Vi servirà per imparare a menadito ogni singola sezione e completare ogni livello senza morire e raccogliendo tutte le casse.
Perché ancora una volta si tratta sì di memoria muscolare, ma anche di bravura, specialmente per le reliquie a tempo di platino. Toys for Bob è forse stata fin troppo cattiva coi presupposti per sbloccare l’epilogo segreto. I nuovi giocatori che sbatteranno la faccia contro questa difficoltà, potrebbero decidere di non portare a termine il gioco. Anche parecchi veterani potrebbero non trovarsi a proprio agio con un titolo decisamente più complicato della trilogia originale. In fondo nella N.Sane Trilogy, bastava collezionare le reliquie oro per ottenere il finale segreto: una sfida si difficile, ma non così ai limiti della follia.