Con questo quinto capitolo di DiRT, Codemasters consacra il genere off-road arcade!
Negli anni la serie videoludica di Colin McRae Rally è stata un punto di riferimento per i titoli rallistici. Sebbene dopo la scomparsa del pilota scozzese la serie a lui dedicata abbia perso il riferimento al suo nome, nello spirito la leggenda di questo pilota a continuato ad essere sempre presente, spingendo Codemasters a sperimentare titolo dopo titolo soluzioni che spaziassero fra la simulazione e l’accessibilità arcade tanto amata dal pubblico casual.
Fra capitoli più o meno riusciti, la serie di DiRT ha trovato finalmente la sua quadratura del cerchio. Arriva infatti sulle nostre console DiRT 5, un racing game dedicato alle corse off road che propone un gameplay sfacciatamente arcade, gemello diverso di quel DiRT Rally 2.0 che si era guadagnato il favore di critica e pubblico come simulatore di rally.
Allacciate le cinture, mani ben salde sul volante, e scopriamo in derapata questa nuova sfida che porta il nome di DiRT 5.
Versione testata: Xbox One X
Piloti si nasce
Togliamoci subito il dente:
DiRT 5 è racing sanguigno, un arcade sfacciato e viscerale, che si preoccupa di impressionare e divertire a discapito del realismo che spesso in altri contesti si cerca di raggiungere.
Come mai questa precisazione in apertura di recensione? Semplicemente perché DiRT 5 è un buon titolo di corse, di quelli che non si vedevano da tempo, e sebbene sia un diamante grezzo sotto alcuni aspetti, il suo obiettivo è quello di intrattenere, e a modo suo ci riesce alla grande.
È difficile entrare in sgommata nel mondo dei racing game ed ottenere risultati tangibili, vuoi per la saturazione del genere, fermo da anni al pit stop bloccato da idee e meccaniche sorpassate, vuoi per il poco coraggio nel cercare di rivoluzionare un genere che comunque continua ad essere apprezzato nonostante tutto, e dove i rischi si prendono là dove nessuno si aspetterebbe.
DiRT 5 decide di giocare in sicurezza tutte le sue carte, rimanendo in una comfort zone nella quale sa muovere i giusti passi, facendolo con semplicità e un po’ di ingenuità, a partire da una modalità Carriera fin troppo classica.
Impersonando un novellino delle corse su sterrato, dovremo costruirci un nome e una carriera, vincendo gara dopo gara e facendoci notare dagli sponsor. Una corsa al successo sullo sfondo di una faida tra piloti che vede il nostro mentore A.J. e Bruno Durand in continua lotta per il podio, in una storia che ci verrà raccontata tra i frammenti di un podcast radiofonico, che immortalerà le imprese dei due eterni rivali, fino al momento della nostra ribalta sulle scene.
E se l’intreccio si arena in sottofondo, la modalità Carriera non è altro che un susseguirsi di gare, oltre un centinaio, che in base ai nostri progressi si renderanno disponibili su una griglia a bivi, aprendoci nuove strade verso tutta una nuova serie di competizioni.
La storia si suddivide poi in capitoli, con un evento finale che servirà a consacrare i nostri risultati, ma per accedere al capitolo successivo, dovremo essere in possesso dei giusto quantitativo di timbri, ottenibili in base al piazzamento sul podio (da 1 a 3 in base all’arrivo al traguardo). Nella sua semplicità la Campagna rimane la modalità principale per godersi a pieno tutte le possibilità offerte da DiRT 5, affrontando tutta una serie di discipline che vanno ben oltre le solite sfide rallistiche.
Mentre Rally Raid, Stampede e Landrush sono modalità che negli anni abbiamo avuto modo di conoscere e amare, mettendo in scena serrate gare su piste dai fondali stradali più disparati, con tanto di bivi ed ostacoli, la vera novità di DiRT 5 è rappresentata da Path Finder. In questa tipologia di gare dovrete arrampicarvi su ripidissime pareti verticali, per poi scendere a rotta di collo su pendii scoscesi, il tutto con una visibilità ridotta del tracciato. In questo tipo di competizioni gli ammortizzatori del veicolo saranno messi a dura prova, e il minimo errore potrebbe compromettere il risultato finale.
Abbiamo poi IceBreaker, adrenaliniche e spettacolari corse su laghi ghiacciati, e Sprint, nelle quali siederemo su potenti mostri con le ruote, dove la vera sfida, sarà riuscire a mantenere in pista (su circuiti ovali) un mezzo instabile come un toro infuriato. Torna poi la Gymkhana, la modalità che più fra tutte mette in risalto l’abilità di controllo del mezzo, in arene ad ostacoli, dove dovremo cercare di compiere manovre tecniche che possano fruttarci diversi punti, necessari per vincere.
Completando le varie sfide, oltre ai timbri per poter progredire nel gioco, otterremo dei punti esperienza che andranno a formare il livello del nostro pilota, e a sbloccare nuove personalizzazioni estetiche, come nuove finiture e vinili per le auto, o elementi per la nostra scheda da pilota. Oltre all’esperienza guadagneremo anche punti reputazione, che serviranno ad incrementare il legame con gli sponsor. Selezionabili uno per volta, firmare un contratto con uno sponsor ci permette di ottenere maggiori guadagni in caso di vittoria, oltre a tutta una serie di personalizzazioni aggiuntive esclusive.
La meccanica dello sponsor risulta un po’ fine a se stessa, dato che non aggiunge assolutamente spessore al gameplay, ma è comunque un modo per ottenere qualche contenuto sbloccabile in più per le nostre auto. Sempre da sbloccare durante la Carriera abbiamo le Sfide, tet-a-tete con altri piloti con i quali confrontarci in accese sessioni a due. Con i soldi guadagnati potremo poi allargare il nostro garage, ospitando nuovi mezzi che ci permetteranno di essere più performanti in gara.
Il successo è solo l’inizio!
Archiviata la Carriera, che vi terrà impegnati per diverse ore per riuscire a completare il tutto, comprese le ostiche gare Sprint, DiRT 5 mostra un lato contenutistico ricco e completo.
Partiamo da Arcade, la modalità che più si presta al gioco in locale, sia in singolo che in split screen fino a 4 giocatori, cosa molto rara di questi tempi. Qua potremo scegliere se dedicarci al Gioco Libero, affrontando i vari eventi personalizzabili nel numero di giri, condizioni meteo e difficoltà, o nelle Prove a Tempo, un classico del genere automobilistico.
Più interessante invece Playgrounds, un potente e versatilissimo editor di tracciati che, sulla base di 3 template di competizioni (Gate Crasher, una corsa a checkpoint, la Gymkhana, e Smash Attack, un attacco al punteggio distruggendo più obiettivi nel minor tempo possibile) permette di dare sfogo alla fantasia nel creare il circuito dei propri sogni. Non meno importante la possibilità di condividere le proprie opere d’arte con tutta la community di DiRT. In tal senso è presente anche un motore di ricerca che ci consentirà di cercare scoprire un intero mondo di creazioni, con tanto di vetrina che evidenzia quelle più popolari ed amate.
Essendo DiRT 5 in primis un titolo di guida, non manca una modalità online che spinga l’acceleratore sull’aspetto competitivo del gioco. Scegliendo Gare, il matchmaking ci “butterà” in gara contro altri giocatori umani, in uno dei tanti eventi che il gioco ha da proporre e nei quali mettere alla prova le nostre doti al volante.
Torna invece la modalità Party che porta la sfida su un livello più leggero, e come suggerisce il nome strizza l’occhio al genere dei party game con 3 opzioni di gioco arcade, a partire da Vampire, nella quale ci ritroveremo a fuggire dai giocatori “infetti” cercando di non ritrovarci improvvisamente nel ruolo del “cacciatore”. Transporter invece rielabora il concetto di “cattura la bandiera”, recuperando un oggetto nell’area di gioco e depositandolo nel punto richiesto. Il trittico di modalità si chiude con King, nella quale i piloti dovranno cercare di proteggere per più tempo possibile una delle due corone, guadagnando così il maggior numero di punti per portarsi a casa la vittoria.
Easy right, Easy left
Passando a parlare del gameplay, DiRT 5 vanta un modello di guida arcade pulito e preciso, che permette un controllo dell’auto a dir poco millimetrico e totale, specie dove richiesto come nelle Gymkhane.
Rappresentando la quota arcade della serie DiRT, questo quinto capitolo estremizza tutto puntando sulla semplicità e l’immediatezza, con ottimi risultati.
Ad esempio anche se mancano opzioni dedicate al tuning dell’auto, si può intervenire su alcuni settaggi e scalare il gameplay arcade verso una soluzione meno assoggettata agli aiuti alla guida. I veicoli non vantano statistiche particolari ma vengono valutate principalmente per due valori, prestazioni e manovrabilità, che ne caratterizzano lo stile di guida.
Se è vero che fra modelli della stessa categoria le differenze fra un mezzo e l’altro sono minime, e maggiormente riscontrabili sulla qualità della derapata, con il cambio di classe si può assaporare al meglio tutta la fisicità delle auto e della loro reazione in pista, dalle agili auto da rally, qua proposte fra classici del passato e bolidi moderni, ai suv e crossover, veri e propri cassoni su ruote per affrontare al meglio i terreni impervi e sterrati.
Una proposta di circa 60 e passa auto, non troppo ampia rispetto ad altri racing game, ma abbastanza variegata per offrire ai giocatori una buona scelta in fase di pre-gara.
Come abbiamo accennato in apertura, DiRT 5 sceglie una strada abbastanza classica per la formula di gioco, sia per i contenuti che per il gameplay. Questo non è necessariamente un aspetto da valutare in negativo perché Codemaster ha deciso di operare su un altro livello, quello della spettacolarità della guida.
Ogni gara, anche la più semplice offre un track design sempre curato, dove l’ambientazione che ci circonda la fa da padrone ed infonde la giusta atmosfera. Particolarmente evocativi alcuni scenari come i laghi ghiacciati norvegesi, illuminati dallo spettro iridescente dell’aurora boreale che è possibile ammirare in notturna, o le italiche cave del marmo di Carrara, suggestiva location sulle Apli Apuane che ci vedrà sfrecciare come pazzi fra i blocchi di marmo e un terreno ghiaioso.
A contribuire a rendere sempre tutto sopra le righe, ci pensa il meteo variabile e il ciclo giorno/notte. Per quanto influiscano in maniera superficiale sul gameplay, sul lato della scenograficità e del divertimento fanno ottimamente il proprio lavoro. Pensate di iniziare una gara al tramonto, con il cielo carico di pioggia e pronto ad abbattersi mentre stiamo per compiere il nostro secondo giro. Arriva la notte, e la pioggia battente, la visibilità cala drasticamente e la pista si illumina solamente quando il cielo viene squarciato da un fulmine. Questo è solo uno dei tanti scenari in cui vi troverete affrontando gli eventi di DiRT 5, e vi assicuriamo che è un vero e proprio spettacolo per gli occhi.
Il tutto poi viene reso a video grazie ad un buon comparto grafico che viagga a cavallo di due generazioni di console. Su Xbox One X la resa finale è buona, così come il colpo d’occhio a gara iniziata. Ogni tanto c’è qualche elemento fuoriposto, per lo più texture dalla risoluzione “galeotta”, pop-up o artefatti video che sporcano un po’ la qualità dell’immagine o un’illuminazione non sempre precisa nel tracciare le sue ombre.
Nelle opzioni del gioco è possibile poi scegliere fra due modalità grafiche dedicate, decidendo se dare priorità alla qualità dell’immagine, quindi con un maggior numero di dettagli a video a discapito della fluidità, o preferire il frame rate stabilizzandolo sui 60fps ma abbassando la resa finale ed incidendo in maniera tangibile sui dettagli della pista. Fps che sulle console di nuova generazione salgono fino a 120, grazie alla maggior potenza di calcolo offerta dalla next gen.
Anche sul fronte sonoro abbiamo un titolo fresco, con una colonna sonora su licenza che propone playlist urban, che spaziano dall’elettronica, all’hard rock, passando per varie declinazioni del punk e del pop melodico. Nella versione originale le voci di A.J.e Bruno Durand sono rispettivamente di Troy Baker e Nolan North, affossati da un doppiaggio italiano dalla qualità non sempre convincente.