Dopo una pausa di 18 anni, R-Type torna con un nuovo capitolo.
Ultimamente sembra che la strada per riproporre classici del videogioco in era moderna sia quella di passare prima da Kickstarter. È stato così per Shenmue III, per Bloodstained che tentava di riesumare non ufficialmente la serie di Castlevania o il team di Playtonic Games con il loro “clone” di Banjo-Kazooie.
Oggi, dopo una serie di campagne riuscitissime, tocca ad un altro titolo storico essere “riesumato”, stiamo parlando di R-Type.
Dopo una lunga pausa durata 18 anni, Granzella Inc. riporta in vita una delle serie che ha fatto la storia dello shoot’em up, con un titolo che viaggia fra classicismo e scuola dello sparatutto a scrolling orizzontale.
Diamo il benvenuto a R-Type Final 2.
Versione Testata: PlayStation 4 Pro
Diciamolo pure. Il genere degli sparatutto è tragicamente morto.
Dalla Golden Age degli anni ’90, al perfezionismo stilistico dei primi 2000, questo tipo di videogioco è andato man mano spegnendosi, lasciando nei giocatori solo un amaro ricordo dei tempi che furono.
Ogni tanto anche il fan più nostalgico viene graziato da qualche uscita spatura, vedi le varie collection o remastered riproposta nel tempo, ma di uscite consistenti e di valore si contano sulle dita di una mano.
Ed è per questo che l’uscita di un titolo di rilievo come R-Type desta negli amanti del genere un interesse quanto mai spasmodico, una gioia nel mettere finalmente sotto i denti qualcosa di realmente nuovo, e si spera buono.
Con questo nuovo capitolo R-Type Final 2 mette in scena tutta l’azione sparatutto che la serie ci ha abituato negli anni, riproponendo tutti gli elementi classici che delineavano l’ex produzione Irem Software.
Per chi non lo sapesse, per quanto si presenti come un titolo dal gameplay abbastanza semplice all’apparenza, nasconde al suo interno una stratificazione fatta di decine di variabili che unite ad una difficoltà che non concede sconti a nessuno, rendono R-Type Final 2 un titolo allettante per chi è alla ricerca di una sfida degna di questo nome.
Una delle caratteristiche portanti della serie è la presenza del Force, un “pod” indipendente alla navicella che andremo a comandare e che può essere usato a nostro vantaggio in molteplici modi. Attaccandolo frontalmente ci fornirà potenza di fuoco aggiuntiva e, in base alla tipologia di fuoco raccolta vanterà ben 3 modalità sparo diverse. Il Force funziona anche come scudo, e grazie ad esso potremo sfruttare le sue doti difensive per assorbire alcuni colpi nemici, energia che verrà convogliata per attivare successivamente una “smart bomb”.
La particolarità del Force però sta nella possibilità di sganciarlo dalla navicella “madre” e di renderlo un elemento a se stante: ogni astronave selezionabile, a partire dalle 3 standard di inizio gioco, differisce per un Force che vanta caratteristiche diverse. Alcuni godranno di uno sparto ad area, altri si lanceranno sui nemici agendo in maniera automatica, altri ancora saranno pensati per un gioco sulla difensiva, fornendo maggior riparo dai nemici.
Ma le possibilità offerte dal Force non si fermano qua. Infatti attaccandolo nel posteriore della nave, potremo far fuoco sui nemici che ci arriveranno alle spalle.
Pur trattandosi di uno shoot’em up a scorrimento orizzontale, lo scorrere del piano di gioco prevede un’alternanza della direzione del flusso d’azione, con spostamenti multi direzionali. Così facendo saremo sempre pronti a rispondere alle esigenze di gioco in maniera più o meno ottimale.
Raccogliendo i potenziamenti il nostro mezzo si arricchirà di utilissime aggiunte, come una modalità di fuoco secondaria e un “bit”, un piccolo drone che ci fornirà ulteriore supporto durante le nostre partite. Come abbiamo accennato ogni Force dispone di un set preimpostato di modalità di fuoco, che varieranno a seconda del bonus raccolto. E starà al giocatore, partita dopo partita, cogliere quale variante faccia più al caso suo.
Ed è fondamentale investire le risorse raccolte durante le varie run per sbloccare una delle 99 navicelle disponibili all’interno di gioco. Un garage che raccoglie al suo interno diverse varianti, che si ramificano partendo dai modelli base disponibili ad inizio gioco, ma che offre pregi e difetti, nella ricerca della navicella più adatta alle nostre esigenze. Esiste poi la possibilità di personalizzarle in alcuni dettagli, e di deciderne l’aspetto, cambiando colore delle scocche e applicando decalcomanie e stickers acquistabili nell’apposito shop.
A livello di gameplay R-Type Final 2 offre una sfida decisamente al di sopra della media.
Il problema più grande non è tanto affrontare i vari stage, dato che una volta potenziati saremo macchine inarrestabili, ma cercare di non essere colpiti. Ogni partita è un “one shot”, dato che se verremo colpiti dovremo ripartire dall’ultimo check point raggiunto. Ed è qua che nascono le vere difficoltà. Una volta abbattuti perderemo tutti i potenziamenti collezionati fino a quel punto, obbligandoci ad affrontare la nuova porzione di gioco privi di qualsiasi bonus aggiuntivo fin tanto che non ne recupereremo di nuovi. Questo fa si che tutto diventi molto più impegnativo, con il rischio di finire in un loop di morti e crediti sprecati fino al prossimo check point.
Sarete così spinti a stare sempre estremamente attenti all’azione a video, ad imparare pattern d’attacco ed eventuali ostacoli che possano porre la parola fine alla vostra partita. Sarà quindi il caso di mettere da parte il vostro orgoglio di giocatori ed affrontare le prime run al livello di difficoltà più basso, così da prendere mano con la gestione dell’astronave, del Force e fare pratica con gli stage, per poi risalire e magari scoprire il punitivo livello “R-typer”.
Al cambiare della difficoltà cambierà anche la sequenza degli stage, così come quelli già affrontati presenteranno variazioni in alcuni elementi di design. Un esempio lampante è il primo livello, nel quale ad aspettarci troveremo il classico boss Bydo, che nella variante R-typer sarà bello vispo ad attenderci, fuori dalla prigione ghiacciata che invece lo ospita ai livelli più bassi. Insomma fra stage, difficoltà varie e astronavi da sbloccare, R-Type Final 2 vi terrà occupati per ore, specie se siete quel tipo di giocatore che vuole a tutti i costi completare il gioco con il minor numero di crediti possibili e magari piazzare qualche bel record.
Oltre a questo troviamo anche una modalità “score attack”, nella quale potremo cimentarci nello stage che vogliamo cercando di completare il livello selezionato con il miglior punteggio possibile. Le altre opzioni di gioco riguardano un pratico manuale digitale all’interno del quale sono indicate tutti i controlli di base e le strategie avanzate per avere la meglio durante le nostre partite, come la possibilità di sparare colpi caricati o modificare al volo la velocità della nostra navicella. Più di carattere eciclopedico la parte dedicata al museo, nella quale sono raccolte informazioni sulla storia del gioco e sezioni contenenti artwork del gioco o le varie mostruosità aliene che andremo ad affrontare.
Se invece siete alla ricerca di nuovi contenuti, è disponibile un Season Pass, che permette di aggiungere nel tempo, quando verranno resi disponibili, nuovi livelli, ripescati direttamente dal passato della serie ed adattati per questa versione “Final 2”.
Passando a parlare dell’aspetto tecnico del gioco il titolo Granzella Inc. si presenta bene con un design che ricalca quello del precedente “Final” senza però caricarne troppo la visuale di elementi distrattivi. Decisamente essenziale in alcuni passaggi, forse fin troppo, la causa di alcune scelte un po’ troppo minimal è sicuramente da ricercare in un budget non proprio stellare, che nonostante i buoni esiti della campagna Kickstarter, ha sicuramente influito nello sviluppo finale.
Buona invece l’effettistica legata all’azione di gioco, ma quella che va sicuramente premiata è l’attenzione al level design degli stage, con frequenti cambi direzionali o boss che richiedono di agire a 360° per essere affrontati. Abbiamo avuto modo di testare il gioco su PlayStation 4 Pro e a parte qualche sventolamento di troppo, anche in sezioni non troppo sospette, R-Type Final 2 “gira” liscio come ci si aspetterebbe.
Più anonima invece la colonna sonora che parte bene ma si perde strada facendo, forse anche per colpa della poca attenzione che gli si riesce a dedicare a causa del gameplay e della difficoltà intrinseca del gioco.
Il ritorno di R-Type non può che farci felici.
A 18 anni dall’ultimo capitolo, e con un genere che è praticamente morto e sepolto, R-Type Final 2 è l’ultimo baluardo degli shoot’em up a scorrimento. Il gioco è tremendamente impegnativo, e per quanto le basi di partenza siano accessibili a tutti, destreggiarsi all’interno degli stage diventa sempre più ostico man mano ci si avvicina verso il finale. Il tasso di sfida è alto, così come l’attenzione e la dedizione richiesta al giocatore. Ma è proprio qua che R-Type Final 2 dà il meglio di sé, stimolando ed invogliando i giocatori a fare sempre meglio. A patto che non spacchiate prima il pad dal nervoso.