MONARK – La Recensione

Monark

MONARK: è arrivato un nuovo JRPG demoniaco!

La situazione attuale dei JRPG è ben chiara a tutti. In particolar modo per quanto riguarda il modello “a turni” esiste un pre e un post Persona 5, che grazie al titolo Atlus, ha riscritto l’idea di gioco di ruolo moderno, portando avanti un percorso filosofico iniziato con Persona 3 e sviluppato nel corso dei successivi capitoli e rimaneggiamenti. Se da un lato Persona 5 è diventato il fuori classe che gioca un campionato tutto suo, con tanto di “concorrenza” intestina con l’ultimo capitolo principale di Shin Megami Tensei, il mare dei JRPG si è popolato di titoli più o meno ispirati al modello Atlus.

Fra esperimenti più o meno riusciti ad attirare particolarmente l’attenzione degli amanti dei JRPG è stato MONARK, nuovo esponente dei giochi di ruolo di matrice giapponese sviluppato da Lancarse e in arrivo su PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch e PC il 22 Febbraio.

Conoscendo l’ascendente del pubblico per Persona, Furyu e NIS America han ben pensato di sfruttare la carta “megaten” facendo leva su alcune figure del team di sviluppo, ex sviluppatori di Shin Megami Tensei, come specchietto per le allodole di ipotetici seguiti spirituali di alcuni giochi storici della serie.

Così facendo però MONARK ha creato delle aspettative che vengono un po’ tradite già nelle prime ore di gioco, quando verremo iniziati al racconto che farà da sfondo alle nostre avventure.

Release Date
22 Febbraio 2022
Sviluppato da
Lancarse
Distribuito da
NIS America
Piattaforme
PS4, PS5, Switch, PC
Versione Testata
PlayStation 5
Our Score
6.9
Sulla falsariga dei giochi della serie di The Caligula Effect, MONARK si presenta come l’ennesimo “Persona wannabe”, nel quale un’anomalia improvvisa pervade la Shin Mikado Academy, isolandola dal mondo esterno e mettendo a repentaglio la vita dei suoi studenti. Fra questi ci sarà anche il protagonista che andremo a controllare, un allievo della Shin Mikado Academy, il cui destino sarà quello di indagare sugli strani avvenimenti che stanno avvenendo all’interno della scuola, dove una fitta nebbia ha pervaso i corridoi dell’accademia facendo vacillare la sanità mentale degli studenti. E saremo in grado di farlo dopo aver stretto un patto con un demone che arriverà in nostro soccorso e ci permetterà di materializzare delle potenti armi grazie al nostro Ego, così da rivaleggiare contro le avversità della nebbia.

Abbiamo parlato di “Persona wannabe” proprio perché MONARK condivide diverse similitudini proprio sul piano narrativo con Persona 5.

Nel gioco dovremo affrontare i Pactbearer, delle entità umane fuori controllo che hanno stretto a loro volta un patto con alcuni demoni, i Monark che danno nome al gioco, e che usano i loro poteri per soggiogare la volontà degli studenti all’interno della scuola.

Nelle prime ore la mitologia di MONARK ci viene snocciolata davanti ai nostri occhi forse in maniera fin troppo confusionaria, tirando in ballo peccati capitali, ognuno dei quali ha ispirato i vari Pactbearer, demonologia e leggende urbane, quasi a voler continuamente rimarcare questo legame invisibile con la serie Atlus. C’è da dire però che nonostante questa esasperazione palpabile, il racconto inizia a svelarsi piano piano, e colpisce non tanto per i suoi protagonisti, che viaggiano il bilico fra cliché riciclati e bidimensionalità caratteriale, quanto più per i temi che vengono affrontati, che ruotano spesso intorno al sopruso dell’animo umano, al bullismo scolastico, al senso di inadeguatezza dei giovani e del peso dell’apparenza della società moderna. Ognuna delle sottotrame dei Pactbearer si svilupperà su uno di questi temi, che a loro volta trovano un forte legame con la simbologia dei peccati capitali.

Purtroppo però il racconto avanza fra alti e bassi, senza riuscire ad essere mai troppo incisivo o approfondire le backstory dei vari protagonisti. Spesso ci troveremo a prendere delle decisioni tramite risposta multipla, ma indipendentemente da quello che sceglieremo sembrerà che la fine del dialogo vada a puntare in un unica direzione, senza stravolgerne troppo i risultati. Superata la prima parte però avremo un maggior coinvolgimento narrativo, con tanto di storyline separate che porteranno ad assistere a più di un finale, alzando notevolmente le lancette del fattore longevità.

Di buono abbiamo apprezzato molto un tentativo di legare il racconto all’esplorazione dei dungeon, integrando la risoluzione di alcuni semplici enigmi alla lettura dei file testuali raccolti durante il gioco. Ad esempio in alcune situazioni dovremo trovare delle password per avanzare nel gioco, e per farlo dovremo recuperare alcuni dati andando a leggere fra le note collezionate. E situazioni come queste sono ben riproposte nel corso del gioco e sempre ben inserite nel contesto narrativo, stratagemma che richiede al giocatore di non distrarsi troppo e di analizzare sempre gli oggetti collezionati.

A parte questa trovata, il resto del racconto precede abbastanza per comparti stagni, alternando in maniera non sempre bilanciata narrativa e gameplay.

Ed è proprio questa parte ad essere l’aspetto più complesso e sfaccettato di MONARK, che si propone come un classico JRPG a turni, con una spiccata inflessione verso il genere strategico. Un sistema di combattimento che si radica nella storia lavorativa di Lancarse e che è facilmente comparabile, per capirsi al volo, a quello della serie di Valkyrie Chronicles.

Ma prima di addentrarci in questo campo facciamo solamente un passo indietro per quanto riguarda l’esplorazione dei dungeon, che altri non sono che le varie aree del complesso scolastico. Entrati nella zona confinata dalla nebbia, avremo poco tempo per trovarne la fonte e ristabilire l’ordine. Durante questa fase non potremo affrontare battaglie, o meglio, sarà bene evitarle in quanto i vari scontri, qua identificati come Death Call che arriveranno sul nostro telefono, saranno contro nemici troppo forti rispetto al nostro attuale livello. Una volta trovata l’origine della foschia, potremo ripetere in sicurezza lo scontro per poter guadagnare punti esperienza, ma su questo ci torneremo a breve.

Sul campo potremo sfruttare tutta la potenza del nostro Imagegear, l’armatura che ci consente di superare qualsiasi avversità. Essendo una manifestazione del nostro ego non ci sarà un vero e proprio sistema di equipaggiamento, ma questo migliorerà sbloccando nel tempo abilità e nuove mosse.

In battaglia, oltre ai vari protagonisti che ci accompagneranno di volta in volta, potranno unirsi a noi anche i Fiend, degli avatar che sbloccheremo con il progredire della storia e che ci daranno una mano durante gli scontri. Al contrario dei protagonisti i Fiend godranno di maggior personalizzazione, consentendoci di equipaggiare nuovi elementi estetici che incrementeranno le varie statistiche fisiche, oltre ad aggiungere nuove abilità oltre a quelle sbloccabili.

Iniziato lo scontro potremo spostare i personaggi del party nell’area di gioco entro i limiti della loro capacità di movimento, e Il posizionamento è il primo aspetto strategico del turno. Infatti a seconda di come ci porremo rispetto al nemico, aumenteranno i danni inflitti e le percentuali di riuscita della mossa. Posizionando invece 2 o più compagni nell’area dello stesso nemico si attiverà un attacco concatenato, che infliggerà più danni.

Quello che però delinea gli esiti dello scontro e che riprende un elemento narrativo della storia è il valore della Follia (MAD). Questa ha un doppio valore. Se nell’esplorazione il raggiungimento del 100% di follia porta ad un game over istantaneo (facendoci ripartire dalla clinica della scuola), in battaglia avremo 3 turni prima di perire, tempo che vedrà il nostro personaggio andare fuori controllo per tutta la durata dello scontro in una sorta di stato berserk. C’è l’Awakening, una seconda alterazione più lenta da attivare, ma che se raggiunta permette di “boostare” le statistiche, così come le abilità usate, azzerandone i costi di utilizzo. A completare il tutto, se attivate contemporaneamente si entrerà nella fase di Enlightment, un terzo stadio che riceverà ulteriori potenziamenti nonché abilità esclusive.

Per quanto tutto funzioni perfettamente sulla carta, a conti fatti il titolo di Nis America e Furyuu mostra più di un problema di bilanciamento, soprattutto nella prima parte del gioco.

Se lo stato della follia rischia di attivarsi fin troppo facilmente, per il risveglio invece dovrete faticare un po’ di più, e spesso vi capiterà di non riuscire a vederlo per svariate battaglie, dato che termineranno ben prima di essere vicini al suo avvio, avendo ben più probabilità contro i Pactbearer.

Sempre sul fronte del bilanciamento dobbiamo spendere qualche parola sulla curva della difficoltà di MONARK, e la si può notare fin da subito. Il tutto parte dal sistema di progressione dei personaggi e dal quantitativo di punti esperienza collezionati dopo ogni battaglia. Completato uno scontro riceveremo come in ogni JRPG dei punti, che contrariamente a come avviene di solito non permetteranno di salire di livello immediatamente ma andranno spesi in una sorta di Sferografia alla Final Fantasy X, dove ogni abilità rappresenta un nuovo livello del personaggio. Fin qua nulla di male, se non fosse che dopo i primi 10/15 livelli guadagnati la scalata al leve up si fa sempre più ostica, esigendo un quantitativo sempre maggiore di punti.

Il vero problema nasce quando vi accorgerete che i punti guadagnati fino ad ora vanno distribuiti con tutto il party, o almeno con i personaggi che desidererete usare, obbligandovi ad un estenuante processo di grinding per poter alzare il vostro personaggio anche solo di un livello. Oltre al danno, la beffa, i punti ricevuti in battaglia saranno sempre meno rispetto alle aspettative, rendendo obbligatorio spendere ore solo per raggiungere un livello necessario per superare un determinato scoglio.

E a questo punto vi domanderete: quanto è difficile?

Beh, senza lasciarvi troppo sospesi, MONARK fin da subito non nasconde la sua indole sadica, con picchi improvvisi fin dalle prime ore di gioco se affrontato sottolivellati. Per fortuna un buon sistema di salvataggio automatico e il replay dello scontro, rendono meno frustrante il tutto in caso di errori o morti improvvise, facendoci ripartire senza perdere i progressi fatti. C’è poi una modalità “facilitata” che abbassa i danni ricevuti dai nemici, ma è un palliativo che di fatto non influisce minimamente sul tutto il processo di farming o sul cattivo bilanciamento fra progressione e sfida.

Curiosi di provare MONARK ma non siete del tutto convinti dell’acquisto? Su PlayStation Store e Nintendo eShop è presente una demo del gioco che permette di mettere mano alle prime ore di MONARK e di portare i progressi fatti nel gioco completo. 

Sotto il profilo tecnico invece ci troviamo con una resa tutto sommato accettabile. Abbiamo avuto modo di provare il gioco su PlayStation 5, e come è possibile immaginarsi sull’ammiraglia Sony MONARK procede liscio senza intoppi, per “merito” di un comparto grafico modesto che non spinge più di tanto sull’hardware della console. Al di là della pochezza grafica, che in un titolo di questo genere non incide poi così tanto ai fini della valutazione, quello che più fa storcere il naso è la poca varietà nel realizzare le ambientazioni di gioco, che denotato un level design piatto e poco attraente, con location praticamente indistinguibili l’una dall’altra.

Non meglio invece per i modelli dei protagonisti e dei nemici, ottimi nel loro chara-design, ma completamente privi di carisma nella controparte poligonale, con un fastidioso effetto bambolotto incapace di trasmettere la minima emozione.
D’altro canto il comparto sonoro raggiunge il suo massimo climax nelle boss fight, proponendo una tracklist composta da brani cantati da diverse Vtuber giapponesi e che donano agli scontri maggior epicità e quello stimolo in più per godersi la battaglia. Presente il solo adattamento inglese, sia nei testi che nelle voci, con la possibilità di scegliere la traccia audio originale giapponese per quanto concerne i dialoghi.

 

MONARK è un esperimento purtroppo riuscito a metà. Da un lato abbiamo il tentativo di proporre un JRPG originale e che piaccia al pubblico, dall’altra una serie di intenzioni mancate e problematiche.
La storia è interessante ma sembra non riuscire mai a spiccare il volo, il sistema di combattimento ha diverse soluzioni ingegnose a livello di gameplay, ma vengono azzerate da un grinding che poteva essere evitato o quantomeno limitato, e anche la grafica, per quanto solida nella resa mostra il lato a diverse incertezze, specchio di un progetto probabilmente frenato da un budget limitato.

Buona la prima, ma con qualche riserva, con la speranza che Lancarse torni a lavorare sul progetto di MONARK cercando di sistemare tutti i problemi segnalati per tirare fuori dal cappello quello che potrebbe diventare un buon sfidante della serie di Persona/SMT.

MONARK è disponibile su PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch e PC dal 22 Febbraio.

Monark
MONARK – La Recensione
Pro
Molte idee interessanti a livello di storia e gameplay...
L'OST aggiunge spessore alle battaglie.
Artisticamente molto affascinante...
Contro
...che purtroppo non sono state sviluppate al meglio.
Il troppo grinding ammazza qualsiasi voglia di proseguire nel gioco.
...la resa poligonale non rende.
Picchi insensati di difficoltà.
6.9
Voto