Con Avatar: Frontiers of Pandora, Ubisoft e Massive Entertainment ci portano a scoprire il magico mondo creato dalla saga cinematografica di James Cameron su console e PC
Dopo aver tagliato il traguardo come film con il maggiore incasso al botteghino di tutti i tempi con la pellicola uscita nel 2009 e aver ricevuto un sequel che ha debuttato nei cinema nel 2022, la saga cinematografica di Avatar diretta dal celebre regista James Cameron (Terminator, Aliens, Titanic, True Lies) è tornata a farsi sentire anche in campo videoludico dopo la bellezza di ben 15 anni. Con la proprietà intellettuale nella mani di Ubisoft e il contributo del regista canadese, a dicembre è arrivato Avatar: Frontiers of Pandora, titolo canonico sviluppato insieme al team di Massive Entertainment, che ho potuto provare su PlayStation 5 grazie ad un codice gentilmente offerto dalla software house transalpina. E dopo aver speso diverse ore su Pandora, ecco quindi la nostra recensione del gioco.
Una volta iniziato il gioco, Avatar: Frontiers of Pandora ci porta in una regiona inedita del pianeta: la Frontiera Occidentale, che si pone come un ampio territorio diviso in tre zone, controllate rispettivamente da differenti tribù. Dopo aver scelto le nostre fattezze creando il personaggio tramite un editor in cui possiamo scegliere il sesso, la conformazione facciale, i capelli e la corporatura, scopriremo che il nostro/a protagonista è un orfano Na’vi, che abbandonato insieme ad altri ragazzini da piccoli, sono stati successivamente cresciuti e addestrati all’interno di un RDA (Resources Development Administration). Un RDA gestita da una corporazione militare di umani, capitanata dal direttore John Mercer, che ha come piano quello di addestrare soldati imbattibili.
Su Pandora però scoppia la guerra, e con l’insediamento che viene coinvolto in diversi scontri, Mercer dopo aver ucciso la sorella maggiore del protagonista, ordina di cancellare ogni prova del progetto e uccidere tutti i giovani Na’vi, che però riescono a salvarsi nascondendosi in capsule criogeniche. Passati 15 anni, il nostro protagonista e i pochi rimasti vivi, si svegliano e uscendo dalle capsule scoprono che la struttura militare è ormai in disuso, anche se le truppe di Mercer non hanno mai smesso di dargli la caccia. Dopo esser fuggiti dalla struttura grazie all’aiuto inaspettato del guerriero Na’vi, So’lek, quest’ultimo li conduce in una delle basi della Resistenza, portando di fatto i giovani ragazzi a conoscere la storia che si cela dietro le proprie origini, gli usi e i costumi, ma soprattutto ad unirsi alla lotta per la liberazione di Pandora. Ha così inizio Avatar: Frontiers of Pandora.
A livello di gameplay, il gioco di Massive Entertainment si presenta come un FPS dai tratti action/adventure ambientato in una mappa open world, che si ispira fortemente ad un’altra celebre saga di Ubisoft, Far Cry. Una volta scelto il livello di difficoltà tra: Bassa, Media e Alta, il nostro Na’vi potrà concentrarsi sia sulle missioni inerenti alla storia, sia su quelle secondarie in base alle nostre preferenze, per una durata di gioco di circa 40 ore e con la possibilità di giocare o in single player o in multiplayer cooperativo online, con la disponibilità del cross-play che vi permetterà di affrontare la campagna di gioco insieme ad un amico anche da dispositivi diversi. Una volta immersi nel gioco, per quanto riguarda le varie missioni, per muoverci al meglio nel mondo di Pandora dovremo stare molto attenti al sistema di progressione.
Questo sistema non solo determina la forza del nostro Na’vi, ma influenzerà anche ogni missione e i nemici che andremo ad affrontare, che saranno spesso e volentieri di qualche livello più alto (perlomeno all’inizio del gioco) facendo risultare così più complicate alcune delle missioni secondarie e invitandoci a proseguire nella storia senza allontanarci troppo da essa. Per aumentare il nostro livello ci basterà comunque portare a termine le varie missioni principali, secondarie e sfide di caccia, con il nostro Na’vi che di conseguenza guadagnerà diversi punti esperienza da spendere nel menù delle abilità, suddiviso in cinque categorie diverse: Sopravvivenza, Guerra, Caccia, Creazione e Rider.
Ognuna delle cinque voci, ovviamente avrà una sotto-categoria di abilità da sbloccare, come per esempio quella di aumentare la forza, la resistenza o la salute, o quella di migliorare le abilità di caccia, dell’hacking o dei movimenti. In aggiunta poi troviamo anche una categoria speciale: l’Abilità degli Antenati, dove grazie al ritrovamento di germogli di tarsyu sparsi nel mondo di gioco, connettendo il nostro Na’vi con questa rara pianta, ci permetterà di sbloccare delle particolari caratteristiche. Tra queste abilità uniche, che saranno ben 12, troviamo quella del doppio salto, la possibilità di lanciare i nemici fuori dagli esoscheletri, l’atterraggio morbido e i viaggi rapidi gratuiti per citarne alcuni.
Sopravvivere ai pericoli di Pandora non sarà facile, ma avremo la possibilità di utilizzare diverse modi per provarci, come il combattimento corpo a corpo e diverse armi, suddivise in tre tipologie di archi, lance e una fionda, o anche armi da fuoco come mitragliatrici, fucili a pompa, lanciarazzi e granate. Queste armi, ci permetteranno di liberare avamposti e affrontare al meglio i militari a piedi o muniti di esoscheletri meccanici, elicotteri e la pericolosa fauna selvaggia della Frontiera Occidentale. Il gioco inoltre ci pone davanti a molteplici approcci per il combattimento, dallo stealth all’uso dell’hacking attraverso dei mini-giochi, fino all’attacco diretto stile guerriglia. In aggiunta, Massive Entertainment ha inserito anche meccaniche survival in cui il nostro protagonista dovrà cacciarsi il cibo e recuperare piante specifiche per cucinarsi delle pietanze, dove combinando la diversa selvaggina ottenuta potremo ottenere dei boost utili per curarsi o aumentare temporaneamente alcune statistiche.
Non meno importante è anche il crafting, dove dovremo procurarci gli arbusti per creare le varie frecce da utilizzare per il nostro arco e gli oggetti e progetti in grado di migliorare le nostre armi e il nostro equipaggiamento. Per aumentare ancora di più quest’aspetto survival, gli sviluppatori hanno anche aggiunto la possibilità di rimuovere ogni indicatore su schermo, dando così modo al giocatore di servirsi solo di diversi indizi per raggiungere un determinato luogo o missione, godendosi appieno l’esporazione di Pandora. Esplorazione, che sfortunatamente si potrà effettuare solo a piedi, scorrazzando tra la varia fauna della frontiera per almeno 3/4 di gioco e che risulta talvolta frustrante nel coprire le lunghe distanze, visto che poi finalmente potremo sbloccare successivamente la cavalcatura volante del meraviglioso Ikran, migliorando decisamente gli spostamenti tra un luogo ed un altro.
Esplorare Pandora è una gioia per gli occhi!
Devo dire che a sorprendermi più di ogni altra cosa del gioco è stato il lavoro svolto da Massive Entertainment per quanto concerne il comparto tecnico, dove su PlayStation 5 il pianeta di Pandora prende vita grazie al nuovo motore grafico Snowdrop Engine, dotato di sistema di ray tracing accelerato e due modalità grafiche, una votata alla qualità grafica con fotogrammi a 30fps e un’altra impostata per massimizzare le prestazioni a 60fps. Più di una volta devo ammettere di essere rimasto folgorato da alcuni scorci, dalla verticalità degli scenari e dalla bellezza della natura che circonda il pianeta alieno, curata nel dettaglio e resa magnificamente dal nuovo engine e dall’ottima palette di colori, in cui il rendering del terreno, dell’acqua, della nebbia e delle nuvole, si adattano persino dinamicamente al mutamento delle condizioni meteorologiche del gioco e dell’ora del giorno.
Ottima anche l’immersione del controller DualSense di PS5, che offre ben 400 effetti sonori durante l’avventura e con il feedback aptico che riesce a creare un’esperienza tattile ricca di dettagli, facendo percepire la tensione dell’arco o il rinculo delle armi da fuoco grazie alla tensione dei grilletti. Buona e ispirata anche la soundtrack composta dalla compositrice turca Pinar Toprak (Justice League, Captain Marvel, Fortnite) e il doppiaggio inglese, con ottime interpretazioni dei vari doppiatori. A chiudere, ho trovato un buon lavoro svolto anche per il comparto online/multiplayer, dove non ho trovato particolari problemi di bug, glitch o cali di frame eccessivi.
Se graficamente Avatar: Frontiers of Pandora pone ben alta l’asticella, meno alta invece l’ho trovata sotto tre aspetti: il bilanciamento della difficoltà, la trama e l’esplorazione della mappa. Parlando della difficoltà, se è pur vero che si possono settare tanti aspetti per facilitare o meno l’esperienza di gioco, devo dire che l’IA nemica talvota è parsa frustrante da affrontare, soprattutto nella prima parte di gioco, dove con pochi colpi ci faranno secchi in pochissimi secondi. Un bilanciamento migliore non sarebbe stato male, visto che ripetere parecchie volte anche una missione secondaria mi ha portato spesso alla noia. La trama invece l’ho trovata sfortunatamente troppo sciapa, non riuscendo mai ad ingranare veramente e dare la giusta scossa nei momenti clou, vuoi perchè i nemici compaiono veramente poco o vuoi perchè risultano troppo poco carismatici a differenza dei Na’vi, che invece sono tutti caratterizzati in maniera sopraffina.
Anche la possibilità di sbloccare il volo troppo tardi, a mio avviso l’ho trovata una scelta completamente sbagliata, visto che quando entra in scena, migliora decisamente l’esperienza e l’esplorazione di gioco, evitando tantissime parti in cui devi correre da una parte all’altra della mappa e che mi hanno fatto storcere il naso più volte. Nonostante un comparto tecnico eccelso, ad ogni modo siamo ben lontani dalle promesse fatte dagli sviluppatori e dalle aspettative che questo gioco aveva creato, e soprattutto si poteva fare qualcosina di più per quanto concerne la trama e il suo sviluppo, ma bisogna ammettere che al netto di pregi e difetti, questo titolo va sicuramente a migliorare la formula vista e rivista in Far Cry, ed è già un’qualcosa di positivo.
Considerando tutti questi aspetti, ho trovato comunque il gioco di Ubisoft e Massive Entertainment un progetto riuscito a metà, che consiglio particolarmente agli amanti della saga cinematografica di James Cameron e dell’esplorazione, vista la cura riprodotta nei dettagli di Pandora e nella caratterizzazione dei Na’vi ch prendono totalmente ispirazione dai due film. Non ho dubbi che in questo caso, questo titolo riuscirà a regalarvi molteplici ore di divertimento e appagamento sia in solitaria che in compagnia di un amico. Se invece non siete amanti di giochi stile Far Cry, meglio evitare. A conti fatti, considerando l’uscita di altri due film, questo potrebbe essere solo il primo passo per aprire un franchise videoludico ambientato nel mondo di Avatar, che nonostante qualche inciampo qua è la, ha tutte le carte in regola per fare molto bene in futuro.
Avatar: Frontiers of Pandora è disponibile su Xbox Series X/S, PlayStation 5, Microsoft Windows e Amazon Luna.