Capcom Fighting Collection 2 – La Recensione

Capcom Fighting Collection 2

I picchiaduro Capcom tornano alla ribalta in Capcom Fighting Collection 2!

Negli ultimi anni si sta consumando una tendenza abbastanza comune, quella delle remastered e delle collection. Ogni mese qualche titolo del passato torna, svecchiato e spolverato qua e là per la gioia del grande pubblico nostalgico e non. Se da un lato abbiamo l’interesse da parte dei giocatori per scoprire e riscoprire in maniera del tutto legittima e pratica titoli che hanno fatto la storia del media, è un’ottima occasione anche per sviluppatori e publisher per battere cassa nei momenti di calma, offrendo contenuti di qualità e mantenendo vivo l’interesse verso certi prodotti.
Una di queste software house è Capcom, che ha abbracciato questa “filosofia circolare” del gaming che da anni si impegna nel riproporre ricche collection delle sue serie più famose, dai Resident Evil a Mega Man, passando per i più grandi successi delle sale arcade come Street Fighter. Capcom è sicuramente uno dei “big” del settore il cui passato è fortemente radicato nelle sale arcade e nei cabinati, il terreno di sfida dei suoi giochi più caldi.
E lo scopo della Capcom Fighting Collection è proprio quello di ripercorrere questo passato ormai lontano, un DNA quasi estinto al di fuori della madre patria giapponese, dove sebbene in crisi resta l’ultima roccaforte del divertimento da sala.

Dopo due raccolte dedicate principalmente a Street Fighter, Darkstalkers e Marvel VS Capcom, con questo secondo capitolo Capcom alza l’asticella della ricercatezza, proponendo diversi titoli di rilievo che si sono ormai persi nel tempo, in particolare quelli della fase 3D della casa di Osaka.

Tirate fuori il vostro arcade stick e preparatevi a suonarvele di santa ragione in Capcom Fighting Collection 2, che sarà disponibile su console e PC dal prossimo 16 Maggio.

Che nei piani di Capcom ci fosse un secondo volume era chiaro fin dall’inizio. L’operazione nostalgia avvenuta con le precedenti collezioni aveva avuto ottimi riscontri e il materiale proposto abbracciava gran parte della produzione arcade dei picchiaduro più conosciuti. L’idea di una nuova collection aveva smosso nei fan più navigati uno e un solo nome, quello di Power Stone. Nato nella fase più esplorativa e concettuale di Capcom, Power Stone rappresentava l’antitesi di Smash Bros. in chiave 3D, condividendone con il rivale Nintendo un’anima e un’attitudine da party game.

Il concetto di picchiaduro 3D si arrotondava per eccesso, rendendo il movimento libero in tutta l’area di gioco, con la comparsa di tanto in tanto di oggetti e power up da usare contro il proprio avversario, in accese sfide a chi collezionava per primo le tre pietre del potere che danno nome al gioco, permettendoci così di trasformare il nostro personaggio e sfruttarne i nuovi poteri. Nella sua semplicità era possibile poi interagire con l’ambiente circostante, raccogliere e lanciare elementi del fondale come sedie o tavoli, o ancora arrampicarsi su alcune strutture dello stage. Power Stone divenne un vero e proprio gioco di culto grazie anche alla sua conversione perfetta su Dreamcast, che nonostante la poca diffusione della console SEGA, rese possibile godersi il gioco in compagnia degli amici nel totale comfort casalingo.

capcom fighting collection 2

Qualche anno più tardi Capcom perfezionò la formula di Power Stone, in un seguito che aveva ben capito quali corde toccare, ovvero quelle del party game, che in questo secondo capitolo venivano estremizzate in un contesto assolutamente perfetto. I lottatori giocanti passarono da 2 a 4, gli oggetti in campo aumentarono a dismisura, aggiungendo nuove tipologie di armi, sia da contatto che da distanza e fu migliorata anche l’interazione con gli stage, che divennero interattivi, modificandosi nel corso della partita ed aggiungendo un elemento un po’ randomico agli esiti della lotta. Anche la struttura del gioco assunse connotati da avventura. I due personaggi che superavano la battaglia potevano scegliere quale percorso intraprendere, e la corsa verso il boss finale veniva ogni tanto messa in pausa da bonus stage nei quali i giocatori dovevano collaborare per sconfiggere una serie di nemici, con una netta virata verso il genere dei picchiaduro a scorrimento.

Nonostante tutto fosse perfetto, dalla realizzazione alla scelta dei personaggi e delle loro trasformazioni, ad un gameplay fresco e divertente di Power Stone abbiamo perso ogni traccia nel tempo, così come la speranza di vedere l’annuncio di un nuovo capitolo, che oggi come non mai potrebbe ritagliarsi nuovamente uno spazio tutto suo.

Un assaggio di Street Fighter in purezza lo abbiamo con il terzo capitolo della serie Alpha, qua nella sua versione Upper. Basato sulla versione su scheda Naomi di SEGA (e non su quella classica CP System II), questa rappresenta l’edizione completa di Street Fighter Alpha, che a differenza di quella apparsa nella Street Fighter 30th Anniversary Collection presenta nuovi bilanciamenti al gioco e una serie di personaggi giocabili aggiuntivi sbloccati fin da subito come Guile ed Evil Ryu.

Sempre restando con un piede infilato in Street Fighter, abbiamo i due capitoli di quello che fu uno dei più epocali cross-over di tutti i tempi. Chi frequentava le sale giochi negli anni ’90/’00 conosce bene la rivalità storica fra Capcom e SNK, dove per ogni cabinato di Street Fighter II se ne trovava almeno uno di The King of Fighters o Fatal Fury o meglio ancora Samurai Showdown. La sfida era ben accesa, e vedere le due software house collaborare insieme per creare il picchiaduro definitivo che fino a quel momento era soltanto il sogno bagnato di qualsiasi ragazzino dell’epoca è stato qualcosa di veramente segnante. Capcom vs SNK: Millennium Fight 2000 PRO univa il meglio dei due mondi, a partire dallo stile di gioco, Capcom Groove o SNK Groove, che modificava il sistema di gestione delle barre delle special a seconda quale delle due “casate preferivate”, con tanto di cambio artistico negli artwork del gioco.

Come spesso succedeva in questa tipologia di cross-over il gioco permette di selezionare un team di personaggi con il quale intraprendere la modalità Arcade. Capcom vs SNK: Millennium Fight 2000 PRO introduceva il Flexible Ratio System, un sistema di bilanciamento che assegnava ai personaggi un rank diverso in base alla facilità di utilizzo o alla sua potenza. Così facendo bisognava scegliere con cura se puntare su un team più numeroso o su uno virtualmente più potente, limitando nel caso in numero di personaggi, con la possibilità di spaziare da 4 ad un singolo lottatore. Anche graficamente ci trovavamo di fronte allo stato dell’arte della pixel art, che fondeva al meglio le cifre stilistiche delle due software house.
Inevitabile quindi un seguito a breve giro, dopo solo un anno, ma abbastanza corposo nelle modifiche al gameplay e non solo.

Capcom vs. SNK 2: Mark of the Millennium 2001 espandeva il concetto dei “Groove” passando dai 2 del primo capitolo ai 6 di questo seguito, con conseguente differenziazione nei vari stili e nell’approccio alla lotta. Anche Flexible Ratio System venne rielaborato, offrendo una maggior libertà sia in fase di scelta, che nell’assegnazione dei punti. Graficamente fu fatto un lavoro magistrale con l’introduzione dei fondali tridimensionali, che permettevano una maggiore profondità e un grado di animazione superiore rispetto alle controparti pixellate.

Restiamo nel tema dei cross-over. Capcom Fighting Evolution è il capitolo “sfigato” della collection. Arrivato in un periodo abbastanza saturo per il genere dei picchiaduro, Capcom Fighting Evolution non riuscì a farsi notare per il poco appeal del gioco e delle sue caratteristiche più attrattive, sintomo anche di un processo produttivo fatto di idee poco sviluppate e una scelta del cast di lottatori alquanto discutibile. Pescando da Street Fighter 2, III e Alpha, Darkstalkers e dal semi sconosciuto Red Earth proponeva un roaster assemblato un po’ a casaccio, dove nella rosa dei 23 lottatori presenti mancavano alcuni dei “fan favourite” di sempre come Ken, Morrigan o Cammy. Anche la gestione degli stili delle special era lasciata al caso, determinata dall’appartenenza del personaggio alla serie originale, mettendo in evidenza forti limiti di bilanciamento. Un capitolo sfortunato che non è riuscito a far breccia nel cuore dei fan, anche per una realizzazione tecnica molto indietro per il suo anno di pubblicazione ufficiale, e che qua occupa uno slot all’interno della collection più per un valore enciclopedico che non per reali qualità intrattenitive.

Gli ultimi due titoli presenti in questa collection sono Plasma Sword, seguito di Star Gladiator, e Project Justice, a sua volta sequel di Rival School. Entrambi i titoli fanno parte di quella fase sperimentale di Capcom del traslare la formula del picchiaduro bidimensionale in un ambiente 3D, in un periodo di forte transizione verso il nuovo, dove il pixel rappresentava il vecchio e nel poligono si apriva la strada del futuro, spianata velocemente dai nuovi arrivati come Tekken, Virtua Fighter e Dead or Alive, che sempre più catturavano l’interesse del pubblico.

Se Plasma Sword faceva parte di quella nicchia quasi autoriale, che strizzava l’occhio alle atmosfere space fantasy di Star Wars (tanto che il concept iniziale lo vedeva come prototipo per un tie-in ispirato alla saga di George Lukas), Project Justice rappresentava al meglio il trend dei gusti del pubblico giapponese, con ambientazioni scolastiche, trama da shonen e quella continuità dell’universo espanso di Capcom dove insieme a Street Fighter e Final Fight condividono lo stesso mondo di gioco e i suoi personaggi spesso si incontrano nelle varie serie. Rispetto a Rival School adesso il team dei personaggi selezionabili sale a 3, con la possibilità di scegliere il turno di lotta dei rispettivi membri. Se nelle dinamiche di lotta abbiamo un picchiaduro abbastanza classico che si basa sul modello di Street Fighter, con le varie “mezzelune” e distinzione fra colpi leggeri e pesanti, la particolarità di questa evoluzione di Rival School sta nella collaborazione dei tre membri del “party” nell’esecuzione di tecniche speciali, mosse assist e addirittura la capacità di collaborare per cancellare le tecniche dell’altro team. Ad oggi fra i titoli presenti nella collection, ad esclusione di Street Fighter, è quello che insieme a Power Stone avrebbe più possibilità di farcela con un nuovo capitolo, il cui fascino lo ritroviamo nell’ambientazione scolastica e nelle lotte fra “bande”, tema tornato in voga negli ultimi tempi con manga e anime come Tokyo Revengers o Wind Breaker.

Ogni gioco presente nella Capcom Fighting Collection 2 ha visto anche qualche ritocco qua e là, come nell’aggiunta di personaggi giocabili e una nuova colonna sonora in Power Stone 2, un bilanciamento ai goove di Capcom vs. SNK 2 o qualche piccolo cambiamento alle grafiche degli stage in diversi giochi. Come di consueto sono disponibili anche diverse opzioni grafiche per personalizzare la propria esperienza, come aumentare la risoluzione del gioco o ricercare uno stile più vintage applicando effetti come quello delle TV a tubo catodico o forzando l’aliasing a video sporcando in maniera più realistica e attinente l’immagine. Importante la presenza di una modalità tutotial e allenamento che abbraccia tutti i titoli, con tutti gli strumenti (dove possibile) per il calcolo dei frame e delle hitbox dei personaggi.

C’è poi tutta la parte degli extra disponibile nella sezione del museo, una vera e propria collezione visiva e sonora che raccoglie il materiale promozionale e informativo dei rispettivi giochi, con artwork, opuscoli e manuali che illustrano le meccaniche e le caratteristiche dei vari picchiaduro, culminando nei bozzetti originali, veri e propri documenti di design che hanno postato alla creazione del titolo di turno. Un’aggiunta alquanto speciale e di valore che farà contenti soprattutto i “fetiscisti” di Capcom, bramosi di conoscere anche la minima curiosità sul loro gioco preferito.

L’altra parte del museo è dedicata invece alle musiche dei vari picchiaduro presenti in collezione, e anche in questo caso il lavoro fatto va ben oltre il semplice compitino, ma si tratta di un’ottima collezione che vede anche l’aggiunta di nuovi brani, come le già citate tracce Ver. 2k25 di CVS2 o Power Stone 2.

La presenza di una modalità online è poi la ciliegina sulla torta, con tanto di match e leaderboard classificate, con la possibilità di scegliere in quali giochi cimentarsi e attendendo in lobby il proprio sfidante. In questi giorni pre-lancio i server di gioco non erano molto popolati e i match che siamo riusciti a completare si contano sulle dita di una mano, e per lo più l’affluenza maggiore l’abbiamo avuta su Power Stone 2 (chissà come mai?). Nel complesso però, forti dell’esperienza con gli altri adattamenti delle precedenti collezioni, l’aggiunta di un net code di tipo rollback ha reso l’esperienza abbastanza godibile, senza anomalie da dover segnalare, sebbene per un riscontro più realistico dovremo necessariamente aspettare l’uscita del gioco.
Abbiamo però apprezzato la presenza di una modalità online asincrona, basata sul miglior punteggio realizzabile su un gioco per poi essere pubblicato in classifica, cosa che potrebbe spronare la competizione fra amici, nella scalata al punteggio perfetto.

Capcom Fighting Collection 2 è l’ennesima importante collezione che ci ricorda che c’è vita oltre Street Fighter. Tralasciando Capcom Fighting Evolution, uno dei punti più bassi della produzione di casa Capcom in ambito picchiaduro, quello che abbiamo qua è una selezione di titoli che punta sulla qualità, riproponendoci pezzi di storia importanti come Capcom VS. SNK, Project Justice e soprattutto Power Stone, i veri diamanti rari di questa raccolta. Rigiocare a questi due titoli, arricchiti da una modalità online nel 2025 ci ricorda quanto questa serie fosse avanti rispetto al suo anno di uscita, cosa che alimenta il dispiacere del fatto che si sia persa nel tempo, privandoci della speranza di rivederla concretizzarsi in un nuovo capitolo. Un acquisto forzato per gli amanti dei picchiaduro, che potranno recuperare alcuni dei titoli più influenti del passato, arricchiti da diversi extra ad un ottimo prezzo per tutto il materiale disponibile all’interno di questa collezione. A questo punto, archiviati i picchiaduro ad incontri, che sia il tempo di rispolverare i beat’em up a scorrimento e rivedere serie come Final Fight e Cadillacs and Dinosaurs? Noi buttiamo là l’idea, tu Capcom vedi di cogliere il suggerimento.

Capcom Fighting Collection 2 uscirà su PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch e PC dal prossimo 16 Maggio.

Capcom Fighting Collection 2
Capcom Fighting Collection 2 – La Recensione
Pro
Ottima selezione dei titoli di questa collection.
Gli extra, le opzioni grafiche e le varie modalità selezionabili lo rendono ricco di contenuti.
L'aggiunta dell'online rende esperienze come Power Stone ancora oggi validissime.
Contro
Capcom Fighting Evolution continua a non avere il minimo appeal.
Tutto questo servirà a darci Power Stone 3?
8.5
Voto