Ara: History Untold cerca di riportare in auge il genere degli strategici a turni cercando di mescolare varie caratteristiche di titoli che hanno fatto la storia del genere. Il risultato finale è un prodotto eccellente, ma non perfetto
Tutti gli appassionati di giochi di strategia stanno vivendo un momento storico davvero inaspettato ed entusiasmante. Infatti dopo il grande successo di Age of Mythology: Retold, arriva finalmente una nuova sfida per gli amanti della strategia articolata e su larga scala con Ara: History Untold. Annunciato per la prima volta nel 2022 durante l’Xbox Bethesda Showcase, il gioco è disponibile dal 24 settembre su Steam e nell’Xbox Game Pass. Fin da subito è stato considerato come il diretto rivale di Civilization, quindi le aspettative per questo titolo sono state immediatamente molto alte. Scopriamo insieme se è riuscito davvero a mantenerle minando il monopolio di Civilization dal genere degli strategici a turni di tipo 4X.
Ara: History Untold: un po’ Civilization, un po’ Anno e una puntina di Total War
Già dal primo video gameplay ufficiale era evidente che Ara: History Untold si ispirasse molto a Civilization per quanto riguarda le meccaniche e la struttura. Dopotutto, sviscerando il team di sviluppo di Oxide Games, alcuni membri hanno lavorato in passato presso Firaxis Games, lo studio dietro il franchise di Civilization. Tuttavia, sarebbe alquanto riduttivo e anche offensivo etichettarlo come un clone poiché si tratta di un gioco di strategia a turni che adotta sì molte delle meccaniche collaudate di Civilization, ma con una profondità e complessità che lo avvicinano di più a Anno e in qualche caso anche alla saga Total War.
Ara: History Untold non ha una modalità storia, ma si concentra interamente sull’esperienza sandbox, sia per giocatore singolo che per il multiplayer. All’inizio di ogni partita, si può scegliere tra 44 diverse civiltà e culture, ognuna con il proprio leader che ne determina bonus, malus e il modo di gestire le trattative diplomatiche. Tra questi, oltre a figure storiche ben note come George Washington per gli Stati Uniti o Caterina la Grande per la Russia, ci sono anche personaggi meno conosciuti, come Boudicca, leader dei Celti nel I secolo d.C., o Benito Juárez, uno dei più grandi riformatori del Messico nel XIX secolo. Durante il mio test, scelto casualmente con l’apposito comando, ho giocato principalmente con l’Australia sotto la guida del medico, patologo e fisiologo australiano, premio Nobel per la medicina Howard Walter Florey. Inoltre, ogni personaggio ha diverse skin tra cui scegliere, nel caso il design predefinito dei ritratti non fosse di vostro gradimento. Nonostante la presenza di queste numerose popolarità note nella storia, è chiaro come non venga rispettata alcuna coerenza storica e come siano presenti anche alcune situazioni esilaranti con la presenza di personaggi
Prima di iniziare la partita, possono essere impostate diverse condizioni, come la difficoltà dell’IA, la disponibilità delle risorse e il limite dei turni. Poiché la mappa viene generata casualmente, le condizioni iniziali e la distribuzione delle risorse variano in ogni partita. Tra i 44 popoli disponibili, si possono poi selezionare un massimo di otto civiltà da giocare, con un occhio particolare all’esperienza multiplayer. Inoltre, oltre ai giocatori principali, ci sono anche varie piccole tribù sparse per il mondo di gioco, con cui si può interagire o, eventualmente, entrare in conflitto. Rispetto alla saga Total War, Ara: History Untold non promuove un approccio esclusivamente militare per superare gli avversari, anzi incoraggia spesso strategie più pacifiche con un rapporto bonus – malus più favorevole rispetto a una strategia aggressiva.
In ogni caso, per avere successo in Ara: History Untold, bisogna accumulare più prestigio delle nazioni rivali. Questo piò essere ottenuto anche attraverso i successi militari, ma anche in questo caso il gioco suggerisce di guadagnare punti vittoria tramite metodi più pacifici. Il prestigio, infatti, è influenzato da vari fattori facenti parte di differenti ambiti quali militare, scienza, commercio, governo, cultura, religione, industria e influenza. Pertanto, stabilire cooperazioni economiche e scientifiche con gli stati vicini può rivelarsi più vantaggioso rispetto ad avviare una guerra, la quale al contrario potrebbe causare solo stanchezza e malumori nella popolazione.
Dalla Preistoria al futuro Sci-Fi
Ogni partita inizia dagli albori, ovvero dalla Preistoria, con una capitale predefinita e un gruppo di esploratori. Si può inoltre scegliere se avviare la prima partita con un tutorial o direttamente in avanscoperta senza aiuti. Qualora sceglieste la prima opzione, preparatevi a essere invasi da popup testuali non sempre di immediata comprensione, se invece sceglieste la seconda opzione e non foste avvezzi al genere, preparatevi a rimanere storditi per un bel po’ di tempo dalla quantità impressionante di opzioni da tenere in considerazione. Ma andiamo con ordine e torniamo agli esploratori che possono essere inviati a esplorare l’ambiente circostante per incontrare nazioni rivali, scoprire tribù sconosciute, individuare aree promettenti con risorse naturali e saccheggiare depositi abbandonati. Durante le prime fasi di gioco, mentre si cercano di costruire le strutture fondamentali della civiltà come fattorie e abitazioni, gli esploratori saranno costantemente impegnati nella scoperta di ciò che ci circonda.
Le risorse e i beni come gioielli e ceramiche ottenuti dai depositi saccheggiati possono migliorare la qualità della vita nella città. Questa è valutata attraverso cinque parametri: felicità, salute, conoscenza, prosperità e sicurezza. Se tutti questi aspetti sono soddisfatti, la produttività della città e della regione aumenterà. A queste si aggiungono i quattro tipi di risorse base: cibo, legno, materiali e oro, fondamentali per costruire edifici e stabilire catene di produzione e rifornimento. A ciò va aggiunta l’esplorazione delle tecnologie, che sono fondamentali per il ritmo del gioco e influenzano in modo significativo il corso della partita. Una volta che viene ricercato un numero sufficiente di tecnologie fondamentali, inizia l’avanzamento tra le ere, passando dalla Preistoria all’Età del Bronzo.
Ara: History Untold suddivide le varie epoche in tre Atti, che organizzano ogni partita: l’Atto 1 va dalla Preistoria all’Età del Ferro, l’Atto 2 inizia con l’Alto Medioevo e termina con l’Illuminismo. L’ultimo Atto comincia con l’Industrializzazione e si conclude nell’era della Singolarità. Con questo, gli sviluppatori inseriscono elementi futuristici, introducendo tecnologie come CRISPR, robot da combattimento e soldati cibernetici. Al contempo riescono a evitare di scivolare in un’ambientazione sci-fi troppo marcata. La suddivisione in tre Atti non solo conferisce struttura al gioco, ma serve anche a prevenire anacronismi tipici di altri titoli come Civilization. Alla fine di ogni atto, i due giocatori con il punteggio di prestigio più basso vengono eliminati, lasciando solo le rovine delle loro civiltà. Il passaggio all’atto successivo avviene quando un certo numero di giocatori ha raggiunto il progresso tecnologico richiesto, impedendo scenari irrealistici in cui si lanciano testate nucleari a civiltà rimaste ancora nel Medioevo.
Mappa che spinge ad approfondire la struttura economica e produttiva
Dopo aver garantito l’approvvigionamento alimentare e costruito strutture per fornire gli attrezzi necessari ai vari edifici produttivi, la popolazione della città cresce fino a raggiungere il prossimo livello. Questo genera una richiesta che consente, come in Civilization, di scegliere una regione circostante non popolata da occupare.
Una peculiarità di Ara: History Untold è che le regioni non sono semplici esagoni con uno spazio di costruzione ciascuno, ma aree asimmetriche che si adattano alle caratteristiche naturali della mappa, come fiumi e montagne, suddivise in diverse zone e che presentano anche diversi biomi e caratteristiche produttive differenti. In ciascuna zona si può costruire un edificio o un impianto di produzione, però è fondamentale considerare le risorse naturali disponibili nella regione: le fattorie situate in terreni fertili sono naturalmente più produttive rispetto a quelle in aree aride, mentre queste ultime tendono a essere più adatte per l’estrazione di materiali o legno.
Le strutture di produzione create possono essere ulteriormente migliorate, ad esempio, fornendo fattorie con strumenti più efficienti o assegnando loro consulenti per aumentarne la produttività. Questo porta, soprattutto nella fase avanzata del gioco, a catene di approvvigionamento complesse, distinguendo Ara: History Untold da Civilization in termini di profondità, ma non di semplicità organizzativa. Passando semplicemente il cursore sulla merce corrispondente, è possibile visualizzare l’intero processo produttivo senza dover interrompere il gioco per consultare informazioni più dettagliate nell’enciclopedia. Tuttavia, per processi complessi, come ad esempio i motori a combustione, le finestre informative espandibili possono risultare un po’ sovraccariche di informazioni.
Per avere successo a lungo termine, bisogna ponderare attentamente quale regione espandere nel proprio territorio, in modo da soddisfare in modo efficiente tutte le necessità della popolazione e gestire le risorse in modo redditizio. È importante includere nella pianificazione anche risorse naturali rare, come cavalli o gas naturale, anche se durante le prime ere non si ha accesso né alla cavalleria né all’uso industriale del gas.
Non dimenticatevi la componente militare
Finora abbiamo osservato che una gestione civile, pacifica e diplomatica porta comunque a buoni risultati, tuttavia anche l’aspetto militare non può essere trascurato in Ara: History Untold. Un esercito ben addestrato e pronto all’uso è essenziale per la sicurezza del proprio Stato perché per quanto si voglia essere pacifici, ci sarà sempre qualcuno pronto a distruggere questa calma. Le truppe vengono addestrate direttamente nelle città, ma una volta completato l’addestramento, le truppe non appaiono immediatamente come unità sulla mappa, ma sono inizialmente disponibili come riservisti, da schierare in qualsiasi città.
Questo passaggio aggiuntivo per l’impiego delle truppe può sembrare superfluo a prima vista, ma ha una sua logica: i riservisti non attivi non consumano risorse. Pertanto, si può avere un numero illimitato di truppe pronte senza preoccuparsi della loro approvvigionamento. Quando vengono richiamate, possono essere raggruppate anche diverse unità in un grande battaglione così da pianificare in anticipo le formazioni di battaglia più vantaggiose per le unità necessarie. Questo aspetto garantisce vantaggi significativi negli scontri e semplifica i movimenti delle truppe sulla mappa. La possibilità di richiamare le truppe ovunque offre anche grandi opportunità tattiche e impedisce che unità d’élite, addestrate nelle città principali lontane dal fronte, debbano muoversi obbligatoriamente verso il luogo di impiego.
Per attaccare le truppe nemiche, serve semplicemente spostare l’esercito nella stessa regione in cui si trovano gli avversari. Lo scontro avviene su più turni, a seconda della forza delle truppe, e si ha la possibilità di guardare un breve filmato simulato dell’azione. Vedere le proprie truppe in azione, invece di limitarle a semplici ritratti sulla mappa, è un’ottima funzionalità e aggiunge un elemento interessante, specialmente quando vengono introdotte nuove unità grazie ai progressi tecnologici. Tuttavia non aspettatevi qualcosa di particolarmente cinematografico, come invece accade in Total War.
Il progresso incessante
Con il passare del tempo, vengono sbloccate sempre più tecnologie, risorse e tipologie di truppe. Questo porta a una situazione in cui le truppe o le antiche strutture non soddisfano più le crescenti esigenze di sicurezza dello stato e di approvvigionamento della popolazione. Per affrontare questa sfida, vanno ricercate migliorie per gli edifici di produzione e poi aggiornarli manualmente. Gestire diverse città, ognuna con decine di regioni e zone, comporta un notevole carico amministrativo, e purtroppo manca un pulsante “Aggiorna tutto” che avrebbe semplificato questo aspetto micro-manageriale. Le truppe, invece, non possono essere aggiornate quindi con il passare del tempo, quando diventano obsolete, devono essere gradualmente smobilitate per fare spazio a carri armati e portaerei. Dopo aver raggiunto l’ultima Era, rimangono ancora alcuni turni per risolvere i conflitti finali, dopodiché il gioco termina e i punteggi vengono definiti.
Conclusioni
Ara: History Untold si rivela un vero e proprio gioiellino, capace di catturare il giocatore per ore spinto dalla voglia di proseguire turno dopo turno. Gli sviluppatori hanno saputo unire i migliori elementi di ogni gioco sopracitato, arricchendoli con una simulazione gestionale profonda e unica. Grazie ai numerosi elementi di micromanagement e a un sistema economico e di approvvigionamento sorprendentemente complesso, purtroppo a volte ostacolata da finestre pop-up eccessivamente invasive e da azioni di gestione manuale che risultano complesse, Ara: History Untold offre la profondità necessaria per perdersi per ore nella gestione dell’efficienza e nella pianificazione a lungo termine attraverso diverse ere storiche. Tutto questo viene presentato con una grafica splendida, molto colorata e dettagliata grazie anche a un inaspettato ed elevato livello di zoom con cui è possibile osservare tutta la vita della propria civiltà in ascesa.