Danganronpa festeggia il suo 10° anniversario.
Nell’anno in cui è esplosa la mania del “life or death game” grazie a Squid Game di Netflix, c’è una serie che è pronta a fare un “comeback” per celebrare i suoi primi 10 anni di attività. Stiamo parlando di Danganronpa, che proprio il prossimo 3 Dicembre, debutterà su Nintendo Switch con la collection Danganronpa Decadence, che racchiude al suo interno i 3 capitoli principali della saga creata da Kazutaka Kodaka, più un quarto episodio inedito, un what if che reimmagina le disavventure dei suoi protagonisti in un nuovo contesto ludo-narrativo.
Scoprite con noi Danganronpa Decadence, nella nostra recensione.
Per chi non conosce la serie di Danganronpa, questa visual novel nasce su PSP attirando su di sé subito l’attenzione del pubblico orientale. Sviluppandosi sul modello narrativo di 10 Piccoli Indiani di Agatha Christie, Kodaka buttava una manciata di promettenti studenti all’interno della Hope’s Peak Academy, una scuola per allievi dotati di incredibili talenti. Purtroppo però dietro alla speranza di una vita ricca di successi si cela l’ombra della disperazione, quando i ragazzi, capitanati Makoto Naegi scopriranno dall’inquietante orso Monokuma, di essere protagonisti di un tremendo gioco mortale, il cui premio è la salvezza e il ritorno ad una vita normale.
Nonostante un finale abbastanza criptico, Danganronpa: Trigger Happy Havoc riscosse abbastanza successo, tanto da meritarsi anche un adattamento anime (sebbene non all’altezza dell’originale) e un atteso seguito.
Danganronpa 2: Goodbye Despair riprendeva i temi del suo predecessore riproponendoli quasi in copia carbone per i primi capitoli. Nuovi studenti, nuovi modi per morire ma il tutto all’interno dello stesso canovaccio e degli stessi nemici. Questo secondo capitolo però porta a galla un aspetto che in Trigger Happy Havoc avevamo solo potuto assaggiare di sfuggita, l’abilità di Kazutaka Kodaka di ingannare il giocatore, di “trollarlo” spargendo qua e là finti indizi, a volte anche meta testuali, per poi riprendere le redini della sceneggiatura e sbatterla in faccia al lettore distruggendo tutte le sue convinzioni.
Danganronpa 2: Goodbye Despair fra tutti i capitoli della serie è quello più forte a livello emotivo, dimostrando una profondità narrativa che ha permesso la nascita altri progetti collaterali più o meno canonici legati al brand di Danganronpa. A questi due capitoli è seguito poi lo spin-off Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls (purtroppo assente in questa collection), che pur differenziandosi nelle meccaniche preparava il terreno per il gran finale della saga, che sarebbe avvenuto qualche anno più tardi, con l’ennesimo colpo di testa di Kodakadi (un po’ genio, un po’ a corto di budget) che concretizzò la fine dell’arco narrativo della Hope’s Peak Academy con una doppia serie animata che faceva sia da prequel che da conclusione dell’intera avventura di Makoto Naegi & co.
Sarebbe potuto tranquillamente finire qui, invece qualche anno più tardi assistiamo all’annuncio di Danganronpa V3: Killing Harmony, quarto capitolo della saga che apparentemente si discosta dal filone narrativo principale, con un cast rinnovato, nuovi nemici e spargimenti di sangue che vi accompagneranno alla ricerca del nuovo mastermind che tesse le fila di tutto.
Pur presentandosi come una classica visual novel, la serie di Danganronpa ha integrato al suo interno diverse sfaccettature di gameplay che vanno ben oltre la semplice progressione testuale. Ad esempio parte dell’esperienza si regge sulle fasi investigative ed esplorative, che permetteranno di raccogliere importanti indizi sul proseguo della storia, o che serviranno nei class trial per determinare chi sia l’assassino di turno e procedere così alla sua esecuzione, o i vari minigiochi durante il processo, necessari per mettere alle strette i nostri interlocutori ed arrivare alla verità.
L’aspetto procedurale di Danganronpa è forse la fase più adrenalinica del gioco, non tanto a livello di azione, quanto per il continuo ribaltamento degli eventi, in un momentum ludico che trova diverse affinità elettive con la serie di Ace Attorney.
A chiudere il cerchio di questa collection troviamo Danganronpa S: Ultimate Summer Camp, capitolo inedito in cui tutti i protagonisti della serie non sono mai andati incontro ai loro tristi destini.
Danganronpa S è mero fanservice, a partire dalla trama, ovviamente non in continuity (anche se potrebbe esserci una sorta di collegamento con V3) in cui tutti i personaggi, compresi quelli di Another Episode, tornano su Jabbwock Island per migliorare se stessi e impedire il nuovo piano di Monokuma.
Come detto, la trama è solo un pretesto per avere tutti i personaggi insieme, mentre il gameplay si basa sul minigioco presente nell’originale Danganronpa V3: un gioco da tavolo in cui potenziare il proprio party per poi affrontare mostri in un jrpg old style.
Purtroppo Ultimate Summer Camp non convince e, oltre alla gioia di rivedere i nostri protagonisti, si tratta di una delle esperienze più tediose e mal pensate del franchise. Inizialmente avremo accesso solo ai 4 personaggi principali di ogni capitolo, scelto lo studente che vorremo potenziare, avremo 50 tiri di dado per migliorargli le statistiche, raccogliere strumenti o sbloccargli abilità, mentre affrontiamo i mega robot di Monokuma. Una volta finiti i turni, il personaggio sarà considerato completo, e potremo utilizzarlo nella modalità torre, dove affronteremo ondate di avversari sempre più forti. Completare queste due modalità ci darà accesso a monocoin da utilizzare negli appositi gacha, per trovare art alternative dei personaggi (che sbloccheranno bonus passivi per potenziarli ulteriormente) o direttamente versioni più potenti degli stessi (ogni eroe ha 4 rarità). Il problema principale è che non è possibile raccogliere monocoin dal normale gameplay, se non co ndrop particolarmente fortunati, ma bisogna ottenerli solo come ricompensa per aver completato determinati obiettivi o aver superato determinati piani.
Cosa fare quindi quando le monocoin finiscono e i nostri personaggi non sono ancora abbastanza forti da superare un determinato livello della torre? Beh, ovviamente si può ricominciare ad allenarli, per prendere altre strade o gestire meglio i 50 turni, sostituendo la vecchia versione del nostro studente con quello appena arrivato oppure, e questo solo dal giorno di lancio il prossimo 3 dicembre, acquistare con valuta reale nuove monete per i gacha. L’inserimento di microtransazioni in una serie come Danganronpa è assurdo, oltre che inutile per l’apporto che Ultimate Summer Camp da alla serie. L’unica fortuna è che il titolo è già all’interno della collection, ma difficilmente ci spenderete denaro vero, rischiando anche di non trovare nulla.
Se sul piano contenutistico possiamo essere più che contenti, dato che ci troviamo di fronte ai 3 capitoli della serie nella loro edizione anniversary (contenenti nuove linee di dialogo doppiate, e qualche contenuto extra che arricchisce l’esperienza) più l’inedito Danganronpa S al prezzo di un singolo gioco, c’è da spendere due parole sulla conversione dei titoli.
In generale i vari giochi si comportano bene, del resto stiamo di fronte a visual novel nate su PSP e successivamente sbarcate su PS Vita, quindi non parliamo di titoli esosi i termini di prestazioni. C’è qualche sporadico calo durante le fasi esplorative, o in docked i profili degli artwork dei personaggi appaiono seghettati come se fossero scontornati male, o ancora i filmati soffrono di una compressione fin troppo marcata, mostrando a video un’immagine pixellosa e sfocata.
Il nostro consiglio però, data la natura dei giochi, è di fruirne in modalità portatile, consiglio che ogni volta tiriamo fuori dal cappello quando si parla di visual novel. In mobilità si perdono tutti, o quasi, i difetti elencati, e la lettura dei testi e sicuramente meno stancante rispetto a quanto avvenga su un monitor o sulla tv.
Abbiamo riscontrato però qualche problema legato alla stabilità dei vari titoli, in particolar modo a qualche blocco e crash improvviso che ci ha costretto al riavvio dell’applicazione perdendo parte dei progressi fatti. Trattandosi delle nostre di copie review confidiamo un qualche patch al D1, o giù di li, che possa eliminare questi fastidiosi episodi, che rischiano di rovinare l’esperienza.
Danganronpa Decadence è una collection dei giochi principali della serie di Danganronpa, che nel festeggiare i 10 anni di attività arriva su Nintendo Switch, diventando un occasione più che ghiotta per mettere le mani sulla saga della disperazione e della speranza.
L’aggiunta di Danganronpa S è un extra che fa piacere se preso per quello che è, come un episodio non canonico votato al fanservice da provare nei ritagli di tempo. Avremmo forse preferito che al suo posto fosse inserito Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls, che pur trattandosi di uno spin-off a livello di meccaniche, è un capitolo fondamentale per il proseguo della storia e dei suoi protagonisti.
Detto questo, consigliamo la collection a chi ancora non ha avuto modo di conoscere Danganropna, confidando però che Spike Chunsoft si muova da subito per correggere con una patch quei problemi, come i crash e i bug, che rischiano incrinare l’esperienza di una delle serie novel più interessanti ed appassionanti dell’ultimo decennio.