Decktective – Rose rosso sangue è il nuovo gioco, edito da dV Giochi, della famiglia Decktective che prende ispirazione dai Deckscape, ecape room tascabili ad uso singolo (leggete la nostra recensione di Deckscape: Dietro il Sipario). In realtà presenta un concept di gioco estremamente differente perché invece di scappare da un luogo, bisogna indagare per scoprire l’origine di un efferato delitto.
Dai Deckscape, però, eredita il formato tascabile e le meccaniche basate su un mazzo di carte ordinate numericamente che vanno usate sia come regole che come elementi di gioco. Infatti dalla numero 1 alla numero 50 le carte presenteranno regole e indizi, oltre che colpi di scena inaspettati. Invece cambiano i principi di interazione e i metodi di indagine poiché il gioco è essenzialmente una narrazione in cui vanno applicati i metodi deduttivi.
Decktective – Rose rosso sangue: cura dei particolari
Prima di addentrarci nelle meccaniche di gioco, un focus importante va dato alla componentistica. Essa è basilare, vi sono soltanto 50 carte extra large e 8 clip di plastica rossa conservate all’interno di un comodo sacchettino di plastica trasparente richiudibile, ma molto curata e di ottima qualità. Le carte sono quelle classiche di dV Giochi, ovvero prive di telatura, ma di pregevole fattura e in questo caso, non essendoci bisogno di mescolamenti, non necessitano di particolari pellicole protettive che di fatto rischierebbero unicamente di aumentare il volume della piccola scatola. Sempre le carte sono composte da un testo e spesso anche da un’immagine: i primi sono dettagliati e ben comprensibili, i secondi sono colorati e realistici oltre che ricchi di dettagli da analizzare attentamente. Niente è, infatti, lasciato al caso e si nota l’attenzione e la cura che gli autori, Martino Chiacchiera e Silvano Sorrentino, hanno posto in ogni elemento del gioco. La cosa che più ci ha colpito è stata la cura con cui sono stati realizzati i testi delle soluzioni: ogni indizio è segnato in grassetto con, tra parentesi, le carte dove è possibile ritrovarli sia a livello di testi che di disegni. Gli elementi in qualche modo secondari, ma importanti, sono invece scritti in corsivo e in rosso.
Non tutti gli indizi sono utili
I giocatori (o il giocatore, dato che è possibile giocarlo da 1 a 6 giocatori) impersonano gli investigatori intervenuti sulla scena in cui è stato ritrovato il cadavere del Conte Ferdinand Tudor e devono, quindi, collaborare per sciogliere la matassa che avvolge la vicenda. Dovranno esplorare la scena del crimine attentamente interrogando i vari testimoni e analizzando tutti gli indizi presenti. La scena del crimine è interamente ricostruita attraverso una serie di carte che, utilizzando sapientemente la scatola del gioco come base e sostegno, formano una rappresentazione 3D dell’ambientazione. I giocatori avranno a disposizione l’intero luogo del misfatto, con tanto di fronte e retro e di ponte con un ruscello. Tutto è cosparso di indizi e pertanto si tratta di un elemento tanto originale e curioso quanto divertente: la ricostruzione, in particolar modo tridimensionale, è fondamentale in un gioco del genere poiché diversi indizi possono fare la differenza tra la risoluzione del caso o la sua archiviazione.
Gli interrogatori ai vari personaggi di Decktective – Rose rosso sangue e i relativi indizi sono rappresentati da altre carte. Ogni investigatore, a turno, pesca una carta dotata di un valore differente e deve decidere, senza poterne parlare se non solo citando il titolo della carta, se rendere pubblico l’indizio o archiviarlo perché a suo dire è inutile o ininfluente per l’indagine. Archiviare gli indizi è utile poiché maggiore è il suo numero, maggiore sarà il valore degli indizi che possono essere resi pubblici e analizzati da tutti i giocatori. Questo meccanismo è sì semplice, ma permette di rendere più complesso il gioco e soprattutto molto interattivo. Pertanto obbliga tutti gli investigatori a organizzare, fin dall’inizio, una strategia poiché, per ovvi motivi, non sarà possibile condividere tutti gli indizi ed ogni scelta potrebbe escludere dal caso un’indizio fondamentale o mostrarne uno potenzialmente inutile.
Dopo aver raccolto tutti gli indizi, si passa all’analisi di essi. Tutti i giocatori cominciano a rivelare i loro sospetti e le loro teorie. In questa fase è anche possibile accennare agli indizi archiviati qualora si ricordasse il loro contenuto (non è possibile, infatti, riprendere le carte archiviate). Dopodiché dovranno rispondere ad una serie di domande poste per capire cosa è realmente accaduto a villa Tudor e tentare di ricostruire il tragico evento. Per rispondere alle domande si fa uso di 7 clip rosse di plastica utili sia per segnare la risposta che per osservare, sul retro delle carte, se la risposta è corretta o meno. Nel primo caso si ricevono dei punti, nel secondo caso nulla. La somma di ogni risposta esatta, quindi dei relativi punti, non solo determina la storia completa ma pure il risultato finale del gruppo.
Grande interazione, scarsa rigiocabilità
Decktective – Rose rosso sangue è un gioco incredibilmente interattivo e permette un continuo confronto fra i giocatori, rendendo fin da subito la partita intrigante e divertente. Si può anche giocare da soli, ma questa opzione, per quanto sia consigliata per imparare autonomamente le meccaniche del gioco, risulta più un’esperienza meccanica che ludica. È importante sapere, inoltre, che si tratta di uno di quei giochi utilizzabili una sola volta (perlomeno con le stesse persone) e quindi potrebbe far storcere il naso ai giocatori più navigati. L’esperienza è comunque intensa nonostante l’ora di gioco e quando si risolve il caso si prova indubbiamente molta soddisfazione.
Rose rosso sangue, così come tutta la linea Decktective, è consigliato maggiormente agli appassionati di giochi investigativi collaborativi che richiedono una forte interazione fra i giocatori. È pertanto indicato a quelle persone che hanno un gruppo fisso di amici con cui giocare, ma potrebbe essere piacevole anche per i casual gamer. Il gioco, dopotutto, grazie alle diverse situazioni narrate, agli indizi e alle ambientazioni, stimola l’investigatore che si nasconde nell’animo di ogni persona. Manca totalmente la componente enigmistica pura, presente invece nei Deckscape, ma accresce la componente deduttiva permettendo di essere giocato anche dai quei giocatori che non sono appassionati di giochi logici.