Detective Pikachu: il ritorno – La Recensione

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C’è un nuovo caso in città per Detective Pikachu!

Detective Pikachu è forse uno degli spin-off più riusciti della serie Pokémon degli ultimi anni. Così tanto che grazie al carisma del suo arguto investigatore giallo, un Pikachu sarcastico e amante del caffé nero bollente, si è pure guadagnato un adattamento live-action di successo.

Release Date
6 Ottobre 2023
Sviluppato da
Creatures
Distribuito da
Nintendo
Genere
Avventura investigativa
Piattaforme
Nintendo Switch
Our Score
7.5
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Sebbene la versione cinematografica rielaborasse le avventure del topo elettrico più famoso di sempre chiudendo di fatto il film con un finale, le cose con il videogioco procedevano in maniera totalmente differente, con il giovane Tim Goodman e il suo fidato Pikachu ancora alla ricerca del padre del ragazzo, scomparso durante un caso, risolto successivamente dal duo di investigatori.

A distanza di qualche anno però, quando le speranze iniziavano a farsi vane, Nintendo ha confermato il ritorno di Detective Pikachu insieme al suo compagno Tim, per dare finalmente ai giocatori un degno finale alle avventure dei due investigatori.

Una delle caratteristiche che colpiva del primo capitolo di Detective Pikachu era la qualità del racconto cucito intorno al carisma del suo protagonista. A metà strada fra l’arguzia di Sherlok Holmes e l’imperscrutabilità dell’agente Cooper di Twin Peaks, Detective Pikachu riusciva a catalizzare su di lui tutta l’attenzione del gioco, dando spessore ad un racconto di per sé abbastanza prevedibile, ma che nel suo piccolo riusciva ad intrattenere con gusto, a volte anche più di quanto abbia fatto il film stesso.

Il problema più grosso, se così lo vogliamo inquadrare, è che tutta l’avventura è indirizzata ad un pubblico mediamente giovane, ed essendo quello il target di riferimento, il tipo di avventura investigativa proposta era una versione semplificata di serie analoghe come Ace Attorney o il più recente Master Detective Archives: RAIN CODE, con una storia abbastanza guidata nella risoluzione dei vari enigmi.

Dopo aver risolto il caso dell’agente R, il composto creato per destabilizzare l’armonia fra pokémon e gli umani di Ryme City, Tim e Pikachu sono ancora alla ricerca di Harry, il padre del ragazzo. Nonostante siano passati all’incirca due anni dalla conclusione della precedente avventura, i due brancolano ancora nel buio. Nel mentre però hanno continuato a rendersi utili in città risolvendo casi e facendosi un nome come detective, tanto da guadagnarsi un riconoscimento dal sindaco di Ryme City. Ma proprio durante un evento per assegnare un premio a Tim e Pikachu, l’attacco improvviso di un Corviknight riaccende la paura di un caso di Agente R,, dando il là ad una nuova avventura e a nuovi casi da risolvere, che vi porteranno finalmente a scoprire la tanto agognata verità su Harry.

Detective Pikachu: il ritorno ripropone “paro paro” meccaniche e dinamiche del primo gioco, con i due protagonisti coinvolti in casi e situazioni assurde che vi porteranno man mano più vicini alla risoluzione del caso principale, che questa volta coinvolgerà Ryme City e un misterioso piano per controllare la volontà dei Pokémon, di cui però lasciamo a voi il piacere della scoperta limitandoci a parlare di qualche elemento del racconto e di quanto questo riesca nuovamente nell’intento di intrattenere il giocatore, nonostante si venga costantemente guidati mano nella mano fino al finale del gioco.

Salvo il prologo e il primo atto introduttivo, che servono a reintrodurre Tim e Pikachu ai nuovi giocatori (a cui consigliamo di recuperare la prima avventura, o quanto meno vedersi il film) così da spiegare le semplici meccaniche investigative, nei capitoli successivi il racconto entrerà subito nel vivo portando i due ad indagare su nuovi misteri.

La storia funziona, pescando addirittura qualche idea dal film (su cui gli autori del gioco ironizzano proprio all’inizio di Detective Pikachu: il ritorno) e confezionando un racconto molto piacevole, che nella sua semplicità riuscirebbe a funzionare anche slegato dal gioco stesso.

La peculiarità del rapporto fra Tim e Pikachu è rappresentato dalla capacità del ragazzo di poter comprendere quello che il giallo roditore dice, elemento che crea in più occasioni simpatici siparietti comici per stemperare le atmosfere “drammatiche” del racconto. In Detective Pikachu: il ritorno però viene dato più spazio a Pikachu e ai pokémon in generale, inserendo delle fasi di gioco nelle quali controlleremo direttamente il nostro compagno, il quale potrà interagire con altri pokémon sfruttando così le loro caratteristiche uniche, come ad esempio la capacità di Growlite rilevare le tracce olfattive lasciate da persone e pokémon, o l’innata forza del Darmanitan di Galar per rompere le rocce.

A livello di gameplay ritroviamo lo stesso loop che ha caratterizzato il gameplay del primo capitolo di Detective Pikachu. Si viene introdotti al nuovo caso e agli elementi da risolvere, si inizia ad investigare alla ricerca di prove o informazioni, interrogando gli umani e i pokémon nei pressi della scena del crimine, e si cerca di arrivare alla conclusione del caso, mettendo insieme le prove ottenute e trovando la soluzione al nostro problema. Nulla di estremamente complicato, anche perché sarete costantemente guidati verso la risposta giusta, e anche nel caso di errore, non saremo puniti o svantaggiati in alcun modo.

Fra le novità di Detective Pikachu: il ritorno troviamo anche delle missioni secondarie da completare, aggiunte per movimentare ed arricchire un po’ il racconto, ed espandere un po’ più il focus sui nuovi pokémon introdotti in questo secondo capitolo. Peccato però che tutto questo diluisca semplicemente il racconto senza però aggiungere nessun valore alla storia. Anche a livello di ricompense, complerarli o meno non avrà nessun tipo di vantaggio, dato che basterà parlare con il pokèmon che pensiamo possa servire a risolvere il problema di turno per completare questa semplice quest secondaria, e tornare alle nostre indagini. Un’occasione sprecata per espandere la storia e conoscere magari qualcosa di più sul rapporto umani e pokémon che tanto caratterizza la città di Ryme City, ma che alla fine dei conti evidenziano solamente le stesse problematiche del primo gioco, così come il voler proporre un’avventura per un pubblico più giovane, a discapito di un gameplay un po’ più elaborato e meno prevedibile nella sua risoluzione. Non critichiamo infatti il voler puntare su un certo tipo di utenza, ed è giusto che ci siano prodotti anche per questa fascia di pubblico, così come è giusto che non venga sacrificata la qualità con la scusa dell’età, cosa che a volte ci è parso di riscontrare nella troppa ovvietà di alcune situazioni, che non lasciano spazio alcuno al ragionamento.

Nel passaggio da Nintendo 3DS a Switch, Detective Pikachu: il ritorno perde ovviamente il supporto al 3D stereoscopico, ma ne guadagna in maggior risoluzione e dettaglio grafico. Siamo ben lontani dalle capacità offerte dalla console Nintendo, ma capiamo la necessità di mantenere una certa continuità con lo stile grafico del primo capitolo, che comunque appare piacevole per quanto a volte fin troppo essenziale e non troppo dettagliato.

Lo stile dei personaggi ripropone lo stesso design disneyano già visto in passato, con una maggior cura per quanto riguarda le espressioni facciali (almeno per i personaggi protagonisti) mentre i pokèmon son ben riprodotti con il loro aspetto classico, riuscendo a coesistere senza troppi problemi (e in maniera meno estremizzata che nella pellicola).

L’azione viene veicolata attraverso le varie cutscene che portano avanti la narrazione, con una buona regia per le le scene più corpose a livello di azione. Ritroviamo anche le sequenze QTE, che scendono in campo per rendere interattivi alcuini passaggi, e richiedono al giocatore la pressione del tasto evidenziato a schermo. Come per il livello di sfida generale, anche per quanto riguarda i QTE non c’è modo di fallire, così come la finestra d’azione permette di eseguire il tutto senza errori (anche perché alla fine si tratta sempre del solito tasto), risultando così un po’ superflui per quanto riguarda nuovamente il discorso sifda. 

In questo seguito troviamo molti più pokémon, comparse volte ad enfatizzare il lato fanservice del gioco e a creare talvolta qualche situazione strappa sorriso. Lo stesso vale per le musiche, con il tema principale che viene riproposto nella sua interezza e che ci accompagnerà durante le fasi calde dell’investigazione. Anche in questo caso ogni tanto è possibile orecchiare qualche tema conosciuto, e piazzato strategicamente a favore di pubblico. Detective Pikachu: il ritorno è completamente adattato in italiano, mentre per i dialoghi c’è la doppia scelta fra inglese e giapponese. Personalmente abbiamo preferito il secondo, più che altro per una maggiore qualità nell’interpretazione di Detective Pikachu, che lo caratterizza maggiormente rispetto alla controparte inglese. C’è da dire però che optando per la traccia nipponica, nomi e versi dei Pokémon saranno quelli dell’edizione giapponese e nella maggior parte dei casi differiranno da quelli che conoscete.

Detective Pikachu: il ritorno è un “comeback” che ci fa piacere rivedere sulle nostre console. Un’avventura semplice ma dalla storia efficace, che riesce a funzionare bene e che può fare da punto di partenza per una seconda trasposizione cinematografica, proprio come successe con il primo capitolo. In questo nuovo episodio però ritroviamo li stessi pregi e difetti del gioco originale, dovuti più che altro al voler puntare su una tipologia di pubblico più giovane, semplificando oltremodo alcune delle meccaniche relative alla risoluzione dei casi rispetto ad altre avventure investigative di questo stampo. Peccato perchè poteva essere l’occasione questa per sistemare le criticità del titolo, e di offrire un’esperienza ludica un po’ più stimolante e di livello, al pari della storia. Con Detective Pikachu: il ritorno salutiamo definitivamente le avventure di Tim e Detective Pikachu, ma chissà se ci sarà una nuova occasione in futuro per farli tornare nuovamente sulla scena del crimine.

Detective Pikachu: il ritorno è disponibile su Nuntendo Switch.

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Detective Pikachu: il ritorno – La Recensione
Pro
Storia piacevole in linea con il precedente capitolo
Detective Pikachu è un signor protagonista
Adatto a tutte le età
Contro
Le meccaniche investigative sono fin troppo semplici
Su Nintendo Switch poteva essere fatto qualcosa di più sul lato tecnico
Le missioni secondarie non aggiungono nulla al gameplay
7.5
Voto