Doom Eternal – La Recensione

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Pronti ad un po’ di massacro? Il Doom Slayer è qua tra noi!

Con l’uscita del reboot di Doom credevamo che la serie di Bethesda e id Software avesse raggiunto il suo apice, che fosse difficile avere ancora qualcosa da dire in termini gameplay o design. Del resto quello che ne era uscito fuori era uno dei capitoli migliori che reimmaginava in salsa moderna uno dei classici più classici che ci sia, che rappresenta per i giocatori l’equivalente degli FPS di Super Mario.

Fortunatamente ci sbagliavamo, e Doom Eternal è la prova di quanto in questo campo l’amore e la passione per il proprio lavoro possano fare la differenza. Armatevi di tutto punto e preparatevi ad un bagno di sangue, in quello che si preannuncia essere il miglior Doom di sempre.

Versione testata: Xbox One X – Recensione della modalità Campagna

We are doomed

Il Doom del 2016 era perfetto così. Uscito in un periodo di stanca per il genere degli FPS, reincarnava perfettamente la filosofia del Doom originale, cavalcando allo stesso tempo l’onda di rinnovamento che stava seguendo Bethesda iniziata con la nuova direzione di Wolfenstein: The New Order. Brutale, frenetico, sanguinolento. Doom ci regalava tutto quello che gli amanti degli FPS si aspettavano da questo ritorno, cancellando con un colpo di spugna il passo falso di un terzo capitolo che non era riuscito in nessun modo a fare breccia nel cuore dei fan e innalzando di colpo gli standard della serie. Per quello all’annuncio di un seguito ci saremmo aspettati che id Software sfruttasse il successo del precedente capitolo proponendo un’avventura tutto sommato in linea e senza grossi stravolgimenti. Quanto mai di più sbagliato.

Lanciato Doom Eternal nella nostra console sembra suggerirci in ogni istante che ci troviamo di fronte a qualcosa di completamente nuovo, e lo fa a partire da una modalità storia degna di questo nome che si addentra nel passato del Doom Slayer dopo gli eventi di Marte. Questa volta ci troviamo a salvare la Terra, il nostro pianeta, dopo che i demoni l’hanno portato sull’orlo della distruzione consumandone oltre il 60%. La popolazione è stata decimata e la superficie è diventata inabitabile, costringendo i pochi sopravvissuti ad evacuare il pianeta per sopravvivere all’inferno sceso in Terra. E qua entriamo in scena noi, nei panni dell’instancabile Doom Slayer, pronto per una nuova crociata impedendo così a Khan Maykr, un essere supremo, di porre la parola fine al capitolo Terra.

Con Doom Eternal pare quasi che id Software voglia dimostrare che pure sul lato narrativo alle spalle Doom può esserci qualcosa di concreto, che sappia intrattenere. Un racconto che non passi inosservato o venga offuscato dalla violenza del suo gameplay ma che ci vada a braccetto. Ed ecco che con questo nuovo capitolo si costruisce una storia che va a raschiare dall’universo narrativo di Doom, da quella lore che meritava più attenzioni, e lega il nuovo corso a quello del passato con naturalità, andando a far luce anche sul passato del protagonista, e stabilendo un legame fin’ora lasciato in secondo piano. Pur nei limiti della serie e di quello che può offrire ci troviamo di fronte a personaggi ben più strutturati e carismatici, soprattutto per la controparte demoniaca, così come gli eventi stessi si susseguono con un ritmo serrato, con lo scopo di tenere incollati i giocatori fino ai titoli di coda.

Per la prima volta da quando abbiamo a che fare con Doom possiamo finalmente affermare, a cuor leggero, che la storia serve e fa la differenza.

Una differenza sostanziale che in termini di divertimento non ha pari, e giustifica le ore necessarie per salvare la Terra e sbarazzarci dei malefici demoni invasori.

Cambia anche il modo di raccontare il contorno dell’avventura, che si avvale nuovamente di collezionabili, sparsi qua e là nella mappa di gioco e ben nascosti alla vista, ma in Doom Eternal guadagnano un tono enciclopedico che serviranno a colmare la sete di conoscenza dei giocatori, che grazie a questa nuova verve di Doom, ne vorranno sicuramente sapere di più su tutto quello che gravita intorno alla sua storia.

Come abbiamo detto, con Doom Eternal, id Software non si è limitata a proporre il classico compitino da sequel, ma ha profuso ogni suo sforzo per migliorare il già ottimo prequel. Pochi cambiamenti ma tutti efficaci anche se nulla di effettivamente rivoluzionario in ambito FPS o che non fosse stato già fatto da altri. Però tutti questi accorgimenti vanno a perfezionare un gameplay che faticavamo a credere migliorabile.

Leggi anche il nostro hands-on di Doom Eternal!

Requiem for a Doom

Fra le novità introdotte quella che sicuramente ci ha colpito di più è la coesione fra ambientazione e gameplay, che si amalgano creando un gunplay quanto mai appagante, sia da vedere che da giocare.

La tuta del Doom Slayer guadagna nuove abilità base che espandono le possibilità in game. Ad esempio adesso è possibile eseguire due rapidi scatti multidirezionali che consentono di spostarci velocemente nella mappa. Questo trova subito un applicazione essenziale durante gli scontri a fuoco, dato che potremo evitare gli attacchi dei demoni o ridurre le distanze fra noi e loro. Tuttavia non è l’unica possibilità applicata allo scatto e l’altra novità che troveremo scesi in battaglia è un’innata attitudine platform che spinge a verticalizzare il level design e, a sua volta, il gameplay.

Adesso potremmo arrampicarci con più frequenza per sfruttare le altezze ed avere un vantaggio tattico sul nemico, o spostarci da una zona all’altra della mappa tramite degli appigli per cambiare di colpo la direzione della corsa e metterci al riparo.

Il gameplay ne guadagna ancora di più in freneticità, e se il Doom del 2016 vi sembrava caotico Eternal alza il livello, con scontri adrenalinici e stramaledettamente divertenti da affrontare.

La tuta consente di equipaggiare anche nuovi optional, e oltre alla granata a frammentazione trovano spazio una nuova variante criogena che congela istantaneamente tutto quello che si trova nel raggio d’azione, e un lanciafiamme che consumerà i nemici offrendoci preziosi potenziamenti per lo scudo. L’armatura Praetor potrà ricevere anche numerosi upgrade che aprono al giocatore un infinito spettro di possibilità. Troviamo i miglioramenti, che ci consentono di applicare tutta una serie di nuove funzioni legate alla tuta come l’efficacia delle bombe, i danni ambientali derivati dalle esplosioni o la capacità di esplorare la mappa mettendo in risalto collezionabili ed aree segrete.

Ci sono poi i Cristalli delle sentinelle, anch’essi da spendere per perfezionare le caratteristiche base della tuta, come il livello di salute, dello scudo o la quantità di munizioni in nostro possesso, o le Rune Demoniache, un altro mezzo per rendere la nostra tuta quanto mai più performante. Si tratta di 9 Rune sparse nel mondo di gioco che se raccolte andranno a sbloccare nuove perk. Rispetto agli altri miglioramenti queste potranno essere equipaggiate solamente 3 per volta e il loro effetto sarà cumulabile così da creare combinazioni quando mai efficaci e situazionali. Ad esempio combinando il controllo del movimento aereo con il Crono Attacco, abilità che farà rallentare l’azione in volo, in una sorta di bullet time, permette di riprendere fiato nel caos dello scontro e di pianificare, in quei pochi istanti di “calma” la prossima mossa.

Si perché rispetto al “vecchio” Doom, in Eternal vengono riviste tutte le dinamiche dello shooting system, rendendo il tutto più ragionato ed appagante, abbandonando almeno in parte lo stile caciarone del predecessore. Sia chiaro, la base del gameplay resta quella, e pure la filosofia dello sparare a tutto quello che si muove è un mantra che vi accompagnerà dall’inizio alla fine. Ma adesso maggior attenzione è stata riposta sui nemici e sullo sfruttamento dei punti deboli. Colpire le loro debolezze li renderà più vulnerabili e ci permetterà di farli fuori in maniera più rapida risparmiando sulla penuria di munizioni. Gli Aracnotron, dei cervelli meccanici dotati di torrette, possono essere messi fuori gioco facilmente eliminando prima la torretta, riducendo di fatto la loro potenza di fuoco. O ancora i Cacodemoni e Pinky se colpiti nei rispettivi punti strategici potranno essere “killati” in un’istante grazie alle Uccisioni Epiche, che tornano nuovamente in questo capitolo più scenografiche che mai. Quest’ultime andranno a caricare un nuovo colpo corpo a corpo chiamato Pungo di Sangue, un attacco in mischia super-caricato che se portato a segno trasformerà i nemici in una nuvola di sangue, o indebolirà le difese di quelli più grossi.

Un’arma che vale per 3

Un altro elemento che cambia totalmente aspetto al gioco lo troviamo nell’armamentario. Le armi adesso vengono suddivise in base al tipo di munizione che usano condividendole fra loro , ma cosa più importante l’introduzione delle Mod consente di espanderne il potenziale. Ogni arma, salvo qualche caso particolare, presenta 2 modifiche che è possibile applicare e che si aggiungono allo sparo default.

In questo modo potremo diversificarne il tipo di quella determinata arma, o sbloccare funzioni aggiuntive che ne intensificano o il rateo di fuoco o la potenza. Un chiaro esempio lo troviamo nel fucile a pompa, l’arma base con la quale inizierete l’avventura. Sbloccate le prime Mod quando andrete ad attivare lo sparo secondario potrete decidere se sfruttare una potente granata adesiva, o usare il fucile come una mini rail-gun, facendo fuoco ad oltranza, proiettili permettendo.

Questo apre la porta ad una varietà di situazioni senza pari, obbligando il giocatore ad una rotazione piuttosto frequente di armi e Mod così da rispondere alle varie situazioni in campo. Discorso a parte per la doppietta del Doom Slayer, l’arma iconica di Doom che in questo capitolo guadagna il Gancio da Macellaio, una sorta di arpione con il quale afferrare i nemici per catapultarci su di loro così da scaricare tutta la potenza dei nostri attacchi. Non solo un vantaggio offensivo, ma anche un modo tattico per riposizionarsi in battaglia, magari agganciando un nemico rimasto nelle retrovie.

E se tutto questo non bastasse, ogni Mod ha degli ulteriori potenziamenti e delle maestrie, che se raggiunte soddisfacendo i requisiti, andranno ad aggiungere ulteriori effetti.

Questa nuova gestione delle armi è uno degli aspetti che più ci ha convinto e che ha permesso agli sviluppatori di sperimentare espandendo di fatto l’arsenale ad un livello che mai ci saremmo aspettati, premendo l’acceleratore sul fattore varietà. Forse il sistema di cambio Mod, affidato alla croce direzionale del pad non è sempre il modo migliore per effettuare il cambio, in quanto il giocatore è obbligato a fermarsi, ma una volta presa la mano vi troverete di fronte ad un gunplay estremamente gratificante.

Se credete che le novità siano finite qua vi sbagliate di grosso. Anche in Doom Eternal fa il suo ritorno la motosega, l’immancabile compagna di mille avventure del Doom Slayer, che in questa nuova uscita si vede ricollocata come arma secondaria da sfruttare in caso di bisogno per ripristinare le scorte di munizioni. Mentre i nemici base potranno essere fatti fuori utilizzando una delle 3 taniche di benzina disponibili (una delle quali si caricherà sempre automaticamente) per quelli più grossi sarà necessario consumare tutte le nostre riserve per affettare i demoni più ingombranti.

E dopo una fugace apparizione in Doom, qua ci troviamo ad impugnare il Crogiolo, una reliquia sacra delle Sentinelle e in grado di tagliuzzare qualsiasi nemico con un colpo solo. Essendo un arma estremamente forte, sarà possibile sfoderarla a patto di avere le cariche necessarie che ne permettono l’utilizzo.

Doom cambia pelle

I numerosi cambi al gameplay e al level design sono aspetti importanti di questo Doom Eternal. Nulla viene lasciato al caso e ogni aspetto del precedente titolo viene rivisto in toto, migliorato e reso utile ai fini del gioco. Anche l’esperienza esplorativa cambia, diventa più “friendly” grazie alle nuove possibilità offerte dalla tuta così da permettere ai giocatori di raccogliere tutti i segreti che la mappa nasconde.

L’esplorazione è quindi più stimolante e risulta meno criptica e facilmente gestibile grazie alla nuova mappa tridimensionale che segna tutti i punti di interesse vicini a noi. A rendere le cose ulteriormente più facili senza necessariamente dover riaffrontare l’intero livello possiamo sfruttare il nuovo viaggio rapido, che ci consente di tornare sui nostri passi una volta raggiunta la fine dello stage. Viene mantenuto uno schema a “corridoio” che incanala il giocatore dal punto di partenza fino all’uscita del livello, ma l’accentuazione della componente platform a cui accennavamo prima, lima il senso di linearità esplorativa. In Doom Eternal si salta molto, e bisogna spesso essere millimetrici per raggiungere la nostra meta. Questo porta ad esplorare con attenzione il livello in cerca di appigli o piattaforme da raggiungere, e diversi passaggi vanno a riempire un po’ il vuoto fra un combattimento e l’altro.

Questa nuova formula di Doom spinge sul fattore della rigiocabilità. Potremo riaffrontare i capitoli di Doom Eternal magari scegliendo uno dei livelli di difficoltà più alti, mettendo alla prova la nostra sanità mentale, o completando le numerose sfide, sia quelle legate al livello scelto, o quelle evento proposte con cadenza settimanale e che consentiranno di ottenere l’accesso ad oggetti sbloccabili come ad esempio le estetiche per personalizzare il Doom Slayer. O ancora completare gli eventi Segreti, prove a tempo dalla difficoltà sempre crescente o i cancelli degli Slayer, intensi scontri ad ondate disponibili solamente dopo aver recuperato la chiave d’accesso e che consentiranno di ottenere una succosa ricompensa una volta portati a compimento. E una volta completato il completabile perché non dedicarsi a qualche partita attivando i Cheat, reperibili come oggetti collezionabili, che se selezionati attiveranno in partita dei modificatori, come la God Mode, i proiettili infiniti o intensificare la difficoltà come la modalità Carestia, nella quale i nemici uccisi non forniranno ne energia ne scudi. E se a questo punto non siete ancora soddisfatti saranno disponibili i Livelli Master, veri e propri “remix” dei capitoli già affrontati che proporranno scontri diversi da quelli base e nemici decisamente più agguerriti.

Sebbene Doom proponesse una modalità multigiocatore, a detta di Bethesda molto seguita ancora oggi, con Doom Eternal assistiamo ad un cambio di rotta radicale per quanto riguarda il PVP. Intitolata Battlemode è a conti fatti un multiplayer asimmetrico, nella quale 3 giocatori dovranno scontrarsi impersonando uno il Doom Slayer, mentre i restanti saranno al comando dei demoni e del loro esercito. Al momento in cui scriviamo i server della Battlemode sono offline e apriranno il 20 Marzo, giorno d’uscita di Doom Slayer, motivo per il quale torneremo a parlarvene prossimamente.

Nonostante questo abbiamo avuto modo intanto di aggirarci fra i tutorial e le sensazioni che sono emerse sono quelle di una modalità con del potenziale, che cerca di riversare nel multigiocatore tutte le finezze del gunplay di Doom Eternal. Il ristretto numero di giocatori e il supporto post lancio promesso da Bethesda e id Software potrebbero garantirne il successo, dando così spazio ad una modalità che cerca di offrire qualcosa di diverso dai classici Team Death Match e affini, con soluzioni ludiche che si avvicino di più allo spirito di Doom, e non vista necessariamente come un prodotto a sé.

Bellezza Mortale

Doom Eternal arriva a 4 anni di distanza dal precedente titolo, periodo che ha permesso a id Software di affinare al meglio il proprio motore di gioco aggiornando il “vecchio” id Tech alla versione 7. In cosa si traduce tutto questo? Semplice, in un comparto tecnico di prim’ordine. Complessivamente ci troviamo ad un upgrade grafico di tutti gli elementi di gioco, dalla modellazione dei mostri al sistema di illuminazione, più realistico rispetto al passato.

Encomiabile il lavoro svolto sul fronte del level design, che spinge le architetture verso l’alto puntando sull’esplorazione ambientale e la componente platform, fino ad ora estranea alla serie di Doom. Le ambientazioni poi tentano di scrollarsi di dosso una certa omologazione impressa dal capitolo del 2016, cercando quanto mai di diversificarsi fra loro, proponendo inedite città futuristiche, o ambientazioni terresti, tutto legato dal fil ruge della distruzione e della possessione demoniaca. A proposito di demoni tanto lavoro è stato fatto nella realizzazione dei nemici, che fra vecchie conoscenze e nuove mostrosità, presentano modelli le cui parti si distruggeranno e lacereranno sotto i nostri colpi in maniera visivamente efficace in termini di volenza e gore. Fra esplosioni, demoni e i nostri movimenti schizorenici Doom Eternal non si lascerà mai cogliere impreparato dalla minima esitazione, con una performance tecnica da 10 e lode. La fluidità è un caposaldo di Doom per garantire un gameplay impeccabile e senza sbavature.

Anche sul lato sonoro, pur non avendo grossi stravolgimenti come in altri campi, ci viene affidata una soudtrack musicalmente potente che viaggia fra i classicismi della serie, con un tema principale pronto a spaccarvi le orecchie non appena daremo il via all’azione, e tracce da “sparare” a tutto volume dalle casse della vostra TV o dell’home theater. Buono pure il doppiaggio italiano, che essendo più presente per l’attenzione maggiore rivolta verso la narrativa, resta più incisivo risspetto al prequel.

Doom Eternal sarà disponibile dal prossimo 20 Marzo su PlayStation 4, Xbox One e PC, mentre la versione Nintendo Switch arriverà nel corso dell’anno.

Doom Eternal
Doom Eternal è il seguito che non ti aspetti. Nonostante gli ottimi risultati ottenuti con il capitolo del 2016, id Software compie un altro passo in avanti, confezionando quello che già da ora possiamo affermare uno dei giochi dell'anno, e con molta probabilità uno dei migliori FPS della generazione. Ancora più violento, più frenetico, e con una profondità di gameplay inaspettata, Doom Eternal parte dalle basi del prequel migliorando tutti i vecchi aspetti, anche laddove c'erano pochi margini, firmando uno dei capitoli di Doom più riusciti e convincenti di sempre. La differenza è così lampante che trovarsi a rimettere mano ora al prequel dopo essere passati da Eternal è come tornare a giocare ad un tirolo di una generazione passata, tanti sono i miglioramenti apportati. La svolta narrativa, adesso bella convincente e tangibile, così come il lavoro fatto a livello di level design per introdurre nuovi elementi platform giocano tutti a favore di un gameplay che merita di essere assaporato fino all'osso. Più e più volte. Ed è anche difficile trovare qualche difetto, perchè a questo giro Doom Eternal sfiora la perfezione, e non abbiamo paura di ammetterlo. Potremmo lamentarci forse delle poche Boss Fight presenti, o della lunghezza esasperante di alcune battaglie (con dei check point mal posizionati) ma sinceramente il risultato finale è così appagante che tutto il resto gli scivola addosso, lasciandoci con una sola convinzione, quella di voler tornare a farci un'altra partita a Doom Eternal.
Pro
Il miglior capitolo di Doom di sempre
Gameplay migliorato in ogni aspetto
Tecnicamente un pezzo da 90
Contro
Alcuni scontri sono veramente lunghi
Avremmo preferito qualche boss fight in più
Quali sono le potenzialità della Battlemode?
9.2
Voto