Fabula: Intervista agli autori Lorenzo Ghetti e Francesco Guarnaccia

Quattro chiacchiere su Fabula insieme ai due autori

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Fabula: Intervista agli autori

Grazie a saldaPress ho avuto l’occasione di intervistare, insieme ad alcuni colleghi, Lorenzo Ghetti e Francesco Guarnaccia, autori di Fabula, fumetto tutto italiano che sarà disponibile dal prossimo 6 maggio.

Durante l’intervista, abbiamo parlato ovviamente di come è nato il Regno di Fabula, ma anche delle ispirazioni e di come nasce l’umorismo dei due autori. Prima di lasciarvi alle domande e  alle relative risposte, qui sotto trovate la sinossi del volume, mentre la recensione sarà su queste stesse pagine la prossima settimana.

Nel Regno – un mondo magico in cui la realtà è controllata da forze che trascendono ogni logica – stanno iniziando a girare strane credenze che mettono in discussione le leggende su cui si è basata finora la vita di tutti. Ad esempio: che le formule magiche per chiedere ai folletti di curare il raffreddore sono solo una baggianata e che esistono invece delle cose invisibili chiamate “batteri” che causano le malattie. Oppure che la Terra non è in realtà una frittella ai mirtilli appoggiata sulla schiena del Criceto Cosmico ma una sfera che ruota nello spazio. Così, quando il popolo inizia a credere a queste voci infondate e folli, il Regno rischia di cadere nel caos. Toccherà all’alchimista Rita, e al suo Golem Gidil scoprire cosa si nasconde dietro tutte queste “false notizie”.
Lorenzo Ghetti e Francesco Guarnaccia firmano con FABULA un divertente graphic novel dal taglio fantasy in grado di far riflettere con un sorriso su un argomento serio e di grande attualità: le false credenze – o, più in generale, le bufale che pervadono oggi la comunicazione – possono minare alla base la coesione di una comunità?
Avete fatto leggere Fabula a due target di pubblico opposti, come a esempio  i più giovani e i più anziani, e quali sono state le reazioni?
Ghetti: Fabula è nato come fumetto Web, quindi inizialmente è stato letto in digitale e in inglese, quando usciva a episodi aveva un pubblico molto ristretto. Se devo pensare alla forbice  ho la mia famiglia, i miei genitori, i miei zii, che si sono divertiti. Mio padre se ha dubbi me li ha sempre posti, mia zia ha studiato comunicazione del cinema e della televisione, quindi se ci fosse stato qualcosa che non gli tornava me lo avrebbero fatto notare. Sul lato piccoli invece lo leggevo al figlio di mia cugina, che ai tempi aveva 8 anni, e si era divertito, soprattutto perché c’erano le parolacce! (ride) Gli insegnavo l’italiano e lo utilizzavo un po’ come esercizio. Dal mio punto di vista ho avuto un feedback positivo da queste due fasce d’età.
Credo comunque che noterete leggendo il fumetto, che sia io che Francesco siamo grandi fan dell’animazione statunitense, Adventure Time, Steven Universe, Gravity Falls, quelli sono prodotti trasversali che sembrano fatti per bambini ma ammiccano tantissimo agli adulti. abbiamo pescato da quel tipo di trame e situazioni.
Guarnaccia: Secondo me, e non lo dico perché ci ho lavorato, è un fumetto fruibile sia da chi è molto giovane sia da chi è molto anziano, anzi probabile quest’ultimo si diverta di più, perché è un’avventura fantasy ma tratta anche tematiche attuali.
Parlando della storia, nella piazza del fumetto arrivano tre bardi, uno rappresenta Instagram, uno Facebook e uno Twitter, ci potete raccontare come è nata la figura del bardo a partire dal relativo social network?
Ghetti: Inizialmente mentre lavoravamo al fumetto per la piattaforma  web c’è stata una fase di brainstorming, dove eravamo io, Francesco, Massimo (responsabile della piattaforma) e Micael, il ricercatore che stava lavorando all’algoritmo per rilevare le bufale. Proprio Micael ci dava qualche spunto su ciò che poteva essere utilizzato all’interno della narrativa ed è proprio durante una di queste riunioni che è nata l’idea dei Bardi. Usare un bardo è stata un’idea di Francesco ” I social network in questo mondo potrebbero essere dei bardi che arrivano in piazza”. Poi io ho approfondito, per decidere cosa avrebbero fatto, ho scelto Facebook Twitter e Instagram, sono uno sceneggiatore molto pigro perché so che Francesco poi farà le sue magie. Io do una linea guida e lui poi ha pensato al concept e al design del personaggio. Mi ricordo che però avevo suggerito una cosa per Instagram, ma è stato lui a  decidere che avrebbe avuto solo immagini quadrate nella sua borsa. E in effetti ci stava.
Guarnaccia: Lorenzo la definisce con accezione  negativa, chiamandola sceneggiatura pigra, ma in realtà è quella che mi piace di più e quella che uso spesso quando faccio lo sceneggiatore perché lascia spazio al disegnatore di riempire con la sua personalità e appiana la differenza di ruoli. Ovvio che  avendo intercettato qual è il meccanismo che trasforma il social network in un personaggio poi per me è stato automatico crearne il design.
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  • Ghetti, Lorenzo (Author)
Avete pensato che Rita, smontando le nostre verità nel suo mondo, possa essere vista come figura negativa a supporto delle Fake News?
Ghetti: Abbiamo avuto la fortuna e il piacere che il moderatore e creatore di Butac ha scritto la prefazione e ha letto il fumetto mentre eravamo in fase di revisione. E sulla gag dei vaccini ci ha detto di fare attenzione perché era ancora una cosa molto discutibile, e infatti ho riscritto la scena. Rita nella nuova stesura aumenta il valore delle fatine, dando l’idea che chi ti cura dalle malattie sa cosa sta facendo. Forse è l’unico punto, ed è una delle prime scene sulle Fake News, lo sbocco narrativo ancora non si è interpretato. Comunque da una parte è voluto: volevo mettere il lettore dalla parte sbagliata della storia. Il lettore deve essere chi crede alle Fake News, mettersi nei panni di chi ci crede. Infatti le successive sono meno complesse. Come la questione tra censura e libertà di parola, che ci tenevo moltissimo a trasportare su fumetto. E il dubbio su cosa sia meglio tra i due. Il libro deve dare uno spunto di riflessione non un’opinione vera e propria.
Guarnaccia: C’è un momento molto bello in Fabula, tra Gibil e Rita proprio riguardo censura e libertà di parola, è molto toccante e rappresenta a pieno gli ideali di Rita. Perché Rita è l’eroe della storia? Perché non da niente per scontato, lei per correggere le Fake News si mette in prima linea e vive le sue avventure con Gibil per dimostrare i fatti.