Fate/stay night: Heaven’s Feel – II. lost butterfly cambia il corso della Guerra per il Santo Graal, tra oscure rivelazioni e macabre battaglie
Già l’anno scorso, in occasione dell’uscita di Fate/EXTELLA Link, vi ho anticipato quanto la serie di Fate sia uno dei brand più complicati a cui approcciarsi, soprattutto per la quantità di materiale da dover recuperare senza un reale ordine preciso. Tra novel, film, serie animate, manga e anche videogiochi, l’epopea della Guerra per il Santo Graal abbraccia praticamente ogni media.
Quest’oggi si parla invece dell’universo più conosciuta del brand, con ben due serie animate (di cui una completamente dimenticabile e l’altra tutta l’opposto) e che ha portato i Servant e il Santo Graal al cinema. Proprio con questa trilogia di film Fate/stay night esplora l’ultima route disponibile della visual novel, quella più cupa e macabra e incentrata su Sakura.
L’opera di Type Moon nasce infatti come visual novel che, come da tradizione per il genere, varia il proprio racconto a seconda di dove è incentrato il focus. Così Heaven’s Feel percorre un percorso alternativo a quello di Unlimited Blade Works, sacrificando elementi già noti agli spettatori, e cambiandone completamente altri.
Nell’attesa che Dynit porti da noi anche il terzo e ultimo film (probabilmente il prossimo anno), parliamo un po’ del secondo capitolo della trilogia, intitolato Lost Butterfly, che al momento è disponibile in streaming legale su Netflix e in vendita in formato home video nei negozi selezionati.
Lost Butterfly riparte esattamente dal punto in cui si è fermato il primo film (trovate anche quello su Netflix): Saber viene inghiottita dalla misteriosa entità oscura e Shirou perde quindi il titolo di Master. Il ragazzo però non si darà per vinto, anche perché nella città iniziano a verificarsi strane sparizioni e omicidi, apparentemente opera di Zouken. Shiro si allea così a Tohsaka e al suo Archer, quando viene attaccato a sorpresa da Shinji e Rider. Per una serie di eventi e rivelazioni più o meno evidenti a chi già conosce la route Heaven’s Feel, il focus del racconto si sposta su Sakura, che, sempre a causa del fratello Shinji, perde il controllo del proprio mana.
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Da questo momento il film collassa in atmosfere decisamente più cupe e macabre rispetto alla serie Unlimited Blade Works e, nonostante un primo assaggio della crudeltà della route ci sia già stato dato nel primo film, le pedine sul campo della Guerra per il Santo Graal cadono una dopo l’altra.
La storia di Lost Butterfly è più matura, ed esplora anche la sfera emotiva di Shirou e Sakura (così come del resto accade nella visual novel). La ragazza brama il suo amato, e ha bisogno del suo sangue per ripristinare la propria energia magica. Ne conseguono scene più spinte del solito che potrebbero anche causarvi imbarazzo, più per la durata eccessiva delle stesse che per quanto succede.
Fortunatamente non mancano le battaglie, sebbene siano presente in minor numero rispetto al primo film, gli scontri animati da Studio Ufotable e diretti da Tomonori Sudo sono entusiasmanti e intensi, non sfigurando con quanto visto nella serie regolare. Avendo visto anche il film in sala lo scorso anno, non nego che lo scontro tra Berserker e un determinato personaggio è riuscito a caricarmi inconsciamente di adrenalina.
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La trama prosegue tra dialoghi di spiegazione sull’oscura entità che minaccia la città, il passato di Sakura e Tohsaka, e ovviamente la maturazione di Shirou, motivato a divenire un paladino della giustizia nonostante l’assenza di Saber al suo fianco. Gli eventi prendono una piega completamente diversa da quanto visto nella serie animata, lasciando presagire un finale più cupo per i nostri protagonisti.
Il principale difetto di Lost Butterfly è proprio l’assenza di un finale. Trattandosi del capitolo di mezzo di una trilogia, non può essere visto senza il precedente e soprattutto non può essere giudicato nella sua interezza senza una conclusione.
Prima di passare all’analisi del prodotto home video, vorrei spendere due parole sul doppiaggio e l’adattamento di Dynit. Checché ne possano dire i puristi, o gli amanti della lingua originale (che troveranno comunque il doppio audio in formato 5.1), il cast di Fate/stay night è uno dei più indovinati degli ultimi anni. Salvo qualche rara eccezione, ogni voce calza a pennello sul personaggio assegnato, a partire da un ottimo Federico Viola su Shirou, un’altrettanto convincente Katia Sorrentino su Tohsaka e un maestoso Maurizio Merluzzo su Archer che, nonostante il ben poco spazio di questo secondo film, ha tutto il tempo per lasciare comunque un segno.
L’edizione Home Video di Lost Butterfly è consigliata agli amanti della serie, o a coloro che hanno il feticcio del formato fisico ( preoccupati che prima o poi Netflix possa rimuover eil film dal catalogo) all’interno della first Press troverete una cartolina da collezione, il poster dell’evento al cinema di due giorni del 2019 e un piccolo artbook di 32 pagine, contenente immagini promozionali e bozzetti dei personaggi. Un’edizione di fattura pregevole, anche grazie alla slip case di cartone che racchiude la confezione di plastica. Peccato ancora una volta per i contenuti extra su bluray, ovvero solamente i trailer e le pubblicità dei film in arrivo nel catalogo Dynit.
Nell’attesa che la stessa Dynit annunci l’arrivo del terzo ed ultimo capitolo della trilogia, ai fan non resta che l’home video e lo streaming legale, sperando in tempi migliori per il cinema.