Fantasy, magie e parkour tra alti e bassi, ecco Forspoken
Fin dalla sua produzione ad oggi, Forspoken è mutato tante di quelle volte, da perderne persino il conto. Annunciato inizialmente come Project Athia e poi successivamente cambiato proprio in Forspoken, il titolo sviluppato da Luminous Productions si era mostrato in una demo poco prima della sua uscita, che sì, poco mi aveva convinto sul lato tecnico, ma che mi lasciò invece molto incuriosito dal suo gameplay. Ad oggi, a distanza di due mesi da quella demo, ho passato parecchie ore sul gioco, tornandoci sopra proprio in questi giorni per vedere e testare il lavoro svolto dagli sviluppatori sulla risoluzione di problemi tecnici, grafici e non solo, di cui era afflitto inizialmente il gioco. E dopo aver provato il gioco in ben tre fasi diverse dalla sua precoce vita, ecco la mia disamina finale del titolo prodotto da Square Enix, che ho avuto modo di provare su PlayStation 5.
Entrati nel mondo di Forspoken, ci ritroveremo nei panni di Frey Holland, una giovane teppistella abbandonata e vittima di bullismo di New York City, che rischia di finire in carcere per diversi furti e compagnie non proprio raccomandabili. Ma nonostante le difficoltà, Frey riesce comunque a mettere da parte un’ottima somma di denaro, in modo di lasciare per sempre la città e cominciare una nuova vita con la sua gattina Homer. Sul più bello però, una gang di teppisti con cui la ragazza ha dei conti in sospeso e da cui era scappata poche ore prima grazie alla sua agilità nel parkour, le incendia la casa abusiva dove alloggiava.
Alla fine per salvarsi insieme alla sua gatta, Frey sacrificherà i soldi e quando ormai in preda alla disperazione mentre viaggia senza una meta in città non sa più cosa fare, si imbatte casualmente in uno strano bracciale, che una volta insossato per mera curiosità, la teletrasporta in un altro mondo dalle forti tinte fantasy. Arrivata ad Athia, Frey, con sommo stupore scopre che il suo bracciale è in grado di parlare, facendo così la conoscenza di Cuff, che in maniera comica e puntigliosa le spiegherà dove è finita. Poco dopo esplorando la zona, Frey viene attaccata da un enorme drago, ma proprio grazie al suo bracciale, riesce ad attivare dei poteri mistici di difesa che le fanno da scudo e di aumentare drasticamente le sue abilità di parkour, mettendosi così in fuga dal drago.
Superato l’ostacolo del drago, Frey chiede spiegazioni a Cuff che le racconta che Athia è un mondo afflitto dalla Corruzione, una potente nebbia malefica che trasforma ogni essere in vita in un mostro, ma che per ragioni ignote e incredibili non sembra far effetto su Frey. Da qui ha inizio l’avventura di Frey nel mondo di Athia in cui la giovane ragazza cercherà un modo per tornare nel suo mondo e superare le avversità e i misteri che popolano il regno di Athia.
Parlando del gameplay, Forspoken offre tre modalità di difficoltà per la sua campagna: Facile, Normale e Difficile, in cui per tutte le modalità sarà possibile bilanciare il sistema di gameplay. Tra le opzioni troviamo quella di aggiungere la mira assistita, rallentare o bloccare la ruota degli incantesimi, scegliere di regolare i danni subiti, il recupero del vigore, l’uso automatico delle cure, il cambio automatico degli incantesimi e persino la schivata automatica. Tutte opzioni per rendere il gioco sia accessibile a chiunque, sia per settarlo a proprio piacimento. Inoltre, grazie alla patch potremo impostare anche tantissime opzioni come la raccolta di oggetti e lo scassinamento automatico, l’immunità alla propria magia, i vari tipi di agganciamento al nemico e molto altro ancora.
Entrando nel vivo del gameplay, Frey grazie al suo bracciale permetterà al giocatore di utilizzare un sistema di incantesimi composto da diversi elementi (stile The Witcher), che le serviranno per proteggersi dalle minacce di Athia. Utilizzando il tasto L1 o R1, difatti si aprira un menù a comparsa circolare che potrà bloccare il tempo o rallentarlo in base alle proprie preferenze, per pensare così quale tattica e incantesimo utilizzare a seconda della minaccia che ci si parrà difronte. Senza approfondire e farvi spoiler di gioco, Frey avrà quattro incantesimi base elementali, di cui ognuno disporrà di tre magie offensive e otto di supporto. In pratica premendo L1 potremo selezionare le magie di supporto, che avranno bisogno di ricaricarsi dopo l’utilizzo, mentre con R1 selezioneremo quelle offensive, che invece saranno ad uso infinito.
Per scatenare la nostra bocca di fuoco, una volta aperto il menù delle magie, basterà selezionare con la levetta analogica l’incantesimo da usare, per poi premere R2 per usare quelle offensive, mentre L2 per quelle di supporto. Ovviamente sarà possibile concatenare e sperimentare diverse magie insieme, passando da un elemento ad un altro sia automaticamente, sia usando le freccette direzionali rapidamente, offrendo così a Frey una varietà offensiva veramente impressionante e soprattutto con tantissimi poteri che garantiscono meccaniche uniche in combattimenti coreografici e frenetici. Per quanto riguarda la difesa invece, Frey potrà sia scchivare grazie alla sua velocità o effettuare una contromossa che con il giusto tempismo stordirà ad area i vari nemici dopo esser stati colpiti da essi.
Tutti gli incantesimi ovviamente potranno essere potenziati dal menù inerente alle magie, dove troveremo diversi skill tree per ogni elemento magico. Percorrendo il mondo di gioco difatti incapperemo in diversi fonti di mana, che una volta recuperato passandoci sopra con Frey, permetteranno di sbloccare sia abilità uniche, sia di aumentare l’effetto e la potenza degli incantesimi stessi. Inoltre applicando diverse sfide inerenti ai vari incantesimi da utilizzare negli scontri, una volta raggiunta la richiesta della challenge, potremo anche potenziare al massimo ogni incantesimo, in modo di rendere Frey una minaccia da non sottovalutare.
Parkour? Parkour!
Una delle cose che maggiormente mi ha stupito del gioco è stato sicuramente l’interazione dei movimenti di Frey nell’open world di Forspoken: il suo cosiddetto parkour magico. Munita del suo vecchio paio di sneakers, Frey con la pressione del tasto cerchio, potrà sfrecciare per le terra di Athia a velocità siderale, permettendole di scalare rocce, percorrere in breve tempo la mappa e superare ostacoli con acrobazie e salti spettacolari, grazie a del mana che in questo caso funzionerà da stamina. A mio avviso il parkour, non solo è funzionale e fila liscio come l’olio, ma è anche curato ottimamente a livello estetico e super divertente da usare, cosa che mi ha fatto chiudere più volte un occhio sulla parte esplorativa del gioco, che se non fosse stato per questa meccanica, avrei sicuramente evitato.
Difatti il titolo a parte le missioni principali, offre veramente ben poco di succoso nonostante sia un open world, visto che molto spesso ci saranno sempre le stesse cose da fare. Possiamo trovare dei punti di interesse in cui fare foto, rifugi dove salvare, torri utili per svelare la mappa e utilizzare il viaggio rapido, alcuni antichi ruderi dove ripulire l’area dai nemici, fare amicizia con dei particolari gatti o una manciata di dungeon sotterranei dove affrontare dei boss opzionali. Se da una parte il ripetersi di queste secondarie può portare alla noia, dall’altro lato esplorare tutte queste zone però permetterà di potenziare notevolmente Frey.
Svolgendo queste secondarie e ottenendo diversi oggetti come risorse, mana, mantelli, collane e smalto per le unghie, infatti potremo potenziare non solo gli incantesimi, ma anche craftare il nostro equipaggiamento andando ad aggiungere diversi buff alle abilità della protagonista, come infliggere più danni, ottenere una ricarica più veloce in base ai punti salute, aumentare la difesa o l’attacco e molto altro ancora. Inoltre nei rifugi, sarà possibile anche creare borse più capienti e craftare materiale per creare diverse pozioni utili nei combattimenti più ostici. In totale svolgendo tutto, tra main story e secondarie, la durata del gioco diciamo che può aggirarsi indicativamente tra le 20/25 ore in base alle proprie skills e difficoltà.
Un comparto tecnico che ha veramente poco di magico
Se dal punto del gameplay ho trovato un gioco che offre notevoli spunti interessanti e a tratti anche sorprendenti, sul versante tecnico invece non ci siamo proprio, visto che il lavoro svolto da Luminous Productions fa acqua da tutte le parti. Eh no, non è bastata una semplice magia per risolvere tutto, infatti nonostante una corposa patch uscita pochi giorni fa, i problemi maggiori ahimè sono rimasti. Partiamo dal presupposto che a livello grafico il gioco non è assolutamente un titolo per next-gen, visto che sia a livello di ottimizzazione, sia per quanto riguarda le animazioni facciali (soprattuto per i personaggi secondari), ci troviamo difronte a qualcosa di veramente bruttino da vedere, salvo alcune ambientazioni di Athia.
Inoltre il titolo soffre di un problema grave di luci e ombre, con un settaggio veramente mal gestito come per esempio un alone di ombra che sembra avvolgere il gioco ogni volta che si entra ed esce dal menù. Mi sembra quasi assurdo che un titolo del genere non sia uscito su PlayStation 4, visto che il gioco a mio avviso poteva reggere tranquillamente la console old-gen di Sony. Ad ogni modo, il titolo presenta tre diverse modalità, che in base alla nostra scelta andranno a privilegiare la qualità dell’immagine, le prestazioni o quella del ray tracing.
Dopo averle provate tutte, anche se a differenza della demo ho riscontrato molti meno cali di frame, dal mio canto ho preferito la prima opzione, che dona un impostazione standard con un frame rate stabile di 60fps in 4k. Nonostante già a livello grafico questo titolo abbia i suoi bei problemi, il reale e principale problema di Forspoken però è la sua narrativa. Partendo dal presupposto che il gioco soffre di questo problema dal suo inizio, fino alla sua fine, la cosa che più mi ha stupito è che nel momento in cui sembra decisamente impennare, si ferma drasticamente, franando così nel suo momento migliore e soprattutto senza un motivo logico.
Ragionandoci su, l’unica cosa che mi porta a pensare ad una scelta simile è solo una: che il gioco sia stato tagliato e cambiato bruscamente. Andando ad esaminare infatti interviste e rivelazioni, la scrittura del gioco inzialmente era nelle mani di Gary Whitta, sceneggiatore noto ad Hollywood per Rogue One: A Star Wars Story, alcuni episodi di Star Wars Rebels e i giochi a forte contenuti di narrativa della Telltale Games su The Walking Dead, per poi passare nel corso dello sviluppo nelle mani di Amy Hennig (Uncharted, Legacy of Kain, Jak 3) e Todd Stashwick.
A detta di Whitta, Square Enix, che cambiò più volte idee sullo sviluppo della trama, alla fine lo ricontattò pochi anni dopo per rimettere mano nuovamente sulla scrittura del gioco, ma con lo scrittore che dovette rifiutare per altri impegni, rivelando in questi giorni che il gioco non è minimamente quello pensato e creato inizialmente dal suo team.
Ciò nonostante, la presenza di una gran storyteller come la Hennig sembra quasi irrilevante, con la scrittrice che sembra aver perso lo smalto dei suoi precedenti lavori e sembrando quasi irriconoscibile, per via di una caratterizzazione a dir poco malriuscita della protagonista, in cui Frey (interpretata da Ella Balinska) è tanto bella, quanto insopportabile. Ad aggiungersi troviamo dialoghi scritti malamente, una spalla comica come il bracciale Cuff che tendenzialmente stufa ben presto e un mancato percorso di crescita della protagonista che rimane dall’inizio alla fine troppo sboccata e una lagna continua fuori luogo e ai limiti del sopportabile. Anche il comparto sonoro sfortunatamente offre il fianco scoperto, con un doppiaggio non sempre brillante e con un terribile scatto del gioco nel momento in cui andremo a skippare i dialoghi, che ho trovato parecchio fastidioso.
Nota positiva, la possibilità di limitare le interazioni di Cuff dal menù, che perlomeno è stata un’ottima trovata degli sviluppatori. Peccato però che non ci sia quella per zittire per il 90% delle volte in cui parla la protagonista. A chiudere invece troviamo l’ottima soundtrack del gioco, curata dall’accoppiata Bear McCreary e Garry Schyman, autori di tantissimi prodotti cinematografici e videoludici come God of War Ragnarok, Bioshock, Dante’s Inferno, Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere, The Walking Dead e Black Sails per citarne alcuni, che riesce ad emozionare e offrire notevoli brani che si amalgamano perfettamente con le atmosfere fantasy di Athia.
Un’occasione mancata e tanto, tanto potenziale sprecato!
Quindi a conti fatti cosa ne penso di Forspoken? Beh, che sia stato un progetto con tanto, tantissimo potenziale, ma enormemente sprecato. Soprattutto perchè il gioco fa del suo perno centrale più la compontente narrativa, piuttosto che del suo open world, che alla fin fine propone una mappa con diverse macro-zone ultra ripetitive. Ed il problema è che fra tutte le sue caratteristiche è proprio il suo fulcro principale il punto più debole del titolo sviluppato da Luminous Productions, con un mondo di gioco e una lore interessantissima e con enorme potenziale, ma raccontata nel peggiore dei modi. Aggiungiamoci una protagonista e co-protagonista insopportabili, ed et voilà abbiamo la ciliegina sulla torta.
Ciò non bastasse, nonostante un ottimo gameplay e delle meccaniche veramente interessanti che danno il meglio di se nelle pochissime boss fight e nel parkour magico, il gioco pecca anche graficamente, andando così a confenzionare un prodotto colmo di difetti e veramente poco ispirato. Cosa che sinceramente non ci mi aspettavo minimamente da un titolo esclusivo, fortemente sponsorizzato da Sony ed usato anche per mostrare al mondo la potenza di PS5 durante la sua presentazione nel 2020. Ahimè, riponevo parecchie speranze in questo titolo e ne sono rimasto scottato, anche se son quasi certo che lo sviluppo di questo titolo sia incappato in diversi tagli e notevoli problemi a noi sconosciuti.
Sotto sotto la mia speranza e che Luminous Productions, oggi assorbita da Square Enix, impari meglio la lezione e sfrutti nel futuro le meravigliose potenzialita mostrate dal gameplay proposto in Forspoken, perchè con una buona trama, perlomeno raccontata e gestita bene, e una miglior cura della protagonista, potremo avere in futuro un ottimo gioco tra le mani.
Vi ricordiamo infine che Forspoken è disponibile su PlayStation 5 e PC.