Il Diario di Anne Frank nell’adattamento franco-belga di Ozanam e Nadji
Disponibile nelle librerie e negli store online, Il Diario di Anne Frank, edito da Star Comics, è uno splendido adattamento a fumetti del celebre Diario, ideato da Ozanam e Nadji, due tra i più celebri esponenti dei graphic novel franco-belga. Sì, perché non siamo semplicemente di fronte a una mera trasposizione del libro che tutti conosciamo, ma l’operazione fatta dai due autori, in particolare dallo sceneggiatore Ozanam, è stata quella di raccontare ciò che Anne, attraverso il Diario, faceva intendere di sé e del suo periodo vissuto in segregazione, nel retrocasa. In particolare, sono stati approfonditi i due anni in cui lei e la sua famiglia hanno vissuto nascosti. Accanto, quindi, ai fatti storici, ecco pulsare anche le emozioni adolescenziali di Anne, spesso in balìa di frustrazioni, paure, ma anche gioia e gratitudine, a dispetto delle circostanze.
La storia di Anne non ha certo bisogno di introduzioni. Fin da piccoli ci viene raccontata a scuola e quasi sicuramente ci saremmo imbattuti più di una volta nella sua piccola grande opera. Tutti noi conosciamo il tragico destino suo e della famiglia, composta dai genitori Otto ed Edith, e dalla sorella Margot. Ebrei tedeschi, i Frank erano scappati in esilio nei Paesi Bassi per sfuggire alle persecuzioni razziali, messe in atto dal regime nazista di Adolf Hitler. A 13 anni, Anne riceve il famoso Diario, in cui – rivolgendosi a un’immaginaria Kitty – ci narra la sua quotidianità, nella paura che lei e gli altri abitanti del nascondiglio vengano scoperti.
Nelle prime pagine del graphic novel, veniamo a conoscenza di com’era la vita di Anne, spensierata e piena di sogni, prima di quel mercoledì 8 luglio 1942. Costretta a crescere troppo in fretta, la ragazzina affiderà alle pagine dei quel Diario tutta la sua angoscia, la solitudine e il suo sentirsi incompresa dalle persone a lei più care. Come ogni adolescente, anche Anne deve fare i conti con la rabbia, i capricci e l’insoddisfazione, sensazioni tipiche della sua età, che tuttavia, qui sono maggiormente amplificate a causa della terribile situazione. Il ritratto finale di Anne è perciò quanto mai veritiero e sincero, per quanto – come anticipato – molte delle cose raccontate siano frutto dell’interpretazione degli autori. Un approccio diverso volto a far meglio comprendere alle generazioni di oggi cosa significava essere una ragazza ebrea nell’Europa degli anni ‘40. Forse un libro che ci restituisce un’immagine meno idealizzata di Anne, rispetto a come ce la ricordavamo dalle prime letture del suo Diario, ma sicuramente reale e non meno cara.
Alla fine del fumetto, alcune tavole vuote fanno da conclusione alla storia. Un modo scelto sicuramente per rappresentare graficamente il modo brusco in cui il Diario stesso si interrompe, a seguito della scoperta da parte dei nazisti (è ancora ignoto come le SS li abbiano trovati) del nascondiglio di Anne, della sua famiglia e degli altri ebrei che vivevano con loro: i coniugi Van Daan, il figlio Peter e il signor Dussel.
Le ultime pagine del libro sono, invece, dedicate al triste epilogo dei nostri protagonisti. Attraverso una mappa concettuale ci viene spiegato come – purtroppo – tutti loro (eccetto il padre di Anne, Otto) hanno trovato la fine nei campi di sterminio. Una scelta di rappresentazione molto utile per il lettore, sia per quelli alle prime armi, o per chi non era a conoscenza di come gli abitanti del retrocasa fossero stati brutalmente uccisi.
I disegni
I disegni di questa graphic novel, a cura di Nadji, si caratterizzano per uno stile quanto mai particolare. Le linee sono tratteggiate, come a conferire alle illustrazioni un senso di incertezza. Gli stessi personaggi non sono eccessivamente caratterizzati, come se l’autore volesse limitarsi a rappresentarli nella maniera più semplice possibile. Personaggi qui simbolo di una categoria più ampia, con lo stesso vissuto alle spalle.
I colori utilizzati sono prevalentemente toni scuri, che variano dal blu al violaceo. Una scelta che sicuramente è volta a voler trasmettere al lettore quel senso di paura e malessere di Anne e della sua famiglia. Non solo, sicuramente l’aver optato per la prevalenza di colori scuri da parte di Nadji, è stato per il fatto di voler far immergere chiunque si imbatta nel Diario, nel retrocasa dove viveva Anne. Un luogo angusto, stretto e sempre buio, dove la notte era perenne. Solo di tanto, in tanto, qualche tavola dai colori caldi (anche se sbiaditi), come il rosso e l’arancione, che accompagnano le emozioni della ragazzina – rabbia, insoddisfazione, frustrazione, ma anche primi batticuori. Emozioni che esplodono impetuose.
Significativo, nelle ultime pagine, il ritratto di Anne e Peter, insieme e voltati di spalle, sono raffigurati con un tratteggio che inevitabilmente rimanda alla mente le terribili vesti a righe che tutti gli internati dei campi erano costretti a indossare, triste presagio del loro destino.
Conclusioni
Il Diario di Anne Frank – Il retrocasa: annotazioni al Diario dal 12 giugno 1942 al 1 agosto 1994, è uno straordinario graphic novel che in modo brillante rende omaggio alla figura di Anne Frank e ci ricorda ancora una volta di quanto siano stati terribili i fatti della Seconda guerra mondiale. Una lettura utile alla nostra memoria e fortemente consigliata per un pubblico di giovanissimi, perfetta per educarli alle atrocità del nazismo con, tuttavia, estrema delicatezza.
Lasciate che Anne li prenda per mano.
Il Diario di Anne Frank è stato ritrovato dal padre Otto, sopravvissuto al campo di Birkenau, nel retrocasa. Successivamente, è stato pubblicato per la prima volta nel 1947 per volontà dello stesso. Da qui, tantissime sono state le riedizioni, gli adattamenti cinematografici e le versioni a fumetti della preziosa testimonianza lasciataci da Anne.
Lei stessa scrisse:
Voglio continuare a esistere dopo la morte! Voglio sopravvivere a me stessa.