Jurassic World – Il dominio: la recensione
Dopo quattro anni dal film precedente Jurassic World – Il dominio è finalmente arrivato nelle sale italiane, con ben una settimana di anticipo rispetto all’uscita statunitense. Il capitolo conclusivo della saga giurassica aveva tutte le carte in regola per diventare uno dei migliori film del franchise: grandi ritorni ed effetto nostalgia, tanti dinosauri e budget stellare. Peccato che il risultato sia stato completamente diverso da quello sperato. Jurassic World – Il dominio è un film eccessivamente lungo e privo delle atmosfere iconiche della saga originale. Ecco la nostra recensione di Jurassic World – Il dominio.
Il trailer di Jurassic World – Il dominio
La recensione di Jurassic World – Il dominio
Abbiamo atteso oltre 4 anni per poter vedere sul grande schermo l’episodio conclusivo di una delle saghe più amate di sempre. Jurassic Park, prima, e Jurassic World, poi, sono entrati nell’immaginario collettivo come simboli della cultura pop. I dinosauri affascinano e intrattengono il pubblico da generazioni perciò l’attesa verso questa pellicola era del tutto comprensibile. Steven Spielberg con Jurassic Park ha creato un universo affascinante e dal potenziale pressoché inesauribile, sia dal punto di vista cinematografico che seriale. Peccato che gli eredi (Colin Trevorrow e J.A. Bayona) del regista premio Oscar non siano stati in grado di ripetere la magia.
Jurassic World, primo film della nuova trilogia datato 2015, aveva pressoché convinto e soddisfatto. Era un ritorno a casa per i fan della trilogia di Spielberg e l’effetto nostalgia e le vibes anni ’90 hanno prevalso qualsiasi imprecisione. Purtroppo la stessa clemenza non è stata mantenuta per Jurassic World – Il regno distrutto, un film che ha diviso il pubblico e la critica. Le problematiche di Jurassic World 2 potevano essere in qualche modo risolte con il terzo lungometraggio, peccato che così non è stato, anzi probabilmente la situazione è peggiorata.
Jurassic World – Il dominio: le criticità del film
Mi dispiace constatare che la pellicola ha diversi problemi in quasi tutti i raparti: dalla sceneggiatura, alla regia fino ad arrivare al vero e proprio soggetto. Colin Trevorrow, regista del film e sceneggiatore della trilogia sequel, non è stato in grado di creare una storia solida e soddisfacente. Il soggetto di partenza era interessante e poteva fornire diversi spunti di riflessione, sfortunatamente l’intento iniziale si è perso nel corso dei capitoli.
Partendo con ordine, il film si apre mostrando uno stralcio di vita quotidiana della popolazione mondiale dopo la distruzione di Isla Nublar avvenuta 4 anni prima. I dinosauri non vengono più contenuti all’interno di Jurassic World ma sono liberi e allo stato brado, l’uomo cerca di convivere con le creature preistoriche ma le difficoltà sono enormi. Owen (Chris Pratt) e Claire (Bryce Dallas Howard) sono i genitori adottivi della piccola Maisie (Isabella Sermon), primo clone umano della storia. La coppia cerca di proteggere la bambina dai bracconieri che la stanno cercando. La ragazzina rappresenta una fonte preziosa per gli scienziati che desiderano studiarne ed analizzarne nel dettaglio ogni caratteristica genetica.
Se nel film precedente avevamo scoperto che Maisie in realtà non era la nipote del fondatore di Jurassic Park, Benjamin Lockwood, ma un clone della figlia deceduta prematuramente, in questo sequel apprendiamo una nuova e sconvolgete verità sulla bambina. Le vere origini di Maisie non saprei dire se sono eticamente ancora più sconvolgenti delle menzogne passate. Lascio a voi le considerazioni morali.
Il gradissimo problema di Jurassic World – Il dominio è la gestione dei tempi e la scrittura del soggetto: le 2 ore e 26 minuti di girato contenute nel montaggio finale non sono assolutamente necessarie per la storia raccontata. Il film è oltre modo lungo e ripetitivo: dinamiche che vengo viste più e più volte in soli pochi minuti, personaggi che prendono decisioni affrettate e poco logiche, in sostanza una sceneggiatura che sembra scritta in tutta fretta solo perché necessariamente da fare ma senza una reale visione d’insieme.
Il ritorno dei personaggi delle trilogia originale avrebbe potuto salvare le sorti della saga, purtroppo la loro presenza non è stata sufficiente. Laura Dern, Sam Neill e Jeff Goldblum contribuiscono a ricreare l’atmosfera della saga anni ’90 ma i loro personaggi non vengono sfruttati a dovere, sembrano inseriti per il solo gusto di richiamare i fan della saga di Spielberg. Un vero spreco. Chris Pratt e Bryce Dallas Howard sono sempre molto carini nei loro ruoli ma non del tutto convinti e quindi convincenti.
La regia di Colin Trevorrow è priva di momenti degni di nota, un mano da mestierante e non da autore. Il montaggio presenta diversi problemi: svariate sequenze vengono tagliate nel bel mezzo del momento saliente per poi ripartire in un contesto completamente diverso, troppi passaggi da una storyline ad un altra senza collegamenti di ogni sorta generando come unico effetto la pura confusione.
Se amate i dinosauri in questo film ne vedrete davvero tanti, forse anche troppi! La CGI sulle creature è stata realizzata a dovere, nulla di critico da segnalare.
Convivenza tra umani e dinosauri: fattibile o utopia?
Il villain del film in sostanza è una macchietta, inserito soltanto perchè un cattivone di riferimento va sempre posizionato a scopo identificato (sono ironica ovviamente). A mio avviso sarebbe stato molto più interessante lasciare come problematica principale la convivenza tra umani e dinosauri senza interferenze esterne.
L’uomo è per forza di cose in svantaggio rispetto alle creature preistoriche e se solo una è la specie destinata a sopravvivere in pochi scommetterebbero sull’essere umano. La convivenza pacifica tra uomini e dinosauri è quasi impossibile da realizzare se gli animali continuano a restare allo stato brado. I raccolti sono infruttuosi, gli animali comuni (e l’uomo stesso) vengono cacciati dai dinosauri e le città distrutte dalla furia dei grandi predatori. Il mercato clandestino di dinosauri avanza le proprie pretese sugli animali, torturati e maltrattati al fine di essere indeboliti e addomesticati per poter essere venduti al miglior offerente. Forse una soluzione è possibile ma sarebbe un ritorno alle origini, per quanto sia l’unica risposta al problema.
Il finale è probabilmente eccessivamente poetico per la storia raccontata, a mio modesto avviso anche poco credibile.
Se ancora non avete visto Jurassic World – Il dominio vi invito ad abbassare le vostre aspettative, magari non resterete delusi. Inoltre preparatevi: le due ore e mezza non passeranno più quindi armatevi di popcorn e bibita fresca.