La repubblica del drago: la recensione del secondo volume della saga fantasy di R.F. Kuang
Grazie a Mondadori abbiamo avuto la possibilità di leggere La repubblica del drago, il secondo volume della saga fantasy per adulti di R.F. Kuang. I temi importanti, forti e delicati tornammo ad essere i grandi protagonisti anche del secondo volume. Rin, la protagonista, matura e comprende maggiormente le potenzialità del suo potere. Tra grandi ritorni e conferme il cast di personaggi acquisisce maggiore concretezza: anche i personaggi secondari, solo introdotti nel primo volume, vengono approfonditi e sviluppati. Gli intrighi politici e la lotta per il potere dominano il romanzo che si conferma all’altezza del precedente, anzi superiore. Se amate le storie fantasy per adulti d’ispirazione asiatica La guerra dei papaveri è la saga perfetta. Ecco la recensione di La repubblica del drago, secondo volume della saga fantasy di R.F. Kuang.
La repubblica del drago
R. F. Kuang
Collana: Oscar Fantastica
Pubblicato il: 25 maggio 2021
Pagine: 624 p., rilegato
Prezzo: 24€ (cartaceo) – 12,99€ (ebook)
La trama di La repubblica del drago
Già tre volte nella sua storia il Nikan ha dovuto combattere per sopravvivere alle sanguinarie Guerre dei papaveri. Il terzo conflitto si è appena spento, ma Rin, guerriera e sciamana, non può dimenticare le atrocità che ha dovuto commettere per salvare il suo popolo. E ora sta scappando, nel tentativo di sfuggire alla dipendenza dall’oppio e agli ordini omicidi della spietata Fenice, la divinità che le ha donato i suoi straordinari poteri. Solo un desiderio la spinge a vivere: non vuole morire prima di essersi vendicata dell’Imperatrice, che ha tradito la sua patria vendendola ai nemici. E l’unico modo per farlo è allearsi con il signore di Lóng, discendente dell’ultimo Imperatore Drago, che vuole conquistare il Nikan, deporre l’Imperatrice e instaurare una repubblica. Né l’Imperatrice, né il signore di Lóng, però, sono ciò che sembrano. E più Rin va avanti, più si rende conto che per amore del Nikan dovrà usare ancora una volta il potere letale della Fenice. Non c’è niente che Rin non sia disposta a sacrificare per salvare il suo paese, e ottenere la sua vendetta. Così si getta di nuovo nella lotta. Perché in fondo lottare è ciò che sa fare meglio.
La recensione di La repubblica del drago
Dopo il primo volume La guerra dei papaveri, pubblicato da Mondadori lo scorso anno, Rebecca F. Kuang ha da subito attirato la mia attenzione. Il primo romanzo della saga dell’autrice cinese brillava per worldbuilding, temi trattati e scrittura della protagonista. Lo stile dell’autrice è immersivo, riesce a far immerge il lettore completamente all’interno della sua storia. La prima parte di La guerra dei papaveri, in cui Rin è in accademia, è sostanzialmente perfetta. Il romanzo, tuttavia, non mi aveva convinto nelle parti finali in cui la guerra prendeva il sopravvento su tutto il resto e tanti, davvero troppi, personaggi venivano introdotti generando confusione e disorientamento.
La repubblica del drago, invece, è decisamente più unitario e completo rispetto al primo volume. La guerra per il dominio del Nikan è entrata nel vivo e diversi schieramenti sono pronti a contendersi il dominio dell’impero. Rin è inizialmente accecata dal desiderio di vendetta. Non sente ragioni e non risparmia nessuno sul cammino. Soltanto un ritorno importante aiuterà Rin a prendere coscienza di quello che è accaduto e di quello che può ancora fare per il Nikan.
Se nel primo volume era il fuoco il grande elemento protagonista del romanzo, quì l’acqua e le battaglie navali avranno il ruolo primario. La guerra si sposta dalla terra ferma al mare e in fiumi stretti e difficilmente percorribili. L’ambientazione è itinerante ma questo non causa confusione poiché ogni spostamento è ben contestualizzato.
I personaggi che avevamo conosciuto nel primo volume tornano con maggiore spazio. Se in La guerra dei papaveri erano stati introdotti troppi personaggi, alcuni dei quali poco approfonditi e solo di contorno, in La repubblica del drago ciascuno dei personaggi secondari ha il giusto spazio. La Kuang sviluppa al meglio le trame dei personaggi di contorno: vengono approfonditi, sviluppati e arricchiti. I cliffhanger coinvolgono proprio i personaggi che nel primo volume erano marginali. Tante scoperte e rivelazioni fondamentali per la storia coinvolgeranno Rin grazie al suo gruppo di guerrieri sciamani.
Lo sciamanesimo viene sviscerato in maniera ancora più dettagliata rispetto al volume pretendete. La lotta tra la sanità mentale e la soggezione agli dei è la grande guerra che coinvolge gli sciamani, affiancata dall’abuso di droghe e alla lotta contro la discriminazione.
Li sciamani sono considerati una minaccia per il popolo del Nikan. Sono guerrieri troppo potenti e difficili da controllare. Nessuno comprende l’origine dei loro poteri e vengono temuti in quanto diversi e non sempre dotati di autodeterminazione.
Gli esperimenti scientifici e gli abusi fisici sono la parte più emotivamente toccante del romanzo. La Kuang non risparmia al lettore nessun dettaglio. Descrive in maniera minuziosa e cruda gli eventi narrando la verità di un guerra senza scrupoli.
Le domande senza risposta del primo romanzo trovano in La repubblica del drago tutte le soluzioni. I colpi di scena sono dietro l’angolo, nessuno può fidarsi di nessuno.
Il finale di La repubblica del drago apre la strada a tantissimi scenari per il terzo ed ultimo volume. Speriamo che Mondadori pubblichi entro l’anno o l’inizio del prossimo The Burning God.
Ad ogni modo se non avete ancora recuperato la saga della Kuang ma amate i fantasy per adulti questa è sicuramente una serie perfetta per voi. Personaggi sfaccettati, trama intrigante e temi delicati sono solo tre delle caratteristiche principali della saga di Rebecca Kuang.