Le cronache dell’acero e del ciliegio: recensione del romanzo di Camille Monceaux

Ecco la recensione del primo volume di una nuova saga ambientata nel Giappone del XVII secolo

Le cronache dell’acero e del ciliegio: recensione del romanzo di Camille Monceaux

Grazie ad Ippocampo Edizioni abbiamo ricevuto in anteprima “Le cronache dell’acero e del ciliegio” primo volume della tetralogia di Camille Monceaux. L’ambientazione è il Giappone del XVII secolo ed in particolare Edo, l’odierna Tokyo. La Monceaux ha realizzato un romanzo curato nei minimi dettagli: la precisione storica e la descrizione dei paesaggi sono il chiaro segnale dello studio dell’autrice dei luoghi e della cultura di cui sta narrando. “Le cronache dell’acero e del ciliegio” è un romanzo di formazione mediante il quale sarà immediato immergersi nella cultura giapponese e nella vita dei personaggi. Ecco la nostra recensione di “Le cronache dell’acero e del ciliegio” di Camille Monceaux.

Le cronache dell’acero e del ciliegio. La maschera di No. Vol. 1

Camille Monceaux

Editore: Ippocampo edizioni 

Pubblicato: 13/05/2021

Prezzo: 15,90 € (cartaceo)

Trama 

” Le cronache dell’acero e del ciliegio formano una tetralogia ambientata nel Giappone del XVII secolo. Seguiamo due eroi, Ichirō, giovane samurai dal favoloso destino, e la misteriosa Hiinahime, una sconosciuta che si nasconde dietro una maschera del Nō. Nei primi due volumi l’io narrante è Ichirō, negli altri due toccherà all’eroina Hiinahime raccontare la vicenda. Il primo tomo, intitolato La maschera del Nō, ripercorre la vita di Ichirō dall’infanzia all’adolescenza. Abbandonato, Ichirō viene cresciuto come un figlio da un ignoto samurai che gli insegna la via della spada. Il ragazzo vivrà un’esistenza solitaria tra le montagne, nel cuore di una natura selvaggia e al ritmo delle stagioni, tra momenti di beatitudine e spensieratezza e un apprendistato che richiede costanza e coraggio. Ma in una tragica notte, la vita di Ichirō viene sconvolta dall’attacco di loschi samurai. Il destino lo porterà allora a Edo (l’antica Tokyo), dove inizierà a esibirsi nei teatri kabuki; lì stringerà le prime amicizie e incontrerà Hiinahime, la sconosciuta con la maschera del Nō.”

La recensione di Le cronache dell’acero e del ciliegio, romanzo di Camille Monceaux

Le cronache dell’acero e del ciliegio” mi ha affascinato fin dalle premesse iniziali. Il Giappone del XVII secolo è il protagonista assoluto della storia. La cultura, la storia e le tradizioni giapponesi vengono esplorate con minuzia di particolari dalla Monceaux, che,  come si può ben notare dal romanzo, ha vissuto diversi anni nella nazione orientale. La città di Edo costituisce il setting principale della storia. Edo è l’odierna Tokyo, all’epoca delle vicende conosciuta coma Edo medievale. La cura nel descrivere la città, le storia del Giappone dell’epoca e la precisione nel raccontare gli eventi sono il chiaro segnale dello studio attuato dall’autrice prima di approcciarsi al testo. Le sue descrizioni prendono vita e la realtà si fonde con la fantasia in maniera perfetta. Il tetro del No e il Kabuki sono presentati con assoluta fedeltà e chiarezza, chiunque non ne avesse mai sentito parlare mediante “Le cronache dell’acero e del ciliegio” avrà una panoramica completa della realtà teatrale dell’epoca. 

Ichirō è il protagonista maschile del romanzo. Da orfano abbandonato viene cresciuto da un severo maestro che lo indirizza alla “via della spada” e dalla sua domestica, la cara e dolce Oba. Ichirō trascorre l’infanzia in una vera e propria bolla, isolato con il mastro e Oba in una casa di paglia in montagna, lontano da tutti e da tutto. Fin da piccino mostra le sue abilità da samurai ma sfortunatamente la sorte non è clemente con il ragazzo che presto sin trova costretto a crescere da solo ed ad abbandonare la sua realtà. Per Ichirō si prospetta una vita di sacrifici e soprusi in quel di Edo, solo e senza supporto. L’unica certezza del ragazzo sono il suo ciondolo di famiglia e “la via della spada”. Nel teatro trova il conforto tanto brasato. Solo impersonando un ruolo riesce a sentirsi di nuovo se stesso, anche se per poco tempo. Solamente la sete di vendetta e l’amore di qualche amico riusciranno a salvare il ragazzo dalla disperazione in cui stava sprofondando. 

Le cronache dell’acero e del ciliegio” è un romanzo di formazione, una storia a crescita graduale sia per sviluppo della trama che per temi trattati, via via sempre più forti ed importanti. I personaggi, Ichirō fra tutti, hanno uno sviluppo ed una crescita, ben visibili, che si dipanano da inizio a fine romanzo.

Hiinahime, protagonista femminile della storia, è una ragazza estremamente sola, costretta a restare reclusa all’interno del suo palazzo indossando una maschera del teatro No a causa delle ferite riportate a seguito dell’incendio che l’ha coinvolta da bambina. Hiinahime non ha mai visto il suo volto. Nel palazzo non ci sono specchi e la ragazza non ha mai potuto rimuovere la maschera. Solo con Ichirō scopre il valore dell’amicizia, l’amore per il teatro ed il desiderio di sentirsi finalmente libera. 

Le cronache dell’acero e del ciliegio” è un romanzo ricco di colpi di scena. Eventi imprevisti sorprendo il lettore pagina dopo pagina. La profondità dei temi trattati e la loro complessità, resa perfettamente comprensibile dallo stile di scrittura dell’autrice, costituiscono l’aspetto che eleva il romanzo ya ad un opera ideale anche per adulti. 

Il cliffhanger finale lascia letteralmente con il fiato sospeso.  

Il secondo tomo della tetralogia, “La spada dei Sanada”, sarà pubblicato ad ottobre, ed io non vedo realmente l’ora di scoprire come prosegue l’avventura di Ichirō.

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