Riscoprite Mafia in questa nuova veste definitiva!
Quasi 20 anni fa, da poco entrati nel nuovo millennio, fece scalpore qua dalle nostre parti l’arrivo di un videogioco a tema “mafioso” ambientato nell’America del proibizionismo degli anni ’30. Così tanto da spingere l’allora Presidente della Commissione Antimafia, Roberto Centaro, a bloccarne la distribuzione nei negozi. Fortunatamente, dopo una riuscitissima petizione mossa da Cidiverte, il publisher del gioco, Mafia riuscì a vedere finalmente la luce.
Sviluppato dai cechi Illusion Softworks (che negli anni subiranno vari cambi di etichetta, fino ad essere inglobati negli attuali Hangar 13), Mafia cavalcava il successo di titoli come GTA 3, e al contrario di quello che il nome potesse evocare all’ignaro Presidente della Commissione Antimafia, non si trattava di glorificare la mafia e gli atti criminali, ma di un’ottima rivisitazione in chiave videoludica del mondo mafioso raccontato nel cinema d’autore di Scorsese, De Palma e Coppola, qua in forma di intrattenimento interattiva.
Come potete immaginare Mafia divenne da subito un classico dando vita ad una serie di successo, con tanto di seguiti più o meno riusciti.
E sulla soglia della “next gen” il primo, storico, capitolo di Mafia sta per tornare sulle scene, con un comeback che coinvolge tutti e 3 i capitoli della saga, in un’operazione nostalgia dal nome Mafia: Trilogy, che comprende le versioni definitive dei 3 giochi.
Se il più recente Mafia III riceverà una serie di accorgimenti e un pack con tutti i contenuti rilasciati, e Mafia II deve accontentarsi di una rinfrescata al comparto grafico, la star di questo trittico è Mafia: The City of Lost Heaven, un vero e proprio remake a tutto tondo che ricostruisce il gioco dalle fondamenta per renderlo più moderno e godibile rispetto alle limitazioni del passato.
Mafia: Definitive Edition sarà quindi disponibile dal prossimo 25 Settembre sia in versione stand alone, che all’interno della Mafia: Trilogy.
Versione Testata: PlayStation 4 Pro
Un’offerta che non potrete rifiutare
Sono gli anni ’30. L’America si trova nel pieno della recessione economica, e il proibizionismo è un terreno fertile per le attività di stampo criminale.
Tommy Angelo è un tranquillo tassista, che in una sera come tante si ritrova ad aiutare due affiliati del clan Salieri a scappare durante un inseguimento. Per Tommy si aprono così le porte della malavita. Dapprima come autista di Don Salieri per i lavoretti di tutti i giorni, per poi scalare i ranghi fino a diventare il braccio destro del boss, gestendo gran parte del retaggio criminale di Lost Heaven. Quella del gangster è una vita che viaggia sul filo del rasoio, fatta di un suo codice d’onore e di una fedeltà assoggettata al soldo del più ricco e potente.
E proprio quando la tranquillità familiare di Tommy viene messa in pericolo, quest’ultimo corre ai ripari cercando una scappatoia per tirarsi fuori da questa vita, grazie all’aiuto del Detective Norman.
Il gioco si apre infatti con un incontro fra Tommy e il poliziotto all’interno di un bar fumoso, con l’intento di denunciare l’attività criminale di Don Salieri e stringere un accordo che metta al sicuro lui e la sua famiglia. Inizia così un lungo flashback che ripercorre la carriera di Tommy lungo un intero decennio, focalizzandosi sugli eventi più segnanti della sua carriera, come l’attività di contrabbando di alcolici o la continua faida con l’altra famiglia emergente di Lost Heaven, i Morello.
Leggi anche Mafia City: i videogiochi tornano sotto accusa dalla politica italiana
Pur lasciando intatta la traccia originale di Mafia, questo remake ne riscrive dialoghi e situazioni per approfondire maggiormente storia e personaggi, utilizzando uno stile molto più cinematografico e avvicinandosi di più di quanto fatto in passato a mostri sacri del gangster movie come Quei Bravi Ragazzi, Il Padrino o Gli intoccabili. Il remake in questo caso ha aiutato parecchio, specie sul fronte della recitazione, da dei modelli più convincenti ad una interpretazione che alzasse il livello dell’originale.
Ed è proprio da questo punto di vista che Mafia: Definitive Edition mostra un taglio registico più attento a valorizzare i protagonisti e le sue incredibili storie, acquistando uno spessore che 20 anni fa andava perdendosi a causa dei limiti dell’epoca, non solo tecnici ma concettuali per come veniva inteso il videogioco.
Il remake di Mafia passa poi da un comparto tecnico completamente rimodernizzato che si va ad adattare agli standard dell’open world attuale. Lost Heaven non è mai stata così bella, e oltre all’incredibile lavoro di modernizzazione tecnica rispetto all’originale si nota un’ulteriore miglioramento anche rispetto al più recente Mafia III, il precedente lavoro di Hangar 13.
La città è plasmata sulle strade di Chicago, e ne riprende le caratteristiche dello skyline e dell’area sub urbana, e ne cattura l’essenza di un posto in pieno sviluppo nonostante i tempi di crisi economica. Le varie aree sono ben caratterizzate e man mano che sfrecceremo per le strade di Lost Heaven diventeranno riconoscibili e sempre più familiari. Come Little Italy il quartiere gestito da Don Salieri o la stessa Chinatown con i suoi decori orientali e un atmosfera “ostile”, o ancora la zona portuale con i suoi capannoni che nascondono i vari traffici illeciti.
Pur cavalcando l’onda del titolo Rockstar Games, che proprio in quegli anni aveva traslato in 3D tutta l’esperienza criminale di Grand Theft Auto, Mafia ha un approccio diametralmente opposto.
Si parla la stessa lingua, quella degli open world, ma qua usiamo un accento differente.
Come nell’originale, Lost Heaven è un contenitore. È il teatro che fa da sfondo alle avventure di Tommy e della banda di Salieri ma resta distaccato dalle sue vicende. L’idea alla base di Mafia era di creare qualcosa di fortemente story driven, dove la storia non venisse interrotta magari da qualche attività secondaria ma proseguisse dritto per dritto fino ai titoli di coda.
Forse oggi, vista l’evoluzione che c’è stata proprio negli open world una soluzione del genere stona con le produzioni attuali, ma è apprezzabile che in fase di remake si sia scelto di mantenere inalterata questa caratteristica, rimanendo quanto mai federe a sé stesso senza aggiungere contenuti slegati al contesto narrativo principale.
Avete intenzione invece di passare il vostro tempo libero a visitare la città, provando qualche auto, dedicandovi alla raccolta dei collezionabili o prendere parte a qualche gara? Nessun problema. Nella modalità Fatti un Giro potrete fare tutto questo svincolati dall’incombenza della trama per godervi la città senza alcuna pressione.
Il remake ti fa bello
Con Mafia: Definitive Edition, Hangar 13 è andata a porre diverse pezze su numerosi aspetti del gioco che necessitavano sicuramente un cambio di rotta. Il gunplay è stato rivisto e ricreato da zero, con tanto di sistema di combattimento corpo a corpo, e una modalità classica che avvicina il gioco ai livelli di difficoltà del capitolo al quale si ispira. Così come il modello di guida, rinnovato e in grado di restituire al giocatore un miglior feedback nella fisica delle varie auto degli anni ’30, spesso dei veri e propri cassoni con le ruote.
O ancora il comparto grafico, che come abbiamo detto adesso sfrutta a dovere le potenzialità delle console con un nuovo sistema di illuminazione che crea degli scorci che meritano di essere ammirati, o esalta le nostre scorribande notturne, con i colori delle luci al neon delle insegne. La qualità dei dettagli abbraccia tutta Lost Heaven, sia negli esterni che nelle location al chiuso, ed esalta gli scontri a fuoco, con esplosioni ed elementi distruttibili.
Cosa che invece si fa sentire, nonostante il makeover generale, è la struttura stantia del gioco. I vari atti di Mafia: Definitive Edition, suddivisi a loro volta in capitoli sono troppo legati al passato, proponendo la stessa esecuzione per ogni missione. Ci viene data l’obiettivo, si raggiunge il punto “X”, si fa quello che va fatto per poi concludere con una corsa scapestrata in macchina, cercando di seminare la polizia. Alcune missioni godono di una bella messa in scena, come quella dell’omicidio di un politico su un battello, o la corsa di macchine dopo aver sabotato quella del potenziale campione.
Ma in generale qua si avverte un’anzianità intrinseca, in particolar modo quando quando si vanno ad affrontare gli scontri a fuoco con le famiglie rivali o negli inseguimenti della polizia, portando a galla anche una IA che poco si impegna a stanarci dal nostra copertura sicura.
In generale però ci troviamo di fronte ad un buon remake, che per il lavoro svolto in fase di rimodernizzazione viene proposto ad un buon prezzo, 39,99€, in linea con i remake usciti recentemente. Cifra che diventa ancora più interessante, 59,99€, se si decide di portarsi a casa l’intera trilogia, per un pacchetto ricco di contenuti e diverse ore di gioco.
Ultima nota da segnalare riguarda il comparto sonoro, anch’esso soggetto ad una rinfrescata. L’intera colonna sonora è stata orchestrata ed arrangiata con splendidi risultati. Molti i brani famosi di quegli anni, che spaziano da canzoni popolari degli immigrati italiani a canzoni jazz degli anni ’30, orecchiabili nelle strade di Lost Heaven o dalla radio della nostra auto.
Abbiamo accennato al doppiaggio ricreato da zero per via delle nuove linee di dialogo, più curate che in passato. La qualità del voiceover è alta, sia che scegliate le voci originali inglesi che puntano all’italianità con tanto di frasi ad effetto pronunciate in lingua nostrana, sia che optiate per l’italiano stesso. In questo caso specifico, proprio come avviene per le pellicole di genere, gran parte degli attori utilizza uno spiccato accento siciliano (viva gli stereotipi), mostrando il lato di un buon adattamento del gioco per quanto riguarda il nostro mercato.