Moon Knight: la recensione senza spoiler dei primi quattro episodi

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I primi 4 episodi di Moon Knight convincono grazie principalmente al protagonista, un Oscar Isaac in stato di grazia.

Moon Knight debutterà domani, 30 marzo, su Disney +, con il primo di sei episodi atti a introdurre un nuovo eroe urbano nel Marvel Cinematic Universe.

Dopo un 2021 definibile a tutti i sensi infuocato, con ben cinque serie e quattro film, il primo prodotto del 2022 cerca di dare un’ulteriore spinta alla Fase 4, staccandosi quasi del tutto dagli altri e spostando il focus principalmente in quel di Londra. Dietro la cinepresa Mohamed Diab e il team di Justin Benson & Aaron Moorhead, mentre davanti un protagonista assoluto come Oscar Isaac. Tra paura e incertezza, dovute a un iniziale PEGI 12 per lo show (aumentato negli scorsi giorni a 16) ho visto i primi quattro episodi in anteprima e sono pronto a parlarvene nella ormai consueta recensione senza spoiler.

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L’aspetto migliore di Moon Knight è che, almeno per i primi quattro episodi, è fruibile anche da chi è a completo digiuno dal Marvel Cinematic Universe. In superficie infatti non c’è alcun collegamento ne con gli Avengers, ne con nessun altro degli eventi visti finora al cinema e in TV. Perfino la location è parzialmente inedita, e non c’è alcun segno del passaggio degli altri eroi tra le strade londinesi.

Lo show segue le vicende del taciturno Steven Grant (Oscar Isaac), addetto al negozio di souvenir del British Museum, a cui sembra non andarne bene una. Ultimamente Steven ha dei black out mentali. Vuoti di memoria in cui non si rende conto di quello che fa e che lo fanno risvegliare in posti dove non dovrebbe essere. Invece di vedere un dottore, Steven ha deciso di monitorarsi da solo, tra una catena che lo lega al letto e una serie di precauzioni che capiremo presto non serviranno a molto. Dopo uno dei suoi black out infatti, l’uomo si risveglia in un paesino sperduto, armato e inseguito da dei mercenari, che vogliono uno scarabeo d’oro che il nostro improbabile eroe si è ritrovato in tasca. Come se non bastasse, Steven inizia ad avere delle visioni di un enorme scheletro di un uccello antropomorfo, e inizia a ponderare l’idea di essere impazzito del tutto.

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Questo è solamente l’incipit del primo episodio di Moon Knight, e sarà l’unico accenno alla trama vera e propria che vi proporrò in questo articolo. Per quanto riguarda la serie in generale, nelle prime quattro puntate, i tre registi si alternano dando comunque una sorta di continuità al prodotto, offrendo anche qualche buon gioco di camera mentre ci si muove tra atmosfere urbane e location alla Indiana Jones. Molto buona la fotografia, che si riesce a districare tra atmosfere calde e fredde, il tutto accompagnato da una colonna sonora sempre adatta a quanto succede a schermo. Ai brani veri e propri, che fanno di archi e percussioni la propria forza, si aggiunge una sequenza di canzoni pop capaci di smuovere un po’ il tutto ma adattandosi comunque a ciò che succede a schermo.

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Devo ammettere infine, che il pilot di Moon Knight che vedrete domani, mi ha stupito in positivo. Riesce in poco meno di cinquanta minuti a gettare le basi per una mini-serie, introducendo i suoi protagonisti e quella dose di mistero e dubbio che contraddistingue anche la controparte cartacea dell’eroe vestito di bianco. Questo anche a fronte di un’ottima scelta per il cast, a partire da Ethan Hawke, che interpreta il santone Arthur Harrow, freddo e manipolatore, quasi perfetta nemesi. Passando per la Layla di May Calamawy, co-protagonista della vicenda da un passaggio triste (e forse anche un po’ prevedibile) . Ma a rubare tutti i riflettori c’è solo lui, Oscar Isaac, probabilmente la miglior scelta di casting dei Marvel Studios dai tempi di Tom Hiddleston come Loki.

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Da sempre tra gli attori moderni più versatili, Oscar Isaac non è nuovo al mondo geek, è stato infatti Poe Dameron in Star Wars e solo l’anno scorso, il duca Leto Atreides in DUNE. Non è nuovo manco all’Egitto, dato che è stato (purtroppo) Apocalisse in uno dei più brutti cinecomics di sempre.

Ma con Steven Grant/Marc Spector si è riscattato, per lo meno agli occhi di un fan Marvel. L’attore ruba letteralmente la scena ogni volta che è presente a schermo e riesce a portare in vita tutte le personalità del personaggio, passando da un tranquillo e spaventato Steven Grant, a un sicuro di se e più pericoloso Marc Spector. Non vorrei dilungarmi molto su quanto è trattata bene (o meno) la tematica dei disturbi mentali, perché non è un argomento che mi compete e, non essendovi mai entrato a contatto non vorrei scrivere castronerie, ma mi è parso che si trattasse la tematica con la dovuta attenzione, senza mai evidenziare che Steven è malato.

Purtroppo non ho potuto vedere gli episodi in italiano, quindi non posso giudicare la performance dei doppiatori, ma dati i diversi accenti e i toni utilizzati da Isaac, mi sentirei di consigliarvi almeno una visione in lingua originale. Ci sono determinati momenti in cui l’attore riesce a passare da una personalità all’altra così fluidamente, che sembra gli venga quasi naturale. Certo, per un madrelingua inglese il finto accento potrebbe anche far sollevare un sopracciglio, come quando noi sentiamo un finto italiano (House of Gucci), ma non è fortunatamente un problema che ci riguarda.

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Infine, è doveroso spendere due parole sul target del prodotto. Dal primo teaser trailer covavo un’enorme paura per la serie di Moon Knight. Nei fumetti, l’eroe è violento, si sporca spesso del sangue dei suoi nemici e sicuramente è uno dei personaggi meno family friendly dell’intero universo Marvel. Farne una serie Disney+, che puntava a un target più amplio, voleva dire fare qualcosa di sicuramente meno sanguinolento rispetto alla controparte cartacea. E lato sangue infatti, sono pochissime le scene che lo mostrano (meno delle dita di una mano, nei primi quattro episodi).

La mia paura principale era che, vista la scelta di virare verso il sovrannaturale col costume, Moon Knight concentrasse la sua furia solo contro dei mostroni in CGI. Era, perché fortunatamente, nonostante manchi il sangue, Marc Spector picchia chiunque si metta tra lui e il suo obiettivo, in maniera simile (sebbene di gran lunga inferiore) a quanto fatto dal Batman di Robert Pattinson in sala. Un adattamento più pulito, che su schermo funziona specialmente per chi non conosce il personaggio cartaceo, e che potrebbe però far stizzire i puristi più esigenti. Lo stesso si può purtroppo dire anche della versione televisiva di Mr. Knight, completamente all’opposto di quella cartacea, quantomeno in questi primi quattro episodi.

Moon Knight è un prodotto che si discosta da quanto narrato finora nel MCU, e che per questo motivo, potrebbe anche rappresentare un punto d’ingresso per chi non ci si è mai avvicinato. Nonostante le differenze con la controparte cartacea, queste prime quattro puntate imbastiscono un ottimo racconto che mischia Indiana Jones a Ghostbusters, facendo brillare il talento di Oscar Isaac. Certo, siamo ancora in tempo a mandare tutto in vacca con i due episodi finali, ma la speranza è che il livello resti lo stesso.

Abbonati a Disney+ per poter vedere Moon Knight dal 30 marzo.