Mortal Kombat 1 – La Recensione

mortal kombat

La sfida fra i migliori picchiaduro si accende con Mortal Kombat 1!

Il 2023 verrà sicuramente ricordato come l’anno del ritorno dei picchiaduro. Tra l’uscita di Street Fighter 6 e gli assaggi di Tekken 8, c’è di mezzo un terzo incomodo, che dopo il successo del precedente capitolo ha tutte le intenzioni di lottare per il titolo indiscusso di campione, stiamo parlando di Mortal Kombat.

Data di uscita
14 Settembre 2023
Sviluppato da
NetherRealm Studios
Distribuito da
Warner Bros. Games
Genere
Picchiaduro
Piattaforme
PS5, Xbox Series X|S, Nintendo Switch, PC
Il nostro Punteggio
8.9
Acquistalo su
Con Mortal Kombat 1 Warner Bros. e NetherRealm Studios portano avanti l’eredità della sanguinolente serie picchiadurio ad incontri, con un nuovo capitolo che come abbiamo avuto modo di provare in anteprima, torna sulle scene in forma smagliante e con un bel carico di novità, con l’intento di superare quanto di buono fatto con Mortal Kombat 11.

Versione Testata: PlayStation 5

Come alcuni potranno erroneamente pensare, Mortal Kombat 1 non è un remake del primo capitolo ma una sorta di reboot narrativo delle varie timeline che negli anni hanno accompagnato i fan della serie, ma completamente in linea con il canone narrativo dei precedenti giochi.

Per chi si fosse perso gli ultimi capitoli, la storia di Mortal Kombat 11 si concludeva con la consacrazione di Liu Kang come Dio del Fuoco e nuovo protettore del Regno della Terra. Questo suo ruolo, grazie ai poteri della Clessidra di Kronika, gli ha permesso di resettare le varie linee temporali in modo da crearne una dove tutti potessero vivere in pace, lontani dalle ombre dell’eterna guerra fra il regno della Terra e quello esterno.

Una pace idilliaca destinata a durare fin troppo poco, quando il destino affida nuovamente a Shang Tsung il ruolo di sovversivo, pronto a portare disordine e caos nei due regni.

Riuscirà Liu Kang e il suo gruppo di difensori ad appianare le divergenze con gli “eroi” del regno Esterno ed unire le forze per sistemare una volta per tutte le mire espansionistiche di Shang Tsung?

A quanto pare Warner Bros. e NetherRealm Studios sembrano averci preso gusto nel confezionare una storia altamente cinematografica, alzando ulteriormente il livello qualitativo rispetto a quanto fatto con X e 11. Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio film d’azione interattivo, nel quale gli inserti narrativi lasciano spazio al giocatore che, controller alla mano, prende possesso dell’eroe di turno, che avrà il compito di sconfiggere l’avversario e proseguire con la visione del film.

L’idea di resettare la timeline qua trova ottimi espedienti narrativi, come la riscrittura delle origini dei suoi protagonisti che fra citazionismo e fanservice offrono del sano intrattenimento sia per i fan che per i nuovi giocatori, che riusciranno ad inserirsi nella storia grazie ad un racconto che non si perde troppo in inutili spiegoni, ma arriva diretto al punto.

E come ogni buon film di arti marziali, a colpire di più sono le coreografie degli scontri, con diverse sequenze scenografiche ed un passaggio sul finale che sembra quasi strizzare l’occhio al mondo dei cinecomics, “ignorante” nella sua costruzione, ma efficace come pochi nel fidelizzare il suo rapporto con i fan.

Senza svelarvi altri dettagli su una storia da gustarsi tutta d’un fiato, NetherRealm Studios butta l’amo per eventuali sviluppi narrativi, che con molta probabilità vedremo con i prossimi major update, lasciandoci per il momento fantasticare su quello che ci attenderà nel prossimo futuro nell’universo di Mortal Kombat.

Archiviata la Kampagna signle player, completabile in 5/6 ore, è possibile continuare a prendere confidenza con il gioco attraverso le altre due modalità pensate per il gioco in solitaria, Invasioni e le Torri.

 

Partiamo subito da quest’ultime, la classica modalità arcade che da sempre accompagna Mortal Kombat, nelle quali scegliere un combattente ed affrontare una serie di scontri in successione, fino alla sua conclusione dove assistere ad una breve sequenza animata.

Invasioni invece si va a sostituire all’amata Kripta dei capitoli precedenti, scegliendo una formula a metà strada fra il board game e il gioco di ruolo.

Scelto il proprio personaggio ci muoveremo su un tabellone, una specie di gioco dell’oca, nel quale seguire diversi obiettivi e recuperare chiavi per poter proseguire nell’avventura. Ad accogliervi su ogni casella un evento particolare, solitamente un combattimento con attivi vari modificatori, giusto per rendere più pepati gli scontri, innalzando in alcuni casi anche il livello di sfida.

Invasioni utilizza un approccio alla Game as a Service (gaas), una modalità che si protrarrà ed evolverà nel corso delle prossime stagioni di Mortal Kombat, introducendo nuovi contenuti e premi ottenibili avventurandosi nei meandri di questa modalità. La possibilità di personalizzare il proprio combattente, assegnandoli dei punti statistica e dei talismani che ne conferiscono alcuni bonus (come l’incremento dei danni, o l’aggiunta di effetti elementali) sono una spinta in più per una modalità per intrattenere quei giocatori che cercano un’esperienza più solitaria, e un ottimo mezzo per sbloccare nuovi contenuti estetici con i quali personalizzare il nostro personaggio.

Il successo o il fallimento di questa modalità sarà determinata dal supporto che riceverà nei prossimi mesi, e su quanta varietà sarà in grado di offrire NetherRealm Studios con i nuovi tabelloni che verranno aggiunti nei prossimi mesi. Per il momento è un buon punto di partenza verso una direzione in cui anche le altre serie picchiaduro si stanno spingendo nell’intento di offrire campagne single player più corpose e meno asettiche del classico Arcade mode.

Anche in Mortal Kombat 1 troviamo un ampia sezione dedicata all’allenamento, con tutorial incentrati sulle tecniche base e all’uso delle combo, scendendo più nel dettaglio su attività avanzate che riguardano alcune fasi situazionali del combattimento come la pressione sull’altro avversario fino ad arrivare ai dati fotogrammetici delle varie mosse, con tanto di calcolo dei frame, un aspetto fondamentale per chi volge lo sguardo al competitivo. Non mancano poi sfide dedicate ai singoli personaggi, per “masterare” al meglio il loro stile di lotta, e una palestra nella quale spendere il proprio tempo e mettere alla prova quanto imparato.

C’è poi la componente versus, che pur essendo la modalità di punta dell’intero pacchetto (del resto il vostro scopo è quello di avere la meglio sugli altri avversari) paradossalmente offre una quantità di contenuti estremamente limitata.

Tolte le due opzioni pensate per il gioco in locale, accedendo ai servizi online avremo a disposizione solamente l’abbinamento Casuale e la Lega Kombat, la modalità classificata, senza troppe possibilità di creare lobby o personalizzare l’esperienza di gioco in rete. Imperdonabile l’assenza del cross-play, funzione che arriverà in un secondo momento e che nel 2023 dovrebbe essere imprescindibile per un titolo di questa portata. Speriamo non bisogni aspettare troppo per il suo arrivo, così da non frammentare troppo la community dei giocatori, divisa su 4 piattaforme differenti.

Tuttavia, l’esperienza in sé è di buon livello, con un matchmaking abbastanza affidabile nel accoppiare i giocatori, che grazie netcode di tipo rollback, permette di appianare i fenomeni di input lag e ritardi nella linea, con match tendenzialmente puliti nella maggior parte dei casi.

Ma passiamo a parlare dell’aspetto portante di Mortal Kombat 1, ovvero il gameplay e il roster dei lottatori, che in questo nuovo capitolo vede il debutto di una nuova meccanica che avevamo avuto modo di assaporare in beta, i personaggi Kameo.

Leggi anche: Mortal Kombat 1 – Anteprima

Abbandonando le varianti di mosse dei vari lottatori, così come l’interazione ambientale degli stage, i personaggi Kameo altro non sono che degli assist da richiamare in campo per darci una mano a sconfiggere il nostro avversario. Una funzionalità spesso ricorrente nel mondo dei picchiaduro e che in Mortal Kombat 1 assume un ruolo fortemente strategico ai fini dell’incontro aggiungendo anche quel pizzico di imprevedibilità.

Richiamare un Kameo può essere utile per interrompere l’attacco di un avversario, o se usato con il giusto timing per estendere una combo, così da infliggere un maggior danno alla barra vitale dell’avversario. Se ai più sembrerà un’introduzione volta a far contenti i fan, che vedranno il ritorno di diversi personaggi storici del franchise, dove i Kameo hanno impatto maggiore è proprio sul bilanciamento del combat system ad alti livelli (stiamo parlando di competitivo ed eSport), dove il match up del team avverrà solo con determinati personaggi, fin quando NetherRealm Studios non interverrà con le classiche patch che andranno a ribilanciare gli equilibri del gioco.

Kameo a parte, lato gameplay ritroviamo un picchiaduro facile da padroneggiare, ma ricco di sfumature quando si tratta di approfondire combo e meccaniche di lotta, mostrando una certa complessità che richiede studio e pazienza per essere appreso nel suo pieno potenziale. Mortal Kombat 1 migliora sensibilmente per quanto riguarda dinamiche e velocità dello scontro, perdendo un po’ quella legnosità di certe animazioni che da sempre si porta dietro, con un flow delle lotte molto più dinamico e fluido.

Rispetto ad altri picchiaduro l’esecuzione delle mosse è immediata, grazie a sequenze brevi e dirette (niente combinazioni troppo complicate), e la qualità delle combo dipenderà da quanto sarete abili a concatenare insieme tutte queste mosse. E proprio riguardo a quest’aspetto, offre un ampio elenco fra attacchi base, speciali e quant’altro, con la possibilità di coinvolgere anche il personaggio Kameo durante le prese o lasciargli i riflettori della ribalta all’urlo di “Finish Him”, permettendogli di sfogare la sua rabbia con una sanguinolenta Fatality.

Tornano anche i Final Blow, le mosse speciali da attivare come ultima risorsa per ribaltare le sorti dell’incontro e massacrare il proprio avversario, in una nuova versione che vi vedrà collaborare con il vostro alleato in spettacolari sequenze animate.

Al lancio Mostal Kombat 1 ospita ben 23 lottatori e 15 Kameo. Sia per i personaggi giocabili che per gli assist c’è tantissima varietà, con ripescaggi dai capitoli meno conosciuti della serie, che grazie alla nuova timeline ritrovano le luci della ribalta. Un cast variegato, che offre abbastanza scelta sebbene alcuni lottatori appaiono fin da subito meno bilanciati di altri in termini di controllo e combo. Ma al di là di questo stupisce l’assenza nel roster iniziale di personaggi storici come Sonya Blade, Kano e Jax, che trovano per il momento un piccolo spazio tra le file dei Kameo, ma la loro presenza non è ancora sicura in un prossimo futuro, tramite DLC.

Sul versante grafico riconfermiamo tutte le ottime impressioni nate durante la fase di beta, con la conclusione che Mortal Kombat 1 è uno dei picchiaduro visivamente più impressionanti e ben confezionati sulla piazza. L’Unreal Engine 4 si trova a suo agio nel far girare tutto alla perfezione, mantenendo alta la fluidità dell’azione e consegnando un livello di dettaglio degli stage senza pari.

Tutto funziona alla perfezione, dall’ottimo effetto di transizione dalle cutscene all’azione di gioco, praticamente senza stacchi di sorta, alle animazioni di alcuni personaggi (ad esempio Reptile) o ancora la costruzione degli stage, fra effetti particellari, elementi distruttibili e porzioni in movimento, così belli in alcuni casi da diventare una distrazione per il giocatore.

Artisticamente NetherRealm Studios sembra non sbagliarne una. Il comparto sonoro splende non solo per le ottime musiche, sempre sul pezzo e capaci di creare quell’atmosfera da rissa di strada, ma anche per il doppiaggio, che fa un’ulteriore passo in avanti.

I già buoni risultati ottenuti con Mortal Kombat 11 continuano in questo capitolo, accogliendo tra le file dei doppiatori due star hollywoodiane come Jean-Claude Van Damme e Megan Fox, che ricoprono rispettivamente i ruoli di Johnny Cage e Nitara, nella versione originale del gioco. Se siete invece dei fan sfegatati del doppiaggio nostrano, Mortal Kombat 1 propone una traccia di ottimo livello anche per la nostra lingua, bel lontana dai disastri dei capitoli passati.

Piccola curiosità su un aspetto che ultimamente (per fortuna) sta prendendo sempre più piede, Mortal Kombat 1 offre numerose opzioni di accessibilità, tra cui la lettura dello schermo e tutta una serie di effetti sonori per aiutare i giocatori ipovedenti a non rinunciare alle loro passioni, avvicinandoli così ad un titolo altrimenti inarrivabile. Bravi NetherRealm Studios.

Ormai Mortal Kombat è una garanzia e un capo saldo del genere, e con quest’ultimo capitolo NetherRealm Studios si riconferma capace di confezionare un picchiaduro quasi perfetto. Quasi perché resta ancora qualcosa da migliorare, e se lato gameplay tutto funziona abbastanza bene, al netto di doverosi bilanciamenti per quanto riguarda i lottatori, c’è da lavorare per offrire qualcosa di più per quanto riguarda l’offerta online, al momento molto risicata, e la nuova modalità Invasione, un buon punto di partenza per una modalità single player che darà i suoi frutti solo nel lungo periodo. Imperdonabile anche l’assenza del cross-play, una delle funzioni più importanti quando si parla di esperienze online, facendo venire meno la possibilità di giocare con i propri amici indipendentemente dalla loro piattaforma.
Per il momento però se cercate un picchiaduro solido, violento e tremendamente divertente, Mortal Kombat 1 è assolutamente il titolo che fa per voi.

Mortal Kombat 1 è disponibile su PlayStation 5, Xbox Series X|S, Nintendo Switch e PC.

mortal kombat
Mortal Kombat 1 – La Recensione
Pro
Picchiaduro dal gamplay solido e profondo
Artisticamente uno dei picchiaduro più belli da vedere
I personaggi Kameo sono una buona aggiunta strategica
Contro
Cross-play assente al lancio
Necessita di qualche bilanciamento su alcuni personaggi
La modalità invasione darà i suoi frutti nel lungo periodo
8.9
Voto