No Straight Roads – La Recensione

Rock's (Not) Dead

In No Straight Roads c’è una sola missione: riportare il rock in vetta alle classifiche!

Immaginate un mondo dove la musica rock è stata messa al bando in favore di quella elettronica. Immaginate un mondo dove il potere è dato dal consenso dei fan, e il successo viene conferito tramite un talent. Immaginate poi di essere una piccola band indie, pronta a scendere in campo e battersi per i propri diritti musicali. Questa più o meno è la situazione di Vinyl City, una città dominata dalla potente etichetta NSR, dove la musica elettronica (l’EMD) contribuisce al benessere della comunità fornendo energia a tutti i cittadini.

Non tutti però vedono di buon occhio l’operato della NSR, anche a causa dei continui disservizi della multinazionale, che opera per tenere in scacco gli abitanti di Vinyl City. E fra gli insoddisfatti ci sono proprio il duo rock composto da Mayday e Zuke pronti ad iniziare una rivoluzione musicale e liberare la città dall’oppressione dell’EDM e della NSR.

Get Ready 2 Rokk

No Straight Roads viene definito dai suoi sviluppatori, i malesiani Metronomik, tra le cui fila troviamo Wan Hazmer e Daim Dziauddin, rispettivamente lead game designer di Final Fantasy XV e concept artist di Street Fighter V, come un “rockin’action-adventure”. Questo potrebbe portare a pensare, erroneamente, di trovarsi di fronte ad un rhythm game, dove le nostre azioni vengono assoggettate allo scorrere del ritmo musicale. La realtà però è ben diversa, e No Straight Roads va visto più come un musical interattivo che non come un rhythm game dato che l’impatto della musica sul gameplay, pur essendoci non è così incisivo da dettarne regole e piegarlo ad esso.

Infatti siamo di fronte ad un action adventure nel quale andremo a controllare i due membri dei Bunk Bed Junction, Mayday e Zuke, per aiutarli a scalare le classifiche sabotando i concerti dei protetti della NSR, ideologicamente in una sorta di boss rush che ricorda la scalata all’eliminazione alla No More Heroes.

 

L’anima action di No Straight Roads però va a scontrarsi con un gameplay piuttosto semplicistico nelle meccaniche, fatto di combo basiche e un sistema di crescita e sviluppo basato sul numero di fan ottenuti sconfiggendo i vari boss di turno. Un gameplay che alla larga strizza l’occhio a quello di Kingdom Hearts, senza però raggiungerne la stratificazione e la complessità del titolo Square Enix.

Mayday e Zuke propongono due approcci diversi allo scontro: Mayday, la chitarrista del gruppo, sfrutta il suo strumento come una spada per assestare fendenti ben piazzati e potenti. Zuke invece punta sulla velocità d’esecuzione, sulla quantità peccando sul danno, leggermente inferiore. Entrambi possono essere potenziati ed equipaggiati con dei colpi speciali, che se attivati in battaglia gli consentono di fare fuori i nemici più velocemente.

X-Factor

Pur non essendo un rhythm game puro e duro la musica influenza alcuni comportamenti dei nemici e i loro pattern d’attacco seguendo un beat preciso, nel quale sarà opportuno inserirsi per assestare un buon colpo ed evitare di essere colpiti. Il tutto è completamente opzionale, ma farlo semplifica notevolmente le cose. E se nella prima run a livello normale questo aspetto passa nettamente in secondo piano, riaffrontando i vari stage del gioco incrementando la difficoltà, adeguarsi al ritmo diventa quasi obbligatorio se si vogliono ottenere risultati più importanti a livello di scoring.

All’anima combattiva di No Straight Road se ne contrappone una esplorativa, che fa da collante fra storia e combattimenti, anche se qua le cose non sono tutte rose e fiori. Come per il combat system, anche l’esplorazione appare decisamente abbozzata e, per quanto il titolo indichi che non esistono “strade dritte”, visitando quelle di Vinyl City scopriamo invece che in realtà tutto risulta fin troppo lineare e a tratti superfluo. Durante queste fasi potremo racimolare qualche manciata di fan interagendo con alcuni elementi ambientali, o recuperando stiker e mod da utilizzare nella nostra base per potenziare l’equipaggiamento di Mayday e Zuke. Peccato che l’attenzione dedicata a Vinyl City sia solamente estetica e che il tempo passato a girovagare tra i suoi vicoli risulti un intramezzo trascurabile fra un boss e l’altro.

Pompa nelle casse!

Perché la vera attenzione ricade proprio su di loro, i boss di No Straight Roads. L’anima musical traspare proprio in questi frangenti, dove musica, storia e gameplay si fondono insieme tirando fuori i momenti più riusciti del gioco. Non solo visivamente intriganti, aspetto sul quale ci torneremo fra poco quando parleremo del comparto tecnico, ma anche divertenti da affrontare, mettendo in risalto le abilità dei due cavalli di punta di Metronomik.

La varietà è la parola d’ordine di No Straight Roads, e affrontando le boss fight questa emerge prepotente, esaltando tutto l’estro creativo dei due designer e confezionando un contenitore perfetto per una storia altrettanto interessante e ben raccontata.

Storia e direzione artistica sono le due caratteristiche più affascinanti di No Straight Roads.

La prima porta avanti le avventure di Mayday e Zuke, con un modo di raccontare semplice ma che va dritto al sodo, con tanto di metafore e riferimenti politici, ma utilizzando un canovaccio che non stonerebbe in una produzione Pixar. La seconda invece serve per immortalare a video il racconto, e lo fa utilizzando uno stile fresco, dal forte impatti visivo. Il character design è azzeccato per tutti i personaggi e li stage racchiudono l’essenza dei vari boss, con soluzioni stiliste appaganti per l’occhio umano.

E poi c’è lei, la colonna sonora, che tiene insieme tutto il gioco e conferisce quell’anima da musical che pervade l’avventura di Metronomik. Il tema del rock contro l’EDM serve sul piatto una serie di tracce fusion dove la musica elettronica va a reinterpretare vari generi, dal rap alla musica classica, con un flow che diventa a servizio dei boss nella lotta al sabotaggio dei loro concerti.

Forse chi si aspettava un titolo più indirizzato verso il rhythm game crudo e puro si ritroverà deluso nel constatare quanto poco di queste meccaniche vengano coinvolte, o almeno in apparenza. Perché come andremo a grattare la scorza, quando alzeremo il livello di sfida, saremo quasi costretti in qualche modo a tener conto dei ritmi del gioco, forse mai in maniera troppo vincolante ma sempre presente.

No Straight Roads è disponibile su PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch e PC, tramite Epic Store.

No Straight Roads
No Straight Roads è perfetto? No, tutt'altro, ma è proprio questa impurità a renderlo affascinante agli occhi del giocatore. No Straight Roads è una esperienza videoludica audiovisva, forte sull'aspetto scenografico, più blanda su quello giocabile. Queste due anime si scontrano nelle ore che vi accompagneranno in questa piacevole avventura che potrebbe benissimo essere il concept di qualche storia Pixar, che sa regalare dei bei momenti di intrattenimento. C'è da tenere conto che proprio il gameplay ha delle grosse carenze, dall'esplorazione al sistema di combattimento, che per fortuna vengono colmate all'occorrenza da una serie di boss perfettamente calati nella parte, che vi cattureranno in un bel viaggio musicale, fatto di valori e buone intenzioni. Un titolo da tenere in considerazione, magari in occasione dei primi saldi, che lo renderanno sicuramente un titolo ben più digeribile, almeno sul piano economico.
Pro
Direzione artistica pazzesca
La colonna sonora la fa da padrone
Storia ben raccontata degna di un lungometraggio d'animazione 3D
Contro
Gameplay fin troppo semplicistico
La musica non intacca troppo le meccaniche di gioco
Prezzo di lancio alto
7.8
Voto