Only Murders in The Building: la recensione delle prima stagione

Only Murders in The Building è la serie tv perfetta per l'autunno 2021, un ottimo prodotto mystery comedy disponibile su Disney+

Only Murders in The Building: la recensione delle prima stagione 

Si è conclusa martedì scorso, 19 ottobre, Only Murders in The Building, la nuova serie tv Hulu disponibile in Italia nella sezione Star di Disney+. A sorpresa sono stati rilasciati assieme gli ultimi due episodi della prima stagione, così gli amanti del binge-watching potranno iniziare a recuperare per intero la serie. Only Murders in the Bulding è tra le serie rivelazione dell’anno. Un prodotto mystery comedy dalle vibes anni ’90 con protagonista una rinnovata Selena Gomez oltre ai già consolidati Steve Martin e Martin Short. I fan della Christie non resteranno delusi. Ecco la nostra recensione della prima stagione di Only Murders in The Building. 

Ecco il trailer della prima stagione di Only Murders in The Building

La recensione della prima stagione di Only Murders in The Building

Se siete alla ricerca di una serie mystery fresca, raffinata e dalle vibes anni ’90 Only Murders in The Building è il prodotto perfetto. Only Murders in the Building è tra le rivelazioni seriali dell’anno. Una mystery comedy dalle vibes anni ’90 che mette d’accordo grandi e piccini. Raffinato, intelligente e peculiare Selena Gomez, Steve Martin e Martin Short compongono il trio più imprevedibile di Disney +. Nell’epoca in cui anche i podcast hanno la loro importanza un trio insolito composto da due uomini di spettacolo in età avanzata e da una giovane ragazza legati della passione verso il true crime decidono di investigare privatamente in merito all’omicidio avvenuto nel loro palazzo. In Italia la serie tv è ancora troppo poco conosciuta, ed è un vero peccato perché merita assolutamente la visione. Oltre oceano è diventata molto popolare e grazie all’apprezzamento del pubblico è già stata rinnovata per una seconda stagione.

Tra ambientazione newyorkese e le vibes ‘90 di Only Murders in the Building

Only Murders in the Building è unica nel suo genere, fresca ma allo stesso tempo nostalgica. È chiara l’influenza data dai romanzi della Christie e l’ispirazione alle serie anni ’90 come La signora in giallo, citata a più riprese nel corso dei vari episodi. Per scrittura, montaggio e regia l’impronta anni ’90 permea ogni frame, il tutto senza risultate antiquato. 

Il caso protagonista della prima stagione potrebbe sembrare banale e dalla facile risoluzione ma pian piano che si procedere nella visione dei vari episodi scopriamo che i misteri sono ben più numerosi del previsto. Tim Kono è morto e se inizialmente le indagini decretano che  si è trattato di suicidio il magico trio giunge ad una risoluzione diversa. Tim è stato brutalmente assassinato e l’omicida abita nel palazzo, l’Arconia. 

Ogni episodio è contraddistinto da un nuovo capitolo del podcast, via via che i protagonisti proseguono le indagini aggiornano il loro canale con nuovi dettagli e resoconti in merito alle scoperte effettuate. La voce fuori campo di uno dei tre protagonisti si alterna di episodio in episodio a volte viene sostituita da un nuovo personaggio. 

Interessanti sono le scene ambientate in teatro, frutto dell’immaginazione di Oliver (Martin Short). Oliver, produttore e sceneggiatore teatrale andato in rovina vive la propria vita come se fosse perennemente sotto i riflettori. Cerca sempre di attirare l’attenzione, è alla disperata ricerca di nuovi soggetti per i suoi progetti già fallimentari in partenza ed è terribilmente solo. Del resto anche Mabel (Selena Gomez), ragazza che cerca di ristrutturare il prezioso appartamento della zia, e Charles, attore pensionato celebre per una serie tv anni’90, sono solitari. È la passione per i podcast di true crime ad unirli ed a legarli in un profondo rapporto d’amicizia che supera il divario generazionale. 

I personaggi secondari, proprio come nelle commedie anni’90, non hanno sempre un nome. A volte vengono identificati con l’ubicazione del loro appartamento o con il mestiere da loro stessi svolto, per cui lo scarso approfondimento non nuoce alla loro costruzione ma è funzionale allo stile della serie. 

New York, città in cui è ambientata la serie, è grande protagonista. Più e più volte viene sottolineato dai protagonisti come sia difficile e non troppo comodo abitare nella città dai grandi grattacieli. New York non è mai silenziosa o tranquilla, ci sarà sempre qualche novità che coinvolge il vicinato o mobilità i cittadini. Diverse sono le scene girate tra i vicoli di New York e proprio grazie a questi squarci lo spettatore riesce a pieno a comprendere l’ambientazione della serie oltre che a calarsi nelle mood della città che non dorme mai.

Ultime considerazioni e dati tecnici di Only Murders in the Building

La comicità è spiccata ma non eccessivamente pervasiva, a volte è scurrile ma senza picchi di volgarità. Il prodotto resta raffinato e di livello, grazie alla scrittura ed alla bravura dei soggetti coinvolti. 

I 10 episodi sono brevi, la durata non supera i 30 minuti circa, e scorrevoli. Il ritmo è incalzante e l’intrattenimento è assicurato.

L’intera stagione è davvero divertente, un piacere da guardare. É adatta per un pubblico senza età ed è in grado di soddisfare gli amanti di qualsiasi genere cinematografico. 

La serie mantiene un ottimo livello per tutta la stagione senza nessun picco in discesa, aspetto non scontato ma anzi decisamente importante. È sempre difficile trovare un prodotto seriale che mantenga per l’intera stagione un costante livello di qualità sia per quanto riguarda la scrittura che la regia. Only Murders in the Building riesce nella ormai impossibile impresa.

Menzione d’onore per il settimo episodio: girato quasi completamente senza dialoghi verbali ma solo con l’utilizzo del linguaggio dei segni. Ricorda in parte i film muti e lancia un importante messaggio di inclusione e rappresentanza.

Tante le guest star che partecipano ai vari episodi come ad esempio il cantante Sting, coinvolto a pieno titolo in uno dei primi capitoli della serie. 

In conclusione, il caso legato a Tim Kono si può definire chiuso con la prima stagione, anche se, per ammissione degli stessi personaggi, alcuni dettagli restano fumosi e difatti il finale è apertissimo. Un nuovo mistero dovrà essere risolto nella seconda stagione. 

Se ancora non avete visto Only Murders in the Building potete ora recuperala tutta in un solo boccone. Finalmente tra il catalogo di Disney+ splende una serie original non legata al grande nome Marvel. Only Murders in the Building è la serie perfetta per l’autunno 2021. 

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