SKAM Italia – La Recensione della Stagione 4

SKAM Italia, ecco la stagione di Sana

Arriva finalmente la quarta stagione di SKAM Italia

Uscita allo scoccare della mezzanotte di oggi, la quarta stagione di SKAM Italia – per la regia di Ludovico Bassegato – non ha certo deluso le aspettative, riuscendo a confermarsi una delle serie tv italiane più valide degli ultimi anni. Per chi non lo sapesse, SKAM è una serie remake dell’omonima norvegese, ambientata a Roma, con protagonisti dei liceali. Non aspettatevi però un prodotto alla Tre metri sopra al cielo, SKAM saprà cogliervi di sorpresa, e ogni puntata filerà una dopo l’altra come un cesto di ciliegie.

Quattro stagioni di dieci episodi della durata di venti minuti. Ognuna si concentra sulla storia di uno o più personaggi, alle quali se ne intrecciano molte altre.

 

Le prime tre stagioni di SKAM

Prima di parlare della stagione appena uscita, facciamo un breve ripasso.

La prima stagione si focalizza sulla storia tra Eva (Ludovica Martino) e Giovanni (Ludovico Tersigni), e la tematica centrale è quella della ricerca di se stessi e della fiducia nell’altro. Un processo faticoso da affrontare quando si hanno solo sedici anni e che spesso ci porta ad agire in maniera sbagliata, con amari epiloghi.

La seconda ci parla invece di Martino (Federico Cesari) e della sua scoperta omosessualità. Il modo in cui hanno trattato una tematica così delicata, soprattutto se affrontata durante l’adolescenza, è impeccabile. Forse è la prima volta che in un prodotto seriale italiano se ne dà un ritratto coerente con la realtà, con tutte le difficoltà del caso; non solo quella di accettarsi, ma anche di farsi accettare dal proprio gruppo di pari, vivendo con la paura costante di essere giudicati.

La terza stagione ha come protagonisti Eleonora (Benedetta Gargari) ed Edoardo (Giancarlo Commare). La loro relazione è più matura rispetto alle altre, anche in riferimento ai protagonisti stessi che sono nella fase di passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Si parla di abusi, turbolenze emotive e lo si fa in maniera senza dare niente per scontato.

Insomma, ogni problematica trattata da SKAM vuol essere sì un monito per i giovani, ma al tempo stesso non si fa mai “la morale” e il tono non è mai paternalistico.

Dà inoltre un ritratto molto fedele alla realtà giovanile odierna. Molto diversa da quella dello scorso decennio, ad esempio; gli adolescenti di oggi per molte cose sono più avanti rispetto a quelli della generazione dei tardi anni ’90 e l’uso dei social e di internet ha un ruolo ancor più decisivo nelle relazioni e nei comportamenti dei ragazzi.

Eppure, ciascun personaggio ha in sé qualcosa che lo rende simile a persone che abbiamo realmente conosciuto nel corso della vita; benché ci sia chiaramente una caratterizzazione mirata, è come se ci trovassimo di fronte a ragazzi esistenti e non di finzione. E questo è uno degli aspetti più potenti della serie, perché la avvicina tantissimo alla realtà e fa si che ogni avvenimento, sensazione vissuta, risulti credibile. Risveglia ricordi e sensazioni già provate, belle e brutte, in cui tutti (anche a 30 anni) possiamo riconoscerci.

La quarta stagione

La quarta stagione di SKAM si concentra sul personaggio di Sana (Beatrice Bruschi), una ragazza musulmana profondamente religiosa che si troverà a fare i conti tra il rimanere coerente al credo della sua fede, oppure lasciarsi andare ai suoi desideri da adolescente che però vanno proprio contro di essa. Il motivo scatenante di questo conflitto interiore è risvegliato dall’interesse per un ragazzo, Malik (Mehdi Meskar), amico di suo fratello, per il quale inizierà a provare una forte attrazione. La ragazza infatti, nonostante si mostri sempre sfrontata e decisa, in realtà nasconde molte insicurezze, la maggior parte delle quali legate proprio alla sua fede islamica. Al contrario delle sue amiche non può bere, non può mostrare i capelli di fronte ai ragazzi, non può avere relazioni con persone che non siano musulmane, perché altrimenti non potrebbero sposarla. Tutte cose che inizieranno a pesare a Sana e che la allontaneranno dal suo gruppo di amiche, che sembrano non capire il suo modo di vivere, così lontano e misterioso. Pensano che lei sia obbligata dalla famiglia, in realtà è lei stessa a voler essere musulmana e a praticare il suo credo nella maniera migliore possibile, anche se questo comporta delle rinunce. A cominciare dalla preghiera, vissuta come un momento di pace estrema con se stessa e il mondo che la circonda.

Il rischio di esporsi sulla religione islamica poteva essere quello di cadere in una sceneggiatura intrisa di retorica, con frasi politicamente corrette da un lato e la demonizzazione di certi comportamenti dall’altro. Invece niente di tutto questo, anzi, la quarta stagione riesce a superarsi e ancora una volta conferma il forte realismo che fin dall’inizio ha caratterizzato questa serie. SKAM vuole far riflettere con spirito critico, mettendo sempre in discussione le idee dei protagonisti. Vengono fatti vedere i due lati della medaglia, senza l’intento di elevarsi a giudici supremi. Non ci si schiera mai se non a favore dei legami affettivi.

A tal proposito, è bellissimo il dialogo tra Sana e Martino; mentre lei si lamenta di sentirsi incompresa e discriminata, lui le fa notare che sì, molte persone hanno forti pregiudizi riguardo la religione musulmana e ingiustamente la riducono a mero fanatismo, è però anche vero che sono gli stessi musulmani che spesso evitano l’argomento e non ne parlano, quando invece il dialogo è la chiave. Se non c’è uno scambio di conoscenze tra le persone, regnerà sempre l’ignoranza e tutto ciò che ne consegue. Per cui è importante parlare per evitare fraintendimenti di ogni sorta, anche se le domande che ci vengono poste possono, in un primo momento, darci fastidio.“Diamo risposte intelligenti a domande stupide”.

SKAM riesce così ad abbattere tutti gli stereotipi ma lo fa in maniera brillante. È sincera, coinvolgente e sa far commuovere.

Si tirano le somme

La quarta stagione di SKAM è anche l’ultima (per il momento) e la chiusa finale ci fa salire qualche brividino di nostalgia, soprattutto a chi quella fase della vita l’ha già passata. L’esame di maturità, le vacanze, i progetti futuri, gli amici che partono e chissà se si rivedranno mai.

Anche se il domani è incerto, ogni personaggio trova finalmente il proprio equilibrio nella maniera più vera possibile. Se c’è una cosa che più è da apprezzare di SKAM, è il non essere una serie eccessivamente sdolcinata.

Certo, non è perfetta. Ha i suoi difetti ed è pur sempre un telefilm rivolto ai giovani, con qualche frase improbabile e scene costruite ad hoc per farti scendere la lacrimuccia al momento giusto, però non credo che sia necessariamente un male se si prende per quello è; si tratta di un racconto di adolescenti che affrontano problemi da adolescenti, quando ogni banalità ci sembra qualcosa di insormontabile. Alla fine l’importante è che i messaggi che veicola e che vuol far arrivare arrivano e lo fa senza sbavature.

Per ultimo, ma non per importanza, nota di merito alla fotografia, che anche in questa stagione mozza il fiato, con i suoi paesaggi sconfinati e incredibilmente suggestivi.

SKAM è un inno all’amicizia e alla conservazione di valori positivi. Vale la pena di recuperarla. La trovate su TimVision e Netflix.