Tenebre e Ossa: recensione della trilogia Grisha di Leigh Bardugo 

In occasione dell’uscita della serie Netflix “Shadow and Bone” ecco la recensione dei primi tre volumi del Grisha Verse

Rovina e Ascesa

(Ruin and Rising)

Leigh Bardugo

Edito da Mondadori (30 marzo 2021)

Pagine 288

€ 18,90 cartaceo – € 9,99 ebook

Trama

L’Oscuro ha ormai esteso il suo dominio su Ravka grazie al suo esercito di creature mostruose. Per completare i suoi piani, gli manca solo avere nuovamente al suo fianco Alina, la sua Evocaluce. La giovane Grisha, anche se indebolita e costretta ad accettare la protezione dell’Apparat e di fanatici che la venerano come una Santa, non ha perso però le speranze: non tutto è perduto, sempre che un certo principe, sfacciato e fuorilegge, sia sopravvissuto, e che lei riesca a trovare la leggendaria creatura alata di Morozova, la chiave per liberare l’unico potere in grado di sconfiggere l’Oscuro e distruggere la Faglia. Per riuscirci, la potente Grisha dovrà tessere nuove alleanze e mettere da parte le vecchie rivalità. Nel farlo, verrà a conoscenza di alcuni segreti del passato dell’Oscuro che getteranno finalmente luce sulla natura del legame che li unisce e del potere che l’uomo esercita su di lei. Con una nuova guerra alle porte, Alina si avvia verso il compimento del proprio destino, consapevole che opporsi all’ondata di crescente oscurità che lambisce il suo paese potrebbe costarle proprio quel futuro per cui combatte da sempre.

Recensione di “Rovina e Ascesa” terzo libro del Grisha Verse

Con “Rovina e Ascesa” si conclude la prima trilogia dell’universo Grisha. Grazie a Mondadori abbiamo ricevuto il volume pochi giorni dopo l’uscita e quale occasione migliore se non l’uscita della serie tv per realizzare la nostra recensione della saga di “Tenebre e Ossa”, la prima serie del Grisha Verse. 

La conclusione della saga è epica. Si percepisce fin dalle prime righe l’idea di finale di saga.  I personaggi sono agitati e consapevoli dell’imminente battaglia. Il dramma e la distruzione sono dietro l’angolo ma i protagonisti non accennano ad arrendersi nonostante tutto. Se Alina nel secondo volume era fin da subito forte, qui non ha più i suoi poteri. Non riesce ad evocare la luce. Si sente debole e fragile. Solo grazie ai suoi fidati compagni riesce a riconquistare il suo posto di comando e ripartire alla ricerca di Nikolai e del terzo amplificatore. Avverte la necessità impellente di possederlo. Il potere di cui dispone è ancora inferiore alla forza dell’Oscuro e in uno scontro alla pari sa bene che perderebbe. Il desiderio di possedere il terzo amplificatore è per Alina più un’esigenza di protezione per gli altri che brama di potere personale. Anche se, occorre ammettere che seppur presente in minore quantità in Alina il desiderio di potere e invincibilità le appartiene.

Il legame tra Alina e l’Oscuro è sempre più forte. Lei è l’unica che conosce la sua vera storia, le difficoltà che ha affrontato e la solitudine che lo avvolge. Solo Alina conosce il vero nome del ragazzo che si cela dietro le vesti dell’Oscuro e solo lei lo comprende fino in fondo. 

In “Rovina e Ascesa” la Bardugo introduce nuovi modi di utilizzare i poteri per i Grisha. Se abbiamo sempre pensato che avessero scopo offensivo, qui apprendiamo che possono essere utilizzati anche solo per neutralizzare l’avversario. 

Zoya, introdotta dal primo libro ma poco sviluppata, diventa molto più presente ed interessante. È arrabbiata e arrogante, sa quanto vale e non prova timore nel dimostrarlo. Mal, se prima sembrava piatto e poco interessante, in questo volume viene maggiormente approfondito. La Bardugo svela le carte e spiega ai lettori la vera importanza di Mal, il motivo che si cela dietro le sue strane doti da tracciatore e la vera ragione del suo profondo rapporto con Alina. 

Se molti hanno criticato il finale della trilogia, io lo ritengo in perfetta linea con la storia. Trovo che la Bardugo sia rimasta fedele ai suoi personaggi e alle vicende da essa stessa raccontate. La conclusione è perfettamente coerente con l’evoluzione dei personaggi e con le ambizioni di ciascuno. In tanti desideravano un finale diverso per Alina mentre io lo ritengo in giusta armonia con ciò che la ragazza ha sempre desiderato e sognato. Ovviamente potrebbe per molti apparire come un conclusione che porta all’involuzione di Alina ma credo che l’autrice abbia semplicemente seguito la giusta strada per la sua protagonista. 

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