The Northman: la recensione del nuovo film di Robert Eggers
Un’avventura epica, un viaggio segnato dal desiderio di vendetta, il percorso “dell’eroe” in una chiave tutta nuova. The Northman è un film sorprendete. Riti, cultura e leggende vichinghe sono il fil rouge della nuova opera di Eggers. Il popolo vichingo viene rappresentato in maniera estremamente realistica, forse come mai prima. Il montaggio sonoro è incredibile, equiparabile a quello di Dune di Villeneuve. Cast dai grandi nomi tra cui meritano di essere evidenziate le interpretazioni di Alexander Skarsgård e Anya Taylor-Joy. Ecco la nostra recensione di The Northman.
Ecco il trailer di The Northman
The Northman: la recensione
Il regista di The Lighthouse e The Witch solo al suo terzo lungometraggio si conferma tra i giovani registi più interessanti degli ultimi anni. Robert Eggers in The Northman propone una visione del popolo e della cultura vichinga unica e riconoscibile. Il tocco del regista classe ’83 è ben distinguibile già dei primissimi frame. Gli amanti della regina di Eggers, coloro che hanno visionato anche i diversi corti realizzati dall’artista, avranno sicuramente colto tutte le sfumature e i vezzi stilistici propri del regista. Robert Eggers è sicuramente un nome che l’Academy dovrà iniziare a considerare tra i papabili vincitori dei suoi premi.
Dopo il necessario preambolo sul regista possiamo addentrarci nella mitologia e nella storia di The Northman. La visione del lungometraggio vi lascerà senza parole ed a tratti interdetti. La prima mezz’ora è puro misticismo, i riti e le leggende vichinghe sono le assolute protagoniste. I personaggi sono soltanto lo strumento per mostrare allo spettatore i rituali, le usanze e le pratiche del popolo nordico. I primi trenta minuti potrebbero spaventarvi ed allontanarvi dalla pellicola ma non fatevi impaurire, sono sicuramente necessari a creare l’atmosfera giusta per entrare a pieno nella storia di The Northman. Superato il momento straniante iniziale la storia entra nel vivo, una storia di vendetta personale, cruda e senza possibilità di redenzione.
I vichinghi di Eggers e i personaggi di The Northman
The Northman narra la storia epica di un principe vichingo in cerca di vendetta per la morte del padre, brutalmente assassinato e tradito quando il figlio era soltanto un giovanissimo fanciullo. “Ti vendicherò padre, ti salverò madre e ti ucciderò Fjölnir” è il mantra, più e più volte ripetuto, che segue Amleth (Alexander Skarsgård) per tutta la vita. Il principe perduto, dopo una prima esperienza lontano da casa in cui ha imparato a combattere come un brutale selvaggio, dedica tutti i suoi sforzi alla vendetta. Il desidero e la necessità di portare a compimento la promessa fatta al padre perseguita Amleth, sia nella realtà che nelle visioni. Realtà e profezie future si fondono fino a diventare quasi la medesima cosa, solo prestando attenzione ai particolari vi accorgerete che l’immaginazione e le visioni del protagonista sono tali. Eggers costruisce un viaggio epico dedicato ad “un eroe” senza timori, un combattente con una morale che pian piano viene scalfita da quello che è, per sua stessa ammissione, l’unico sentimento mai conosciuto dal protagonista: la sete di vendetta. Amleth non sa cosa significhi amare ed essere amati, stenta a riconoscere questi sentimenti quando gli vengono presentati e vi rinuncia senza rimpianti nel momento in cui dovranno scontrarsi con il fato già scritto. Alexander Skarsgård si conferma un eccellente interprete. Il suo Amleth è brutale e scaltro ma anche amorevole, è un personaggio sfaccettato e tridimensionale. Skarsgård mostra in maniera perfetta tutte le emozioni ed i pensieri del protagonista. L’attore di The Legend of Tarzan è per fisionomia perfetto per interpretare un principe vichingo, nelle scene di battaglia rievoca le gloriose sfide dei miti. Da sottolineare lo studio e la cura prestata dal regista nella ricostruzione storica della cultura vichinga. I vichinghi di Eggers sono realistici, credibili. La brutalità e la crudeltà del popolo nordico non vengono risparmiate in The Northman. A differenza delle diverse serie tv dedicate all’argomento nel nuovo film le battaglie sono state coreografie in maniera estremamente realistica, i combattimenti sono grezzi e messi in atto senza una vera consapevolezza delle mosse e delle tecniche di lotta. Il più forte e brutale vince, non il più esperto. A coronare l’attendibilità del popolo norreno è la religione, la fiducia cieca negli dei e nelle visioni del futuro. Il fato deve compiersi, a qualunque prezzo. La pace arriverà solo una volta giunti nel Valhalla.
Anya Taylor-Joy, per una volta con il suo colore di capelli originale, è eterea nelle visioni del futuro e estremamente concreta nelle scene del presente. L’attrice argentina si conferma un’interprete versatile e perfettamente in grado di rivestire il ruolo di co-protagonista al fianco di attori con maggiore esperienza. In The Northman potrete apprezzare anche il suo tono di voce profondo nelle linee di dialogo lasciate in originale, a tratti evocative. Semplicemente bravissima, sensuale e glaciale al tempo stesso.
Il resto del cast vanta nomi eccellenti, tra i quali Nicole Kidman, Ethan Hawke e Willem Dafoe. Resta però da contattare che inizialmente potreste restare leggermente confusi dalla loro recitazione, molto teatrale e costruita. Solo in un secondo momento vi accorgerete che il film, per storia e mitologia, richiede a quei determinati personaggi di restare distaccati e freddi, quasi eccessivamente impostati. Solo i personaggi di Anya Taylor-Joy e Alexander Skarsgård mostrano diverse sfaccettature, quella pubblica più impostata e quella intima e molto più naturale.
I dettagli che fanno la differenza
La colonna sonora ed il montaggio sonoro di The Northman sono il fiore all’occhiello di una pellicola già ben strutturata in ogni suo minimo dettaglio. Le note che accompagnano i personaggi nelle loro avventure sono ben distinguibili e tratti memorizzabili, rendono l’esperienza un vero e proprio viaggio all’interno della cultura norrenea. I suoni della foresta, della battaglia, delle belve e i rumori tribali concretizzano ancora di più l’opera. Un montaggio sonoro talmente travolgente ed importante come solo Dune di Villeneuve aveva saputo creare.
La fotografia ha prevalentemente toni freddi e sfumature cupe, riscaldata solo dal fuoco vibrante. Non temete il film è perfettamente godibile nonostante la forte presenza del colore nero causato dall’ambientazione notturna.
Se amate le avventure epiche e le store nordiche incentrate su personaggi vichinghi non potete perdere The Northman, un film d’autore che saprà conquistare anche i più scettici se solo si lasceranno stupire.