The Witcher: la recensione dei primi 6 episodi
La seconda stagione di The Witcher è ora finalmente disponibile su Netflix. La serie fantasy tra le più attese del 2021 è il regalo di Natale in anticipo che tutti i fan del genere attendevano. La nuova stagione di The Witcher è all’altezza delle aspettative e migliora i difetti della prima stagione. Si prende tutto il tempo necessario per sviluppare il rapporto tra i personaggi, per caratterizzarli ed approfondirli in maniera accurata. L’azione è presente ma prevalentemente concentrata negli episodi finali. Ciri è l’assoluta protagonista di The Witcher stagione 2. Abbiamo visionato in anteprima i primi 6 episodi della nuova stagione di The Witcher ed ecco a voi la nostra recensione.
Ecco il trailer della seconda stagione The Witcher:
https://www.youtube.com/watch?v=TJFVV2L8GKs
La recensione dei primi 6 episodi della seconda stagione di The Witcher
La seconda stagione di The Witcher è tra le serie più attese dell’anno. Nel 2019 The Witcher aveva conquistato i fan rimasti orfani e delusi dalla fine di Game of Thrones ed aveva regalato ai lettori di Andrzej Sapkowski e non solo un universo magico ben costruito, anche se non visivamente perfetto.
Il grande merito della nuova stagione di The Witcher è la consapevolezza degli orrori passati. Se un prodotto riesce a comprendere cosa non ha funzionato nelle fasi precedenti ed ha il coraggio di ammettere l’imperfezioni non può che migliorare nelle versioni successive. La seconda stagione di The Witcher cura e rimedia alle lacune della prima e attua il mea culpa in maniera pienamente soddisfacente. La CGI di The Witcher non aveva convinto durante gli episodi della prima stagione, risultava abbastanza posticcia con riferimento ai dettagli delle creature magiche e ai diversi frame in cui Geralt stesso risultava oltremodo artefatto a causa della parrucca platino utilizzata che non sempre appariva credibile. Fin dai primi trailer di The Witcher 2 era però riscontrabile un miglioramento nella cura degli effetti visivi e speciali ma solo osservando attentamente i vari episodi è percepibile il netto salto di qualità della CGI. I mostri sono ricchi di dettagli precisi e ben realizzati; le acconciature ed i costumi risultano adeguati e realistici e persino le scene di battaglia appaiono ben coreografate.
La trama è lineare e sviluppata sullo stesso arco temporale per tutti i personaggi, lo spettatore non resta più destabilizzato dai diversi salti temporali che caratterizzavano la prima stagione. Sono presenti anche in questa nuova stagione, invece, le multiple storyline. In The Witcher 2 a differenza della precedente, Geralt e Ciri percorrono lo stesso viaggio e si trovano quindi protagonisti della stessa storia; Yennefer, invece, ha un suo specifico pov così come le vicende che riguardano Nilfgaard.
Le parole chiave della nuova stagione: sviluppo delle relazioni tra i personaggi e Ciri grande protagonista
Se nella prima stagione di The Witcher gran parte del tempo a disposizione veniva impiegato per introdurre i tanti personaggi e presentarli al pubblico nella nuova stagione dello show la sceneggiatrice ha avuto lo spazio narrativo necessario a sviluppare le relazioni tra di essi. Geralt e Ciri sono i soggetti principali su cui si concentra il focus dell’attenzione. I due destinati a riunirsi dall’antica legge delle sorpresa sono finalmente assieme. Il loro è un rapporto segnato dal fato ma coltivato per scelta: Geralt e Ciri in questa seconda stagione decidono di conoscersi nel profondo, non si limitano ai ruoli che la sorte ha imposto loro ma si fidano l’uno dell’altro, diventano uno il confidente dell’altro e l’affetto cresce capitolo dopo capitolo consolidando il rapporto padre-figlia fino a renderlo una relazione vera, autentica e profonda.
Geralt (Henry Cavill) si mostra apparentemente come l’eroe che non deve chiedere mai, che non ha mai bisogno dell’aiuto o del supporto altrui. Cela le sue fragilità, i suoi sentimenti e le sue debolezze dietro alla corazza di arroganza che si è costruito in tanti anni di solitudine. Nei nuovi episodi conosciamo il Witcher sotto altri occhi, quelli di Ciri, i quali ci mostrano un uomo, che come potevamo già intuire nella prima stagione, è sensibile e fragile, pronto ad amare e desideroso di farlo. Un padre premuroso e disposto a tutto pur di salvare la figlia. Invincibile ma vulnerabile, forte ma anche dolce. Da sottolineare i meravigliosi occhi gialli di Geralt ricreati digitalmente in maniera impeccabile.
Ciri (Freya Allan) è la vera protagonista della nuova stagione. La seconda stagione della serie Netflix si concentrata prevalentemente sullo sviluppo e sulla crescita del suo personaggio: da bambina indifesa e in cerca disperata di persona fidate pronte a salvarla diventa la ragazza che desidera addestrarsi per essere lei stessa la sua salvatrice. Ciri è forte ma anche terribilmente persa, non sa chi è realmente, non conosce la sua vera natura e l’effettiva portata dei suoi poteri. La mancata conoscenza della magia e l’ignoranza verso le sue origini tormentano la ragazza per tutta la stagione. È disposta a qualsiasi sofferenza pur di trovare se stessa e il suo posto nel mondo. Ciri vorrebbe riconquistare le sue terre e governale come sovrana saggia e lungimirante ma è ben consapevole del futuro incerto che la attenete. I suoi doni la spaventano ed allarmano le persone che la circondano. Grande minaccia per il Continente o futura salvatrice dei popoli, chi è davvero Cirilla di Cintra? Ottime le interpretazioni di Henry Cavill, sempre in perfetta sintonia con il suo personaggio, e di Freya Allan nei panni della determinata Ciri.
Marginale nei nuovi episodi è invece il personaggio di Yennefer (Anya Chalotra). Yennefer è concentrata sul suo potere, sulle sue doti da strega e pone tutto il resto in secondo piano. La sua storyline è più breve rispetto a quelle di Geralt e Ciri ma d’altronde avevamo già ampiamente conosciuto il suo personaggio nella prima stagione, nella successiva conferma ed in parte smentisce il percorso di crescita fatto in precedenza.
Ancora meno spazio è stato destinato al Bardo Ranuncolo (Joey Batey), poche sono le canzoni in questa nuova stagione e ancora meno i momenti a lui dedicati. Non mancano però, anche se solo in quei brevi frangenti, le frasi ironiche e distensive pronunciate dall’affabile personaggio.
Ovviamente questo prodigarsi verso la costruzione dei personaggi ha sottratto spazio alle scene d’azione ed allo sviluppo della trama generale che procede ma in maniera più lenta rispetto alla prima stagione.
Ricercare se stessi e sconfiggere l’odio, i grandi temi della seconda stagione di The Witcher
Interessanti e fonte di spunto per riflessioni trasversali sono i temi affrontanti nella seconda stagione di The Witcher, tematiche sviluppate attraverso gli occhi e le scelte di più di un personaggio. Ciri è alla disperata ricerca di se. Desidera più di qualsiasi cosa comprendere la sua vera natura, le suo origini e la via che è destinata a percorrere. Si sente persa, confusa e ingannata dalla famiglia che per amore l’ha da sempre tenuta allo oscuro delle sue potenzialità. Non riesce a comprendersi, non sa cosa desidera né quale percorso seguire. Si fida solo di Geralt, sua guida e maestro. La sensazione di disorientamento coinvolge lo spettatore che come Ciri è portato a porsi domande durante la visione dei vari episodi. Siamo ciò che il destino ha scelto per noi o possiamo essere artefici del nostro stesso futuro?
Ben sottolineato per l’intera durata della stagione due The Witcher è l’inutilità dell’odio verso il prossimo e verso se stessi, ciò che siamo o che altre pensano di noi. L’odio represso porta alla frustrazione, alla violenza e alla distruzione della persona che prova tale sentimento. Non conduce a nulla di buono, mai. L’odio ingiustificato verso altre speci, razze o semplicemente verso il diverso viene sempre analizzato, come giusto che sia, sotto una luce negativa esemplificandone l’inutilità e la cattiveria ingiustificata che tale sentimento provoca.
In conclusione la seconda stagione di The Witcher, grazie alle migliorie apportate, conferma la serie fantasy tra le più interessanti del momento ed inalza l’asticella delle aspettative verso tutti i prodotti dell’universo Netflix tratto dalle opere letterarie di Sapkowski.