Giocare WWE 2K Battlegrounds sembra quasi come partecipare a uno scontro clandestino di nani.
A causa delle forti critiche ricevute lo scorso anno, 2K ha deciso di saltare l’uscita annuale del titolo dedicato alla WWE sostituendolo con un arcade caricaturale come WWE 2K Battlegrounds. Affidato a Saber Interactive (già autori tra le altre cose di NBA PlayGrounds) il titolo non ha l’obiettivo di simulare la realtà, ma di favorire la spettacolarizzazione delle mosse.
Sebbene fin dal primo trailer fossi scettico sullo stile scelto dagli sviluppatori, ho preferito provare pad alla mano se WWE 2K Battlegrounds fosse quanto meno divertente. Purtroppo non è andata molto bene. Scopriamo insieme i motivi che lo rendono un enorme buco nell’acqua.
Versione Testata: PlayStation 4 Pro
WWE 2K Battlegrounds vi permette di utilizzare circa 70 atleti che hanno militato o che tuttora partecipano agli show del colosso del wrestling. Questo a patto che abbiate il coraggio di portare a termine la campagna principale, o che collezionate abbastanza Bucks per poter sbloccare le superstar nel negozio. Perché come scoprirete continuando a leggere, l’intero ecosistema del titolo si basa su questa moneta di gioco, e sul suo corrispettivo premium (golden) acquistabile con valuta reale.
Ma torniamo alla nostra campagna: la leggenda WWE Stone Cold Steve Austin seguirà 7 aspiranti lottatori nella loro ascesa all’associazione, dai campi sperduti fino a WrestleMania. Nei sei capitoli che compongono la semplice trama, i sette lottatori e il giocatore potranno provare con mano ogni singola tipologia di match dal triple threat (il match a 3) alla Royal Rumble (anche se qui ci sarà solo un massimo di quattro atleti contemporaneamente) fino agli scontri nella gabbia. Il problema non è l’eccessiva lunghezza e ripetitività di questa carriera, quanto tutto quello che ci sta attorno.
Ovviamente, so benissimo che chi acquista un titolo sportivo non lo fa di certo per il comparto narrativo, e vi assicuro che non si tratta assolutamente del difetto più grosso di WWE 2K Battlegrounds.
Ogni scontro importante è aperto da delle tavole a fumetti, che portano avanti la storia dei nostri sette rookie, con dei disegni che definire indegni sarebbe fin troppo generoso. La sensazione è che gli artisti che li hanno realizzati abbiano utilizzato le foto degli atleti e le abbiano provate a ricalcare dalla finestra.
Se questo non bastasse, credo che un fan della WWE preferirebbe giocare con gli atleti che conosce piuttosto che con dei personaggi inediti mai visti e, inoltre, non c’è uno solo di questi rookie, ma ben sette (sebbene una sia una coppia). Sei capitoli dalla difficoltà crescente in cui, man mano che avanzerete accumulando i preziosi Bucks, vi scontrerete non solo con gli atleti WWE ma con i problemi tecnici del titolo di Saber Interactive.
Here comes the pain
Se fino a quando ci si scontra a mani nude, contro un singolo avversario, l’unico problema tecnico di WWE 2K Battlegrounds è un calo di frame costante. Non appena si aggiungono oggetti di scena o peggio, altri lottatori, la situazione diventa ingestibile.
Sorvolando su un’IA combattiva a fasi alterne, mi è capitato molto spesso che i lottatori sparissero durante le mosse, oppure che l’intero gioco rallentasse drasticamente rendendo il tutto invivibile. Se pensiamo che ogni arena ha degli elementi esterni di disturbo (coccodrilli, elicotteri e altre amenità) la situazione diventa critica.
L’altro gran problema, che però potrebbe sfociare anche nel gusto personale, è nel design dei lottatori. Le versioni deformed dei lottatori sono sproporzionate (come da termine) ma sono orribili da vedere in movimento, come se fossero delle caricature di terzo tipo. Anche la modellazione degli atleti li rende grottreschi, facendo sembrare ogni scontro un combattimento clandestino tra nani.
Qualora riusciste a passare su tutto questo, i contenuti in WWE 2K Battlegrounds abbondano: oltre alle star da sbloccare e ai loro completi alternativi, ci sono una serie di arene e soprattutto una varia scelta di modalità completamente personalizzabili come nei capitoli regolari.
L’unica limitazione, come già scritto precedentemente, si ha nel massimo di lottatori a schermo, limitato sempre a quattro. Si va quindi a perdere un po’ della magia della Royal Rumble e non si possono fare match memorabili numerosi. Tuttavia, visti i problemi tecnici del gioco, questo potrebbe essere un fattore positivo.
Money in the bank
Infine, trovo doveroso approfondire la questione Bucks. Ogni singolo atleta extra, livello di potenziamento e costume va a cquistato con la valuta di gioco. Otterrete credito ovviamente combattendo in qualsiasi modalità, salendo di livello lottatore e completando le sfide quotidiane. Sebbene con pazienza non ci sia bisogno di investire in Golden Bucks, per partecipare ai tornei online dovrete versare una quota di valuta di gioco.
Un’idea abbastanza insolita e che blocca un’intera modalità dietro la spesa di Bucks. Per il resto, tutto è acquistabile solamente giocando, anche se vi richiederà tempo portare a casa il roster completo, e potreste stufarvi prima.
WWE 2K Battlegrounds è disponibile dal 18 settembre per PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch, Google Stadia e PC a 39,99 €.