Syberia: The World Before – Il canto del cigno di Benoît Sokal sbarca su console next-gen
Uscito lo scorso marzo su PC, Syberia: The World Before è arrivato finalmente anche su console next-gen, dando così modo anche ai giocatori di PlayStation 5 e Xbox Series X/S di vivere l’ultima opera postuma del fumettista belga Benoît Sokal, scomparso nel 2021. E dopo un terzo titolo non riuscitissimo a differenza dei primi due fantastici capitoli della saga, usciti corrispettivamente nel 2002 e nel 2004, l’autore belga c’ha permesso così di dare un ultimo saluto alla sua Kate Walker e alle sue avventure a distanza di ben 20 anni dal primo capitolo. Grazie a Microids, dopo aver già giocato il titolo su PC, ho avuto modo di provare il gioco anche su PlayStation 5. Quindi, mettetevi comodi e avventuriamoci in questa recensione di Syberia: The World Before dedicata alla versione PS5.
Per chi non l’avesse già giocato su PC, questo quarto titolo delle avventure di Kate Walker, si inserisce poco dopo la fine di Syberia 3. Dopo un breve recap di tutti i titoli usciti finora, il gioco inizia nel 1937, tramite un prologo in cui useremo una ragazza di nome Dana, talentuosa pianista di Vaghen, una città in cui sta per invadere sempre più progressivamente il partito dell’Ombra Bruna, forza politica ispirata palesemente al nazismo. Poco dopo, ci troviamo catapultati nella Tajga Siberiana durante l’anno 2004, in cui ritroviamo la nostra Kate in compagnia della sua compagna di cella Katyusha, prigioniere di un gruppo militare russo che le sfrutta come schiave in una miniera di sale.
Durante un turno di lavoro forzato in miniera, Kate e Katyusha trovano un vecchio treno risalente alla Seconda Guerra Mondiale, pieno di tesori rubati dall’Ombra Bruna, tra cui un dipinto di una donna che assomiglia particolarmente a Kate. Con una fuga alquanto rocambolesca, Kate riesce a fuggire con il dipinto misterioso, cosa che la porterà successivamente ad indagare nella città di Vaghen, per scoprire nel corso della sua avventura il rapporto che la lega misteriosamente alla donna del dipinto. Da qui, partirà una lore fitta di intrecci e che vi porterà a giocare su due timeline differenti, quella con Kate e quella con Dana, in cui faremo la conoscenza di tantissimi personaggi che avranno un ruolo chiave nel racconto e graditissimi ritorni di cui non vi faccio spoiler in caso non abbiate ancora giocato a questo titolo.
Il gameplay di Syberia: The World Before si pone come una classica avventura grafica punta e clicca, prettamente di stampo narrativo, in cui il suo cuore pulsante sarà quello di interagire con i vari personaggi e oggetti, esplorare nei minimi dettagli la location in cui ci troveremo, spluciare documenti, consultare il nostro diario e risolvere diversi puzzle. I rompicapo, a differenza dei precedenti capitoli, risultano un pochino più semplici, ma comunque sempre molto vari e appaganti. Per chi non fosse abituato invece a questo genere di giochi, alcuni potrebbero anche impesiervi un pochettino, anche se a conti fatti, questo titolo risulta particolarmente accessibile a chiunque. Trai puzzle, per esempio potremo trovare anche quelli a stampo meccanico, in cui ci sarà chiesto un po’ di ingegno in più, come quello di attivare e regolare una stufa, aprire lucchetti di bauli, porte o di cassetti segreti in cui si celano indizi importanti.
Inoltre il titolo di Microids, da al giocatore anche la possibilità in maniera del tutto facoltativa di portare a termine obiettivi secondari, che potremo visualizzare nel menù a tendina in alto a destra. Questi obiettivi, spesso legati anche a trofei del gioco, permetteranno inoltre a Kate e Dana, di rivelare maggiori informazioni su personaggi, luoghi e legami per approfondire maggiormente la lore. Il mio consiglio è quello di non tralasciarli, in modo da vivere un’esperienza completa del gioco in tutte le sue sfaccettature.
Comparto tecnico e narrativo
Per quanto riguarda il comparto tecnico del gioco, il titolo uscito su console next-gen, nel mio caso su PlayStation 5, non si discosta tanto da quello uscito precedentememte su PC. In questo caso Microids, nonostante è riuscita a migliorare qualcosina, ha tralasciato ahimè, la risoluzione di alcuni difetti che affliggevano/affliggono questo titolo. Partendo dai lati positivi, ho notato una texture sui personaggi e luoghi leggermente migliorata, soprattutto nell’aspetto dei personaggi e nelle loro espressioni facciali, che ora fanno trasparire leggermente meglio le loro emozioni, a differenza della versione uscita a marzo su PC. Ovviamente non si grida al miracolo, perchè comunque a livello grafico ci troviamo dinanzi ad un titolo mediocre, in cui la software house transalpina poteva fare comunque qualcosina di più.
Vaghen invece, l’ho ritrovata sempre splendida, una città che mescola il vecchio e il nuovo alla perfezione sia quando la percorreremo negli anni 30/40 con Dana, sia nel nuovo millenio con Kate. Vaghen difatti è una città con strade colme di negozi, ricca di vita, munita di una bellissima linea tramviaria e che con tutti i suoi particolati ed edifici, ricordano alla perfezione una città teutonica nei minimi dettagli, sia a livello architettonico nello stile del Brick Gothic, sia per le atmosfere che si respirano esplorando la città. In generale, i luoghi di questo quarto capitolo l’ho trovati veramente ben curati, dove anche su console next-gen, offrono al giocatore panorami veramente belli da vedere e su cui soffermarsi più di una volta, in cui ho trovato una direzione artistica veramente sopraffina.
Sfortunatamente, il problema più grande del gioco rimane nella sua legnosità riguardante gli spostamenti, dove troviamo una telecamera semi-fissa e con movimenti del personaggio veramente lenti, quasi robotoci. Sotto questo aspetto, a mio avviso la software house francese poteva lavorare decisamente meglio, rendendo i movimenti di Kate e Dana perlomeno un poco più fluidi, non solo per facilitare il movimento del giocatore, ma dando anche una leggera spinta a sezioni in cui la lentezza dei movimenti forse spezza troppo il ritmo di gioco. Ad ogni modo in un’avventura grafica, tutti gli aspetti tecnici passano spesso e volentieri in secondo piano a confronto con il comparto narrativo, che a mio parere ho trovato in questo caso ben gestito nel ritmo e con tanti momenti veramente emozionanti, facendomi dimenticare ben presto i suoi lati negativi.
La direzione artistica di Sokal si nota, ma soprattutto si sente tanto, grazie ad una trama matura, ricca di colpi di scena e che mi ha appassionato dall’inizio alla fine. A seguirla a braccetto è la meravigliosa colonna sonora composta da Inon Zur (Fallout 3, Dragon Age: Origins, Prince od Persia: I due troni, Crysis), ispiratissima e sempre perfetta in ogni suo punto. Un plauso va anche per il doppiaggio, disponibile in lingua inglese e dove ho trovato ottime le interpretazioni di Sharon Mann nei panni di Kate Walker ed Emily Rault in quelli di Dana Roze, senza dimenticare anche l’ottimo lavoro svolto dal team italiano per quanto concerne i sottotitoli in lingua nostrana.
Syberia: The World Before a conti fatti è un ottimo prodotto, che nonostante i suoi difetti, fa il suo ottimo lavoro anche su console next-gen. Fortunamente questo titolo ricorda molto di più i suoi primi due predecessori in confronto al terzo capitolo, poco ispirato e amato dai fan. Sokal, anche in questo caso richiama nuovamente il tema del viaggio e delle scoperte al centro del suo progetto, che risulta ancora vincente a distanza di 30 anni e rispolverando la sua Kate Walker in maniera sopraffina, autoriale e con una carica emotiva che pochi autori sanno fare. Se siete fan della saga o dei giochi punta e clicca, il mio consiglio è assolutamente di mettere il prima possibile mano su questo gioco, visto che sono certo che non vi deluderà (soprattutto se siete rimasti scottati dal terzo capitolo).
Se invece siete dei novizi della saga, vi consiglio prima di recuperare i primi titoli e poi questo, per vivere tutto d’un fiato questa fantastica avventura, che vi permetterà di vivere e conoscere uno dei migliori autori in questo campo. A mio avviso Syberia: The World Before chiude un cerchio quasi perfetto, aprendo comunque la possibilità a nuove storie e avventure, ma che potrebbe anche terminare benissimo così, con l’ultimo canto del cigno di Benoît Sokal e della sua opera monstre, che ci ha permesso di dare ancora una volta un saluto alla nostra Kate Walker e alle sue mirabolanti avventure, ma soprattutto facendoci emozionare ancora una volta. Au revoir Benoît. Grazie di tutto.
Vi ricordiamo che Syberia: The World Before è disponibile su PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC.