Big Sky – La Recensione dei primi due episodi della Stagione 1

Big Sky, ecco la nuova serie firmata Star Original

In arrivo Big Sky, la nuova serie Star Original

Disponibile a partire dal 23 febbraio 2021 su Disney+, Big Sky è la nuova serie thriller del catalogo Star Original. Lo show televisivo porta la firma di David E. Kelly, noto di recente per essere stato l’ideatore di un altro titolo di successo, Big Little Lies. Sfortunatamente, però, i primi due episodi della sua ultima fatica non reggono di certo il confronto e sono ben al di sotto di quanto visto nella serie con Nicole Kidman. Una delusione, visto e considerato tutto il team creativo che c’è dietro; il risultato, almeno per il momento, è parecchio discutibile.

Ma di cosa parla Big Sky? Tratta dal libro The Highway di C. J. Box, uscito nel 2013, la storia, ambientata nel Montana, ha inizio con il triangolo amoroso tra l’investigatrice privata Cassie (Kyle Bunbury), il collega Cody Hoyt (Ryan Phillippe) e sua moglie, nonché ex poliziotta, Jenny Hoyt (Katherine Winnik). Accanto a loro, la fidanzata del figlio di Jenny e Cody, e la sorella, improvvisamente scomparse. Iniziano così le indagini volte a fare chiarezza sulla sparizione delle due sorelle, che porteranno Cassie a ipotizzare che questo episodio possa essere collegato ad altri riguardanti la scomparsa di diverse prostitute, misteriosamente svanite nel nulla. L’unico comune denominatore che le legava, era la loro abitudine di frequentare le piazzole dove sostano i camionisti.

Ed è in questo scenario che entra in gioco Ronald (Brian Geraghty), un – guarda caso – autista di camion. Dai primi minuti in cui fa la sua comparsa, capiamo subito che l’uomo è un personaggio decisamente complessato; un’attitudine sicuramente dovuta al fatto di essere da sempre legato alla madre da un rapporto morboso, fatto di amore/odio. Suo complice, il detective corrotto Rick Legarski (John Carroll Lynch), che subito insieme a Ronald, ci viene presentato come l’antagonista principale.

La narrazione

La serie si apre come un dramma voyeuristico, dando spazio agli istinti peggiori dell’animo umano. Che riguardano tutti, senza esclusione di colpi, anche i personaggi considerati “buoni”. Lo si vede nell’apertura, quando Cassie e Jenny discutono violentemente tra di loro, per via di Cody (che, diciamocela tutta, non brilla per intelligenza) e man mano che si va avanti si ha un crescendo di situazioni grottesche e improbabili, che, purtroppo, lasciano il tempo che trovano. Forse, uno dei più grandi difetti di queste due puntate, sta proprio nella drammaticità esasperata, portata agli eccessi, in maniera piuttosto irreale. Urla, calci, sparatorie, pugni continui non alimentano il senso di curiosità, per quello che potrebbe accadere, nello spettatore, ma anzi lo spengono. Il rischio di annoiarsi è tangibile.

La trama, di per sé, non racconta niente di nuovo e la tematica centrale del racconto, quella cioè della violenza bruta dell’uomo esercitata sulle donne è fortemente banalizzata, oltre che sviluppata in maniera grossolana. La differenza avrebbe potuto farla il modo in cui veniva rappresentata, ma anche in ciò, il risultato finale è quello di un poliziesco alla Criminal Minds mal riuscito. Sì, perché questo tipo di narrazione poteva andar bene dieci anni fa, non di certo nell’epoca attuale, dove il pubblico – non solo è più sensibile a certe problematiche – ma si è fatto più critico, più intelligente, e si è abituato a fruire di prodotti televisivi di qualità decisamente più elevata. Ah, la questione della qualità!

 

In virtù di questo, comunque, ci teniamo a ribadire che questi sono soltanto i primi due episodi, per cui è sempre bene concedere il beneficio del dubbio. La maggior parte dei protagonisti deve essere ancora caratterizzata a dovere ed è una cosa che probabilmente vedremo soltanto man, mano nelle prossime puntate. O almeno ci speriamo.