Cobra Kai 2: Dojos Rising non riesce a mettere a segno nessun colpo, risultando un K.O. tecnico su tutti i fronti
Negli ultimi anni, grazie a YouTube Red e successivamente Netflix, la saga di Karate Kid è riuscita a tornare in auge dopo la bellezza di 26 anni. Con la serie televisiva Cobra Kai, che conseguentemente grazie ad un enorme successo di pubblico ha aperto al franchise numerose strade alternative in cui aumentare la sua fama, nel 2020 il brand è tornato a farsi sentire anche in campo videoludico con Cobra Kai: The Karate Kid Saga Continues, a distanza di 33 anni dell’unico gioco uscito su NES.
E dopo un primo titolo che non ha rispettato quasi per niente le aspettative dei fan, Flux Games ha voluto riprovarci con il corrispettivo sequel Cobra Kai 2: Dojos Rising, di cui ho avuto modo di giocare su PlayStation 5. Dopo diverse ore a suon di scazzottate nelle iconiche location della serie televisiva con Tory, Johnny, Miguel, Kreese, Daniel e molti altri, ecco diseguito la nostra recensione del gioco.
Cobra Kai 2: Dojos Rising, ripercorre similarmente le orme del suo predecessore, proponendo ai videogiocatori un beat ’em up a scorrimento, ma con più modalità e alcune novità inerenti al titolo. Una volta entrati nel menù di gioco, il titolo offre la scelta di ben quattro modalità, la Storia, Classici Cobra, il Torneo All Valley e la modalità Sopravvivenza. Nella modalità Storia, la principale del gioco, una volta selezionata, partirà un intro raccontata da Chozen (ambientata nella timeline tra la fine della terza e inizio della quarta stagione della serie tv), che ci porterà a scegliere uno dei tre dojo disponibili tra Cobra Kai, Miyagi-Do Karate ed Eagle Fang Karate.
Selezionato il nostro dojo preferito, in base alla nostra scelta potremo giocare nei panni di Tory, Miguel o Sam, insieme ai loro corrispettivi maestri, Kreese, Johnny o Daniel, per diventare il miglior dojo della città e andare disputare il Torneo All Valley. Entrati nel dojo ci verranno subito proposti i due tutorial disponibili, quello “breve da apprendista” e quello “completo da maestro”, che consiglio vivamente per imparare al meglio i comandi di gioco. Effettuato il tutorial, inizieremo in base alla nostra scelta in uno degli stage della mappa, livelli che riprendono le location viste anche nella serie televisiva di Netflix, come il Coyote Creek, il Centro commerciale, la Sala giochi o lo Stabilimento balneare per fare degli esempi, in cui fare a scazzottate in diverse aree a scorrimento che si sbloccheranno mano a mano dopo diverse ondate di nemici sconfitti.
L’obiettivo che avremo, sarà espandere il nostro dojo, reclutando vari personaggi della serie come Falco, Robby, Pastinaca, Jasmine, Demetri, Kenny e molti altri, che incontreremo in varie sezioni degli stage e che poi potremo selezionare all’inizio di ogni livello fino ad un massimo di quattro combattenti. Riuscendo a portare a termine una side quest inerente al personaggio che incontreremo, la scelta di aggregare quest’ultimo al nostro dojo spetterà a noi, in base alle nostre preferenze e anche in ottica di chi vorremmo nel nostro team quando saliremo sul tatami al Torneo dell’All Valley.
Inoltre durante gli stage in base all’andamento delle varie scazzottate, avremo una votazione su una scala che andrà da D ad A, che ci garantirà delle monete e che poi serviranno per migliorare la qualità del nostro dojo. Difatti, al termine di ogni livello potremo dilettarci nella fase gestionale del titolo, in cui migliorare i nostri personaggi e anche le potenzialità del nostro dojo. Ogni personaggio sarà dotato di uno skill tree delle abilità, che potremo potenziare grazie ai punti esperienza per migliorarne la velocità, la potenza, la stamina e molto altro.
Sempre dallo stesso menù, potremo anche potenziare e cambiare le mosse di ogni personaggio, andando a selezionare le mosse più congeniali al tipo di lottatore che vorremo modificare. Ad aggiungersi troviamo anche la possibilità di equipaggiare sia accessori che daranno dei bonus al karateka, sia delle armi che potremo sbloccare al negozio dei pegni gestito da Lyle. Sempre sul versante gestionale, troviamo anche la possibilità di ingaggiare diversi npc che formeranno invece il nostro staff nel dojo, andando a influenzare così le potenzialità e l’umore dei nostri componenti, che se non utilizzeremo per troppo tempo, potranno decidere di abbandonare il nostro dojo. In tutto, avremo 15 giorni di tempo per arrivare pronti al Torneo All Valley e al gran finale.
Nella modalità Classici Cobra, invece troveremo diverse sfide a scenario che ripercorrono la serie di Netflix, come la rissa alla scuola o quella dal meccanico con Johnny e Daniel, in cui affronteremo le diverse sfide con vari combattenti in base alla situazione e con un tasso di difficoltà per niente facile. Altra modalità è quella inerente al solo Torneo All Valley, in cui sarà possibile scegliere un combattente per giocare in solitaria, online o in locale, il famoso torneo di arti marziali. Una volta scelto il nostro karateka, il nostro obiettivo sarà quello di arrivare in fondo al torneo superando altri 64 concorrenti. A chiudere il pacchetto delle modalità, troviamo anche quella denominata Sopravvivenza, classica modalità con ondate di nemici da sconfiggere fino a quando non finiremo k.o..
Un Comparto tecnico disastroso
Parlando del gameplay, l’opera di Flux Games fa acqua da tutte le parti, dove il lavoro svolto dalla software house risulta veramente poco ispirato, pigro e soprattutto problematico. Il titolo riprende ciò che avevamo visto nel primo capitolo, con prese, mosse classiche e quelle dotate di effetti elementali, che sfortunatamente sono rese veramente in maniera pessima, ripetitiva e poco realistica sia per ciò che riguarda le collisioni, sia a livello visivo. Anche gli scontri durante il Torneo All Valley, più che un incontro di Karate, sembrano una classica rissa da strada, facendo così perdere tutta la bellezza e la pulizia tecnica per un arte prestigiosa come quella del Karate.
Il comparto tecnico per quanto riguarda il lato visivo, peggiora ancor di più la situazione, con una grafica che sembra uscita da un videogame mediocre del 2000 e che è infarcita di bug, glitch, crash, freeze continui, caricamenti lenti e un audio che scompare talvolta all’improvviso. Le animazioni inoltre risultano obsolete e con movimenti del corpo contro natura veramente brutti da guardare, come ad esempio durante il torneo con il movimento delle mani dei vari npc o le loro esultanze grottesche o anche il solo semplice fatto che i due sfidanti, avranno i piedi completamente sprofondati al di sotto del tatami e che vedremo solamente quando sferreremo dei calci.
Nota dolente anche per la trama, poco ispirata e piatta, non lasciando mai il segno e portando ad annoiare veramente già dopo i primi livelli. Invece per il lato del comparto sonoro, a parte le ottime voci originali degli attori nelle fasi di doppiaggio, il titolo non offre molto, con una soundtrack che fa il minimo indispensabile e che potremo riascoltare nel menù principale tramite la voce Jukebox. Unica nota positiva è il gioco completamente sottotitolato in italiano e che salvo rarissime eccezioni, fa il suo egregio lavoro.
Dal mio punto di vista Cobra Kai 2: Dojos Rising è un titolo rivolto e pensato per i fan della saga, ma è soprattutto l’esempio lampante di “come non fare un beat em’up”, risultando non solo il titolo peggiore che abbia giocato quest’anno, ma anche negli ultimi anni. Soprattutto con un franchise così forte come lo è ora quello di Cobra Kai, non mi capacito minimamente di come si possa offrire e creare un titolo come questo, visto che di beat ’em up usciti negli ultimi anni e molto validi da cui “prendere ispirazione”, se ne possono trovare parecchi, come Streets of Rage 4, Dragon’s Crown Pro, River City Girls, The TakeOver o Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge per fare degli esempi.
Titoli che nonostante un budget nella norma e un genere ormai di nicchia, sono riusciti a tirar fuori ottimi lavori e guadagnare un ottimo riscontro di pubblico e stampa. A metterci ancora più pepe su un prodotto drasticamente non riuscito, troviamo anche un prezzo esagerato, per un gioco che se la potrebbe lottare tranquillamente con titoli mediocri usciti su PlayStation 2 e GameCube negli anni 2000…peccato che però, siamo nel 2022. Da grande fan della saga di Karate Kid e della serie tv, sono rimasto enormemente deluso da questo progetto, che di base ha/aveva tante potenzialità, ma che in pratica è stato un totale fallimento.
Unica nota positiva è l’utilizzo di un enorme roster che comprende 33 combattenti, compresi personaggi come Brucks, Nate, Bert o Devon Lee per citarne alcuni, ma ovviamente questo non può bastare per salvare un progetto che ha enormi problemi su qualsiasi altro aspetto e che affonda totalmente già nei suoi primi minuti di gioco. Il mio consiglio, se volete giocare ad un bel beat ’em up è quello di guardare altrove, perchè Cobra Kai 2: Dojos Rising ahimè, non lo consiglierei neanche al mio peggior nemico, a meno che non vogliate buttare via un po’ di ore del vostro tempo e farvi male al cuore.
Vi ricordiamo che Cobra Kai 2: Dojos Rising è disponibile su PlayStation 5, PlayStation 4, Nintendo Switch, Xbox One, Microsoft Windows e Xbox Series X/S.