Cyberpunk 2077 – La Recensione

Dopo oltre 100 ore si conclude il nostro viaggio per le strade di Night City!

Cyberpunk 2077

Cyberpunk 2077, La Recensione

Data di uscita
10 Dicembre 2020
Sviluppatore
CD Projekt Red
Publisher
Bandai
Il nostro Punteggio
7.8
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Promesse future per Cyberpunk 2077

L’impressione che ci siamo fatti dopo le tante ore passate su Cyberpunk 2077 è che negli intenti iniziali di CD Projekt RED ci fosse la voglia di creare qualcosa di unico, qualcosa che fosse veramente avanti con i tempi e che ridefinisse in maniera totale un genere. Poi qualcosa si deve essere rotto negli 8 anni che sono passati tra l’annuncio e il rilascio, e tutto quello che al tempo sembrava nuovo ed innovativo si è perso per strada.

Per esempio per quanto funzionali gli hack durante le fasi attive di gameplay non offrono qualcosa di molto diverso da quanto abbiamo visto in questi anni dalla serie di Watch Dogs, che con l’ultimo capitolo, Legion, riesce a dare un’esperienza molto più appagante e rifinita in tal senso. Al tempo stesso però abbiamo anche dei colpi di genio, come le Braindance, esperienze sensoriali basate sui ricordi di una persona, che grazie alla tecnologia possono essere analizzate nelle fasi investigative per scoprire nuovi dettagli che possano esserci utili alla nostra indagine. La meccanica della Braindance è originale, e quando nel corso dell’avventura avremo a che fare con questa meccanica, ci confronteremo con le fasi più divertenti ed appaganti dell’intero gioco.

La nostra analisi però porta a galla ulteriori aspetti del gameplay di Cyberpunk 2077 che purtroppo non riescono ad emergere più di tanto. Tra questi troviamo un sistema di guida che, volendo diversificare lo stile delle molte auto e moto presenti, tende a rendere i mezzi ingestibili nel controllo e troppo reattivi alle nostre sollecitazioni. Un altro elemento che sembra semplicemente abbozzato riguarda la polizia che pattuglia le strade di Night City e che stride un po’ con tutto lo spirito del gioco. Alcuni dei temi di Cyberpunk 2077 riguardano proprio la militarizzazione della città, del costante controllo del “Grande Fratello” della popolazione e dell’uso di tecnologie nella salvaguardia dei cittadini per mantenere la pace e il rispetto delle regole. Ecco, anche in questo caso sembra mancare del tutto una correlazione fra sottotesto e realtà dei fatti, quando all’atto pratico la reazione della polizia alle nostre azioni criminali è praticamente assente o blanda, e spesso eviteranno perfino di entrare in azione quando rubiamo un auto (della quale non avremo mai bisogno dato che sarà sempre possibile richiamare uno dei nostri mezzi) o investiremo qualcuno per strada. In caso di intervento basterà invece nascondersi in qualche vicoletto, o sfrecciare lontani per fargli perdere le nostre tracce. Questo ci ricollega immediatamente alla IA deficitaria di cui vi abbiamo parlato poco sopra, e che qua miete un’altra vittima.

Per quanto Cyberpunk 2077 ci sia stato venduto come un titolo monumentale, un “must have” del videogioco in grado di lasciare il segno nella storia (e a modo suo l’ha fatto), dopo le nostre 100 e passa ore passate a Night City, quello che possiamo affermare con certezza è che si tratta di un videogioco che gode di un’ottima componente narrativa e di una grandissima caratterizzazione, ma che dal lato del gameplay sembra adagiarsi sugli allori, con molte soluzioni classiche o già viste e riviste in altri titoli analoghi, e che non riescono ad impressionare come avrebbero dovuto fare secondo le intenzioni degli sviluppatori.

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State of Art

Il tutto poi viene aggravato dallo stato disastroso dell’ottimizzazione del gioco, lievemente smussato dalle tempestive patch arrivate in queste settimane, ma che in molte occasioni ha reso il titolo ingiocabile o quasi.

Prima di scendere nel dettaglio dello stato delle versioni old gen, di cui parleremo tra poco, Cyberpunk 2077 è diventato un caso anche per il numero di bug presenti che affliggono a tutto tondo qualsiasi aspetto del gioco, dalla gravità più o meno marcata, tanto da guadagnarsi online la nomea di “Cyberbug 2077″. Molti sono per lo più momentanei e spesso “divertenti”, dettati da strani comportamenti dei diversi elementi del gioco e risolvibili semplicemente ricaricando l’ultimo salvataggio. Altri però sono in grado di rompere letteralmente il gioco, facendo scomparire obiettivi missione o compromettendone l’uso, richiedendo al giocatore operazioni più invasive per essere risolti.

E se la situazione fosse limitata a questi episodi, gran parte del polverone mediatico non si sarebbe alzata. Purtroppo però lo stato in cui versavano le versioni base di PlayStation 4 e Xbox One, versioni su cui il gioco non era mai stato furbescamente mostrato, ha reso l’esperienza praticamente inammissibile a causa di un frame rate incapace di stare dietro alla mostruosa pesantezza di Night City.

Nel momento in cui scriviamo le patch hanno in parte sistemato la situazione, che di base è migliorata ma resta comunque qualitativamente scadente. Oltre al framerate, anche la risoluzione, o lo streaming di texture ed elementi è seriamente compromessa, con una resa grafica fallimentare su tutta la linea. Se ancora non avete avuto modo di mettere mano su Cyberpunk 2077, il nostro consiglio è di partire dalle versioni PlayStation 4 Pro e Xbox One X a salire. Se i modelli intermedi offrono un buon compromesso su cui far girare il gioco, dove l’unico chiodo resta la fluidità del gioco (tuttavia accettabile), sono le nuove console ad avere ovviamente la meglio, con la possibilità offerta dalla maggior potenza di calcolo che va a vantaggio del numero di frame al secondo.

Tuttavia manca ancora l’aggiornamento che sfrutti a dovere PlayStation 5 e Xbox Series X|S, che arriverà successivamente e che dovrebbe spingere il comparto grafico in una direzione più in linea con le versioni più performanti della controparte PC, con tanto di raytracing attivo.

È doveroso però scindere bene quello che riguarda la resa finale dalla direzione artistica di Cyberpunk. Perché se nel primo caso i problemi sono stati fin troppi, per quanto riguarda la seconda il lavoro fatto è impagabile.

Nell’immaginario cyberpunk, Night City rappresenta quanto mai più vicino a quell’idea di futuro messo in scena da pellicole come Blade Runner, Atto di Forza o una qualsiasi delle più celebri produzioni hollywoodiane e non, basti pensare anche alle opere giapponesi come Ghost in the Shell. Ogni singola zona è tremendamente caratterizzata da un suo stile, ed è facile perdersi ad ammirare tutti i dettagli architettonici che si innalzano sopra le nostre teste.

È di notte poi che l’anima di Night City prende forma, fra le luci al neon di una città che non dorme mai, e i mille riflessi delle strutture di acciaio e vetro. Un posto dai mille volti, che cambia di quartiere in quartiere, e che pian piano diventerà familiare, quando inizierete a prendere confidenza con la rete stratificata di strade che connette l’area. Basta poi spingersi un po’ fuori dai confini urbani per ritrovarsi delle sabbiose badlands, la terra dei nomadi, o la periferia sub-urbana, abbandonata a sé stessa ed usata come discarica a cielo aperto.

L’attenzione al dettaglio è forte anche nel doppiaggio, che nella versione italiana si affida ad un cast capitaneggiato da un veterano del dub, Luca Ward, voce storica di Keanu Reeves e che qua da vita al personaggio di Johnny Silverhand. Il doppiaggio è particolarmente curato in ogni suo aspetto, dalle sfumature dialettali dei suoi protagonisti, alla scelta di usare voci originali (supportato dai sottotitoli), ad esempio con i personaggi giapponesi o spagnoli, per un’immedesimazione più credibile in base a quello raccontato.

Il trittico artistico si chiude con la colonna sonora di Cyberpunk 2077, che pur suonando come il 2020, mette in musica una playlist estremamente variegata, per lo più fatta di musica elettronica ma che non disdegna le sonorità più pesanti, e in grado di valorizzare la vita di strada.

 

Cyberpunk 2077 è disponibile su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S, PC e Stadia.

Cyberpunk 2077
Cyberpunk 2077
Cyberpunk 2077 è sicuramente un gioco che farà la storia, e purtroppo non per i suoi meriti. Dopo averlo sviscerato in ogni sua parte possiamo finalmente trarre qualche conclusione a mente fredda. Il gioco ha diversi problemi? Sicuramente. Si tratta di un brutto titolo? Assolutamente no. È chiaro che ci siano diverse conse che non funzionano, e continueranno ad essercene anche con i prossimi aggiornamenti nonostante la buona volontà di CD Projekt RED di rimediare agli errori fatti. Però al netto dei problemi legati alle performance delle console di fascia bassa (su cui vi sconsigliamo di giocarlo), Cyberpunk 2077 è un buon titolo che offre una storia bellissima ed un gameplay che sì, tradisce le aspettative createsi con il tempo, ma che a conti fatti risulta comunque godibile nonostante le scelte fatte. Scelte che ad oggi risultano datate o entrate ormai nel quotidiano dell'open world, mancando quell'obiettivo iniziale di voler creare qualcosa di unico ed indimenticabile. Siete ancora indecisi se avventurarvi nel mondo di Night City? Beh, potete tranquillamente aspettare i futuri aggiornamenti in arrivo che se pur non miglioreranno il gioco nella sua struttura, ma lo renderanno sicuramente più stabile e godibile nell'esperienza di gioco.
Pro
Storia e world building di altissimo livello
La Braindance è una delle meccaniche più riuscite
Night City è bellissima da vedere...
Contro
...ma vuota e priva di attività secondarie stimolanti
Troppi bug e prestazioni delle console base disastrose
L'IA dei nemici azzera qualsiasi stimolo nell'approccio al gioco
7.8
Voto