Le immagini bizzarre del mondo di Fabula mi hanno ricordato molto Terry Pratchett e Kipo (che trovate su Netflix), esiste un cappello da cui avete estratto queste idee?
Guarnaccia: Dalla mia testa!
Ghetti: (ride) Anche qui c’è stato un rimbalzo tra me e Francesco, le pagine del taccuino che spezzano i capitoli sono completamente farina del suo sacco. In teoria avrei dovuto scrivere io i testi, ma si è preso bene e ha fatto tutto lui quindi meglio per me! La maggior parte delle fake news le ho costruite io, Francesco ha aggiunto le battute da arricchimento. Il processo è facile, ne prendi una vera tipo le scie chimiche, e la ambienti nel mondo di Fabula girata al contrario. Il focus del libro è sulle creature magiche perché mentre scrivevo c’era la questione migrazioni, l’altro come minaccia per distrarre dai veri problemi. Era l’ansia condivisa da molti stati mentre scrivevo, poi è arrivata un’altra ansia che ha spazzato via, forse per il meglio. Tristemente ho preso molto dal reale e ho girato nel senso opposto.
Guarnaccia: Se volete capire quali battute ho scritto io e quali Lorenzo c’è un metodo facile, se vi fanno ridere e pensare sono sue, se sono solamente delle ***** le ho scritte io.
Come nasce Gibil?
Guarnaccia: Mi piace giocare con le parole, Gibil è un pesce palla pollo perché in fase di creazione pensavo che le fake news si chiamano bait (amo) qual è l’animale più scemo? il Pollo! Qual è l’animale che abbocca agli ami? Il pesce, ed eccolo qui.
Fabula è pieno zeppo di situazioni che vediamo tristemente spesso sui social, secondo voi quando è iniziata questa smania di ricerca di unicità con le Fake News per avere visibilità? Tutta colpa dei social?
Guarnaccia: Mi è venuto in mente uno spettacolo di Stand Up che puoi trovare su Netflix, Make Happy di Bo Burnham dove nel finale spiega lo spettacolo: “Non ero sicuro di portare uno spettacolo sul teatro perché è l’unica cosa di cui so parlare, e pensavo sarebbe stato troppo autoreferenziale e per gli addetti ai lavori, ma siamo la generazione delle performance, e i social sono la risposta a questo impulso di apparire, performiamo tutto, cosa mangiamo, viviamo, tutto!” Mi trovo d’accordo, è proprio intercettare un fenomeno che era già cominciato, e dare a tutti gli strumenti per portarlo al limite più incredibile. Tornando a Fabula, anche i bardi hanno le stesse regole dei social. Strumenti neutri che vengono resi negativi dall’utilizzo che se ne fa, ovvero nel fumetto da come reagisce il pubblico in piazza.
Poi i social ti permettono di dire qualunque cosa, che magari dal vivo non diresti. Una bolla sicura, che però non è immune al second hand embarassment (l’imbarazzo per qualcosa fatto dagli altri).
Ghetti: Per me lo sfatare i miti e le leggende metropolitane sono cose che ci sono sempre state, ma che i social network hanno amplificato. Solo che un tempo avevi solo dieci persone attorno e ora invece milioni e milioni.
Guarnaccia: Non so se Lorenzo c’è passato, ma una roba del genere erano le leggende metropolitane sui primi giochi dei Pokémon, non c’era internet così diffuso ai tempi e quindi ci si affidava al passaparola, ma molte delle cose tramandate (se non tutte) non erano vere.
Dove va a finire la verità unica? E come la verità si trasforma tramite linguaggio perchè questo si sta modificando?
Guarnaccia: In un episodio speciale di Rick & Morty, spiegano perché Rick non vuole viaggiare nel tempo, dice infatti che è stupido voler cambiare quel che è successo quando puoi cambiare la mente delle persone molto più facilmente alterando la memoria collettiva. Poi è ovvio che la realtà è una, ma se tutti credono una cosa, diventa la verità ed è una roba che viene plasmata dal linguaggio. Le parole sono il primo mattoncino di questo fenomeno. Il fatto che la lingua si modifichi è una cosa positiva e che ha un impatto sulla realtà, vedi per esempio la Shoah o l’asterisco. Ho parlato con persone a cui dava fastidio perché si sentivano coinvolte. Tu nel momento in cui crei una parola quella cosa esiste. E quindi devi dare modo alle persone di essere rappresentate. il linguaggio da la forma ai nostri pensieri e alla società.
Ghetti: Un discorso complesso che ha a che fare col rapporto che abbiamo con gli altri. La mia allenatrice leggeva fumetti, mi ha detto il suo preferito, e la mia reazione mentale è stata “Che ***!” ovviamente non gliel’ho detto. Bisogna decidere se l’opinione altrui ha valore oppure no. L’informazione dal basso deve esserci, ma allo stesso tempo dipende dal contesto. Che internet diventi una mente alveare è utile o no? Per quanto riguarda il linguaggio, ritengo che il potere delle parole è gigantesco. E questo in ogni cultura è diversa, e cambia tutto nel linguaggio. Tutte le lotte di parola sono giuste, perché la lingua si evolve sempre nel verso giusto, qualcosa viene utilizzato e fine.