Kingdom Hearts: Melody of Memory – La recensione

La storia di Kingdom Hearts continua!

kingdom hearts

Il viaggio di Sora e degli altri Keylade Master continua in Kingdom Hearts: Melody of Memory.

Il 2020 è stato per la serie di Kingdom Hearts un anno molto attivo. Kingdom Hearts 3 ha ricevuto il DLC Re:Mind che ne reinterpreta il finale, spianando la strada al sequel. Dark Road, su mobile, è andato invece ad affiancarsi all’apprezzato Kingdom Hearts Unchained χ , raccontando il passato del giovane Xehanort quando ancora era un apprendista.

Non paghi di aver buttato nel calderone della lore altra carne, da qualche giorno è disponibile anche Kingdom Hearts: Melody of Memory, che sulla falsariga di Theathrythm Final Fantasy, mette in scena un ritmico basato sulla colonna sonora dei giochi di Kingdom Hearts firmata da Yoko Shimomura, compositrice storica della serie, per un avventura musicale che viaggia fra spin-off e continuity narrativa.

Disponibile su PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch, Kingdom Hearts: Melody of Memory è pronto a farci fare un viaggio nella memoria di Kingdom Hearts, per riscoprire la serie creata da Tetsuya Nomura, dalle sue origini fino al futuro dei prossimi capitoli.

Versione Testata: PlayStation 4 Pro

May your heart be your guiding key

Per anni la serie di Kingdom Hearts ha intrattenuto milioni di giocatori, viaggiando fra generazioni di console e spalmando la sua storia su una decina di capitoli che, per quanto i negazionisti del videogioco sostengano che si trattino di spin-off, sono in realtà tutti canonici.

Compreso questo nuovo Kingdom Hearts: Melody of Memory, che ha il compito di raccontare le avventure di Sora e dei suoi amici dagli esordi fino alla conclusione avvenuta con Kingdom Hearts III, in un gigantesco recap musicale che porta a schermo la monumentale colonna sonora del gioco, in un viaggio fatto di emozioni e ricordi.

In maniera del tutto similare a Theathrythm, Melody of Memory ne cattura l’essenza, riversando in uno story mode chiamato Tour Mondiale i momenti salienti dei vari giochi di Kingdom Hearts, dagli inizi di Sora, Riku e Kairi sulle Isole del Destino, fino all’epilogo dell’arco narrativo del Maestro Xehanort e dell’Organizzazione XIII.

Nonostante il materiale a cui attingere sia massiccio, il Tour Mondiale si concentra principalmente più sulle canzoni che sull’aspetto narrativo, fornendo solamente un riassunto sommario delle vicende più importanti e dando per scontato che il giocatore sia informato sui vari fatti fino al DLC di Re:Mind. Si perché una volta raggiunto l’atto finale di Kingdom Hearts III, inizierà la parte inedita di Melody of Memory incentrata sul risveglio di Kairi dal sonno in cui era finita alla fine del gioco e sul ritrovamento di Sora, scomparso per cercare, per l’ennesima volta, l’amica.

 

Senza scendere troppo nei dettagli, il lungo filmato che si sbloccherà al completamento di Melody of Memory ci fornisce importanti informazioni sul futuro dei prossimi capitoli, confermando in parte alcune delle teorie ipotizzate con il finale di Re:Mind e dando sfogo alla fantasia dei giocatori su come potrebbero svilupparsi i nuovi eventi che vedranno coinvolti ancora una volta Sora, Riku e Kairi, per un intreccio che sembra non voler trovare una fine.

RE:PLAY

La struttura del Tour Mondiale ci offre una mappa estesa dei mondi che abbiamo già avuto modo di visitare nei vari capitoli di Kingdom Hearts. Ogni mondo a sua volta ospita 1 o 2 tracce musicali che riprendono la soundtrack dei momenti clou che hanno segnato quella vicenda in particolare, che se completate ci permetteranno di raccogliere delle stelle che, raggiunto il quantitativo richiesto, apriranno il passaggio verso nuovi stage. Le stelle non sono altro che obiettivi delle singole tracce, mini sfide interne da superare, incentrate sul raggiungimento di un determinato punteggio, o sul colpire un certo numero di nemici o sul non usare oggetti di ripristino.

Avviata la canzone ci troveremo su un percorso sul quale scorreranno le “note” del brano rappresentate dalle varie tipologie di hearless. Come in ogni buon ritmico, il tutto andrà a buon fine quando andremo a colpire il nemico con il giusto tempismo. A noi spetta il controllo di una delle 4 squadre provenienti dai giochi di Kingdom Hearts: dalla serie classica abbiamo Sora, Paperino e Pippo, da Kingdom Hearts 358/2 Days Roxas, Xion e Axel, da Dream Drop Distance Riku accompagnato da due Dream Eater, mentre Aqua, Ventus e Terra compongono il team di Birth by Sleep.

 

E qua salta subito all’occhio una delle prime leggerezze del gioco. Se è vero che trattandosi di un rhythm game non c’è l’esigenza di avere la struttura ruolistica della serie originale (in questo senso sia con Theathrythm che con Persona Dancing questi aspetti erano andati persi), l’introduzione di più personaggi non va ad influire minimamente sugli esiti della canzone, se non per un mero gusto preferenziale.

Ogni team può salire di livello, con incrementi di punti salute, attacco e difesa, ma questo non intacca il gameplay, se non per una minima resistenza agli attacchi nemici nel caso venga mancata la battuta.

Fly me to Kingdom Hearts

Durante l’esecuzione del pezzo, i membri del team si muoveranno in maniera automatica sulle rispettive “lane”, con i nemici che arriveranno dall’alto come le note di un Guitar Hero, la cui andatura è assoggettata dal ritmo della canzone.

Per colpire gli heartless possiamo affidarci ad “X”, o ad uno dei due dorsali. Man mano che i nemici ci raggiungeranno varieranno anche le combinazioni di attacchi, obbligandoci a premere 2 o 3 tasti contemporaneamente. Le cose poi si complicano con l’aggiunta di un comando dedicato alle magie, o il salto, per evitare proiettili, prendere le note sospese o attaccare i nemici volanti.

C’è poi una reminescenza dalle meccaniche GDR relegata all’elaborazione, un sistema di crafting che permette di creare oggetti da utilizzare in partita, come pozioni per ripristinare la barra degli HP (che si svuota mancando le battute), item per ottenere più punti esperienza o evocare Topolino che ci fornirà supporto come quarto membro del party.

Fra i vari stage troviamo delle varianti nella struttura ritmica, come le boss fight, che si avvale di un diverso posizionamento della barra, adesso frontale, con lo scorrere delle note in successione e l’introduzione di nuove battute direzionali da cogliere inclinando le levette analogiche nel senso indicato, sullo sfondo degli scontri tra il team e il nemico di turno. Così come la porzione di gioco dedicata a Kingdom Hearts III, chiamata Tuffo Musicale, che ripropone lo schema delle boss fight mentre sotto scorreranno le cinematografiche del gioco, che si sostituiscono agli asettici ed anonimi livelli dei mondi di Kingdom Hearts qua ripensati in chiave musicale.

Memoria Musicale

Come in ogni buon ritmico che si rispetti, anche Melody of Memory per quanto abbordabile rispetto ad altri “concorrenti” mostra i denti andando ad alzare il livello di sfida. E mentre a Principiante e Standard il viaggio nel mondo dei ricordi procederà senza troppi intoppi, ad Eroe le cose si complicano con catene ben più complesse e pattern che mescolano con cattiveria tutte le combinazioni possibili.

Archiviato il Tour Mondiale che servirà a sbloccare nuovi contenuti, e una modalità storia che, a parte un epilogo decisamente interessante, non offre nulla di veramente nuovo e proponendo il classico compitino senza troppi sforzi, è possibile continuare a dilettarci con le musiche di Kingdom Hearts III attraverso varie opzioni di gioco.

Fra le possibilità di Melody of Memory troviamo la Raccolta Brani, dove sono collezionati tutti i pezzi sbloccati nel Tour Mondiale, con la possibilità di creare una playlist con tutti i brani preferiti da ritrovare al volo. Qua potremo dedicarci all’allenamento intensivo, con la possibilità di cambiare lo stile di gioco fra quello standard, con una variante semplificata monotasto o la ben più complessa Artista, uno stile che va ad inserire nel normale flow nuove battute associate ad altrettanti tasti da premere.

In Melody of Memory troviamo anche un paio di modalità multigiocatore. Nella Versus è possibile sfidare la CPU, o battagliare contro altri giocatori online, a colpi di note, con un indicatore a schermo che seguirà in tempo reale l’andamento della canzone, mettendo in evidenza il giocatore in vantaggio. Per movimentare le cose sono presenti alcuni malus da sparare all’avversario e metterlo in difficoltà magari sperando di riguadagnare il divario di punteggio.

L’altra modalità invece è pensata alla cooperativa, dove due giocatori in locale possono collaborare per il completamento della canzone, con la lane divisa in due e le battute del brano ben ripartite fra i giocatori.

Ad ogni completamento delle varie tracce otterremo diverse ricompense, fra materiali per la creazione di oggetti e pezzi della collezione del Museo, al cui interno è raccolto tutto il mondo di Kingdom Hearts, fra illustrazioni dedicate alla serie e ai suoi protagonisti, scene e filmati della storia e carte personaggi e dei nemici, una sorta di archivio virtuale del mondo creato da Nomura.

RE:STYLE

Come abbiamo già accennato, sul piano tecnico tolti i filmati e le cutscene estrapolate dai vari titoli, il lavoro creativo svolto è minimo e concentrato sul gameplay, e solo mirato a replicare in maniera essenziale lo stile dei mondi Disney e non. Essendo un ritmico però non ci sentiamo di attaccare troppo questo aspetto non essendo il focus del gioco. Dove però si possono muovere qualche perplessità è nella scelta stilistica del 3D applicato a questo genere di ritmico.

 

Rispetto a Theathrythm, che si svolgeva interamente in 2D, qua i vari movimenti del percorso musicale possono creare qualche problema di percezione sul timing delle varie battute, con alcuni elementi a video, tra cui gli stessi personaggi, che rischiano talvolta di coprire gli Heartless proprio nel momento cruciale. Per il resto la direzione artistica e, in particolar modo, la colonna sonora, con oltre 140 brani a catalogo, offre una scelta quanto mai varia, ripercorrendo la memoria storica della serie, compresi i titoli meno amati e più sottovalutati.

Kingdom Hearts: Melody of Memory è disponibile su PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch.

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Kingdom Hearts: Melody of Memory è un ottimo omaggio ad una delle serie videoludiche più amate e criticate di sempre, e un buon modo per riscoprirla attraverso una prospettiva diversa e spesso sottovalutata, quella della colonna sonora. La scelta di proporre un ritmico che abbandona il gameplay classico da action/RPG ci sta nel momento in cui il gioco decide di celebrarne la soundtrack, che raccoglie al suo interno brani originali ed arrangiamenti dei classici Disney. Un'enciclopedia interattiva, che mette però in risalto alcuni piccole criticità. Melody of Memory è un rhythm game che si prende pochi rischi e si propone come titolo aperto anche a chi non mastica il genere, sacrificandone un po' la difficoltà complessiva, spesso l'attrattiva di queste produzioni. Ed essendo in continuity narrativa con gli altri capitoli è un elemento da tenere in considerazione. Altro aspetto che può inficiare sull'acquisto riguarda il prezzo di vendita, forse un po' fuori scala per il vero obiettivo d'interesse di Melody of Memory, ovvero la nuova porzione di storia dedicata a Kairi. Se amate Kingdom Hearts, i musicali e siete a secco di informazioni sugli sviluppi dei prossimi giochi allora Kingdom Hearts: Melody of Memory è un acquisto obbligato, in caso contrario vi consigliamo magari di dare un assaggio alla demo (disponibile nei vari store) o di aspettare i primi sconti, che lo renderanno maggiormente appetibile ai più.
Pro
Le più belle canzoni dei capitoli di Kingdom Hearts in un solo gioco
Gameplay semplice e scalabile in difficoltà
Una vera e propria enciclopedia interattiva su Kingdom Hearts
Pensato per i fan della serie
Contro
La visuale 3D a volte è d'ostacolo.
60 euro sono un prezzo importante per questo tipo di produzione
La porzione di storia nuova basta a giustificarne l'acquisto immediato?
7.8
Voto