Dopo un lungo periodo di dibattito politico, in questi giorni è stata approvata la nuova Legge sulla Lettura, un provvedimento che dovrebbe aiutare nel complesso l’intero sistema editoriale favorendo, a quanto pare, un maggiore accesso alla lettura per i cittadini italiani.
La legge infatti si pone l’obiettivo di:
diffondere l’abitudine alla lettura, come strumento per la crescita individuale e per lo sviluppo civile, sociale ed economico della Nazione, e favorire l’aumento del numero dei lettori, valorizzando l’immagine sociale del libro e della lettura nel quadro delle pratiche di consumo culturale, anche attraverso attività programmate di lettura comune […] promuovere la frequentazione delle biblioteche e delle librerie e la conoscenza della produzione libraria italiana, incentivandone la diffusione e la fruizione […] prevedere interventi mirati per specifiche fasce di lettori e per i territori con più alto tasso di povertà educativa e culturale, anche al fine di prevenire o di contrastare fenomeni di esclusione sociale”.
Questa normativa comunque comprende varie riforme che dovrebbero entrare in vigore in questi giorni. Di seguito vi descriviamo i punti principali e più interessanti.
Riduzione degli sconti ad un massimo di 5%
Uno degli aspetti della nuova legge che salta subito all’occhio, soprattutto per il consumatore, è la messa in piano, dal punto di vista economico, della vendita dei prodotti sotto un unica massima riduzione: in vista, infatti, della supremazia di colossi dell’e-commerce, come Amazon, che presentano spesso una maggiore convenienza rispetto alle piccole librerie di quartiere, la normativa prevede una riduzione dello sconto per l’acquisto dei libri al 5%. Un problema che sta letteralmente dilaniando l’atmosfera editoriale, con ovvie posizioni contrastanti tra l’AIE (Associazione Italiana Editori) ed i librai indipendenti, che alla fine l’hanno avuta vinta, visto che si ritrovavano sull’orlo della chiusura per le agguerrite concorrenze che applicavano sconti maggiori ed offerte/iniziative allettanti.
Nel testo possiamo infatti leggere:
la vendita di libri ai consumatori finali, da chiunque e con qualsiasi modalità effettuata, è consentita con uno sconto fino al 5 per cento del prezzo apposto ai sensi del comma 1. il limite massimo di sconto di cui al primo periodo è elevato al 15 per cento per i libri adottati dalle istituzioni scolastiche come libri di testo. I limiti massimi di sconto di cui al primo e al secondo periodo si applicano anche alle vendite di libri effettuate per corrispondenza o tramite piattaforme digitali nella rete internet. I limiti massimi di sconto di cui al primo e al secondo periodo non si applicano alle vendite di libri alle biblioteche, purché i libri siano destinati all’uso dell’istituzione, restando esclusa la loro rivendita.
Quindi, da un lato, noi acquirenti ci ritroviamo in svantaggio in un panorama in cui non ci sarà più una riduzione maggiore del 5% del prezzo e di conseguenza, acquisti più ponderati, dall’altra, la concorrenza contro i colossi online, cui le piccole librerie dovevano far fronte, si vede ridotta al minimo. Tutto ciò ovviamente troverà giustizia e verità sul campo o in qualche modo si riuscirà ad aggirare con varie iniziative questa faccenda?