Final Fantasy Pixel Remaster, La Recensione

I giochi che hanno ispirato una generazione tornano a nuova vita, nella rimasterizzazione 2D in stile pixel definitiva!

Final Fantasy Pixel Remaster arriva anche su console per farci rivivere i primi sei titoli che hanno fatto la storia dei JRPG e buttato le basi di questa saga leggendaria

Dopo essere uscito su PC lo scorso anno, la compilation dei primi sei titoli di Final Fantasy, richiesti a gran voce dai fan, sono sbarcati finalmente anche su console. E con l’uscita di Final Fantasy XVI, ed immerso completamente nelle “vibes” della serie, ho trovato che fosse il momento perfetto per rispolverare questi titoli iconici che hanno dato il via alla saga iniziata ben 35 anni fa. Da appassionato della saga di Square Enix non potevo di certo rinunciare a rivivere gli emozionanti momenti vissuti nei miei primi anni di carriera videoludica, anche solo per viverli in maniera completamente differente, essendo nel tempo cresciuto anche io.

Grazie a Square Enix ho avuto l’occasione di provare questa compilation su PlayStation 5 e dopo essermeli giocati completamente a 360° sono pronto a raccontarvi di Final Fantasy Pixel Remaster.

Tralasciando le trame dei sei giochi, che sono rimaste completamente intatte (giustamente, perché sarebbe stato un reato gravissimo) e di cui non farò alcun spoiler visto che magari vi volete approcciare per la prima volta alla saga o recuperare uno dei sei titoli, tra le prime cose da puntualizzare su questa compilation, bisogna dire che il lavoro svolto da Square Enix in questa Pixel Remaster è stato assolutamente rispettoso verso i suoi primi sei titoli, andando a migliorare e ritoccare si, con cura questi titoli, ma riuscendo a preservare nello stesso momento anche la loro componente vintage e la loro originalità. Le migliorie ad ogni modo sono tante, a partire dal gameplay, in cui troviamo diverse impostazioni che riescono a semplificare o rendere più difficili i sei giochi.

Genere
JRPG
Modalità
Singleplayer
Sviluppato da
Square Enix
Editore
Square Enix
Piattaforme
PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch, PC, Adroid, iOS
Versione testata su
PlayStation 5
Il nostro Punteggio
8.5
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Dalla possibilità di disattivare i combattimenti casuali, alla regolazione dei Gil (moneta di gioco) e dei punti esperienza aumentandoli fino a 4x, fino al poter regolare la velocità dei movimenti e combattimenti, tutti i sei giochi risultano così accessibili a tutti e anche meno dispendiosi di tempo per finirli. Cosa non da poco, visto che comunque sono titoli (soprattutto il terzo) abbastanza lunghi e anche talvolta estenuanti visti i diversi dungeon, il grinding e la quantità di spawning dei nemici casuali.

Inoltre ho trovato anche molto duttile la possibilità di lasciare la CPU a gestire i nostri scontri, l’autosalvataggio e la possibilità di salvare in qualsiasi momento i giochi manualmente, come anche e la presenza di una mini-mappa, che consente di geocalizzare i nemici, luoghi e attraversare meglio i vari continenti.

A livello pratico per chi si affacciasse per la prima volta a questa saga, il giocatore sarà invitato a controllare quattro personaggi sul campo per scontrarsi con diversi nemici oppure un boss. Ad ogni personaggio potremo inoltre affidare una classe speciale come Cavaliere Nero, Mago Nero, Guerriero, Illusionista, Ninja, Mago Bianco, Mago Rosso e molte altre in base al capitolo scelto. Ogni classe ovviamente avrà dei parametri diversi sia in attacco che in difesa, oltre alla possibilità di impugnare diverse armi e indossare diverse armature, che varieranno nel corso dell’avventura e muteranno i diversi parametri. I vari combattenti agiranno a turno ed inizieranno i loro attacchi tramite un sistema di scelta, eseguendo una delle azioni come Attacco, Difesa o Magia, per poi dover aspettare il turno successivo per riattaccare di nuovo.

Il tutto sarà scandito da delle tempistiche, visto che se il giocatore impiegherà troppo tempo per decidere cosa fare, i nemici potranno attaccarci in maniera indisturbata. Quindi al centro di tutto, bisogna studiare una buona strategia sia in attacco che in difesa, cercando di costruire un party ben amalgamato e differenziato, in modo da avere sempre in squadra un personaggio che potrà risultare efficace contro i vari nemici che troveremo sul cammino. Ad aggiungersi al combattimento troveremo anche numerevoli oggetti disponibili per la cura di vari stati inflitti come cecità, avvelenamento ecc.. e anche pozioni per il ripristino della vita, che saranno molto utili durante gli scontri. Inoltre potremo anche cercare di scappare dai combattimenti, in caso non vorremo affrontare qualche nemico o se il nostro party risulta debole al momento.

Se siete alla ricerca di una buona sfida, vi consiglio di non toccare i selettori dell’esperienza, che potrebbero rompere il gioco facilmente per il buon 90% dell’avventura e che farebbe diventare il vostro party praticamente invulnerabile ai nemici. Anche se rendono i giochi più accessibili a tutti, le varie opzioni denominate “quality of life” a mio avviso vanno troppo a limitarne l’esperienza di gioco, non riuscendo così a capire veramente quello che questi titoli hanno trasmesso ai videogiocatori quando sono usciti e il loro tasso di sfida. Ad ogni modo, sempre meglio averli che non averli, dando così l’opportunità a chiunque di finirli e pure “rushare” in diversi momenti magari estenuanti.

Anche a livello grafico, la software house nipponica non si è limitata a fare il compitino che spesso si vede in questi lavori dai tratti nostalgici, ma con il contributo della storica Game Artist Kazuko Shibuya e di alcuni componenti degli storici team di Square, gli sviluppatori hanno lavorato sugli sprite, sulla pixel art e persino sui font dei testi, con la possibilità di scegliere la versione originale o moderna. La pixel art ora risulta molto più nitida e colorata, troviamo anche una palette cromatica arricchita e qualche aggiunta in diversi dettagli di animazioni tipo il movimento degli alberi, del mare e l’interazioni con diversi NPC, che arricchiscono e modernizzano soprattutto i primi tre giochi della serie usciti sul Super Nintendo e che a mio avviso ne necessitavano di più.

A mio avviso trovo azzeccatissima la scelta degli sviluppatori di mantenere comunque la pixel art e non cambiare completamente la grafica in una versione più pulita e simile a quelle uscite su Game Boy Advance et simili in versione HD-2D, perché trovo che in questo modo si riesca a percepire di più l’anima dell’opera originale. E se avete provato la demo di Final Fantasy XVI, dopo aver giocato a questa Pixel Remaster, capirete bene quanto la pixel art sia importante e non trascurabile nella storia di Square Enix, grazie ad un piccolo omaggio proprio ai primi suoi titoli.

Visto l’alto contenuto di pixel e una compilation che gira a 60 FPS, nonostante la mia prova su PlayStation 5 e nonostante sia soddisfatto in generale, il mio consiglio è che la Nintendo Switch sia il palcoscenico ideale per questi giochi, soprattutto perché non è presente un opzione in cui cambiare il formato su schermo e che su un televisore 4K va a limitarne leggermente l’esperienza.

Ovviamente nulla di veramente problematico, quindi in caso non siate in possesso di una Nintendo Switch, potete comunque giocarli su PlayStation 5 o Xbox Series X/S tranquillamente.

Versione testata su PlayStation 5

Cosa non possibile invece è l’opzione di giocare i titoli nelle sue versioni originali, cosa che forse poteva essere un aggiunta notevole, soprattutto per i puristi della serie, anche se vi sarà dato modo di applicare dal menù, un filtro per rimembrare ai più veterani, i vecchi televisori a tubo catodico e rievocare i pomeriggi videoludici di ben trent’anni fa. Sul fronte dei contenuti aggiuntivi, in questa compilation e per ogni titolo a sé stante, sono stati inoltre aggiunti un Riproduttore Musicale in cui ascoltare tutte le canzoni e anche la possibilità di guardare le fantastiche concept art, illustrazioni originali e promozionali in HD disegnate da Yoshitaka Amano e Tetstuya Nomura nelle sei Gallerie proposte nei menù dei giochi.

Inoltre anche l’aggiunta del Bestiario interattivo è una chicca non da poco, soprattutto per i completisti come me, che amano spulciare info sui nemici e che si sono cimentati anche nella caccia ai trofei. Trofei, che prevedono praticamente il completamento al 100% dei giochi e quindi soprattutto la sconfitta di ogni nemico in game. Parlando del comparto sonoro, il lavoro su questa compilation è a dir poco magistrale. Anzi, molto di più! Difatti Square Enix non solo ha proposto i brani originali, ma anche una completa rimasterizzazione della colonna sonora supervisionata dal leggendario Nobuo Uematsu. E se siete amanti di Final Fantasy, sapete bene che le colonne sonore dei giochi sono assolutamente uno dei fiori all’occhiello di questa longeva saga, come il contributo dato da Uematsu alla serie con capolavori che a distanza di trent’anni sono ancora gemme assolute.

Sentire brani riarrangianti in versione orchestrale come la meravigliosa “Theme of Love” di Final Fantasy IV, “Battle of the bridges” di Final Fantasy V ed “Opera (Maria and Draco)” di Final Fantasy VI vi farà venire la pelle d’oca, senza comunque togliere nulla a tutte le restanti canzoni presenti nelle varie OST, che qusi meritano veramente gia da sole il prezzo di questa compilation. Infine menzione d’onore anche all’ottima traduzione dei testi, con tutti i giochi disponibili di sottotitoli in lingua italiana, tra cui anche il terzo capitolo che è stato tradotto per la prima volta anche in Europa.

I Magnifici Sei

Dal mio punto di vista, rivivere tutta la serie dal primo capitolo, rispolverando i ricordi che ormai erano quasi sopiti nel tempo, mi ha permesso nuovamente di emozionarmi con questi titoli e vederli con un occhio anche diverso da tantissimi anni fa, apprezzandone maggiormente i loro pregi e anche cogliendo alcuni difetti. Ovviamente non parliamo di giochi perfetti, anche sei il quarto e sesto capitolo sono tra i giochi più belli dell’intera saga e che consiglio di recuperare assolutamente soprattutto se siete novizi alla saga o non l’abbiate mai giocati.

Il cast stellare di Final Fantasy IV con Cecil, Rose, Kain e Rydia è uno dei più belli e con una trama sontuosa che ancora oggi fa scuola non solo per quanto concerne gli RPG, ma anche in tutto il campo videoludico. O come non menzionare anche il solo Kefka Palazzo di Final Fantasy VI, uno dei miglior villain videoludici di tutti i tempi. Quindi se non sapete da dove iniziare, il mio consiglio è partire da questi due capitoli, che inoltre sono anche quelli invecchiati meglio insieme al quinto capitolo, venuto fuori come il preferito di molti dei componenti del team di sviluppo dell’immininente sedicesimo capitolo, che torna proprio alle origini della serie per quanto riguarda l’atmosfere medievali.

Forse con la Compilation integrale il prezzo potrebbe essere leggermente elevato, ma come su PC, i sei titoli sono comunque acquistabili separatamente, quindi se amate Final Fantasy o siete alla scoperta di come tutto è iniziato, questa è l’occasione migliore di rivivere o vivere per la prima volta i primi sei titoli che hanno fatto parte integrante e gettato le basi della leggendaria storia di questa saga, iniziata ben 35 anni fa e riuscendo nel bene e nel male, tra tanti alti e alcuni bassi, a rimanere sulla cresta dell’onda videoludica per tutto questo tempo.

Vi ricordiamo infine che Final Fantasy Pixel Remaster è disponibile su PlayStation 4, PlayStation 5, sistemi Android, iOS, Nintendo Switch e PC via Steam.

Final Fantasy Pixel Remaster
Pro
Una riedizione esteticamente splendida
Il riarrangiamento della colonna sonora di Uematsu è pura ode musicale
Final Fantasy IV e Final Fantasy VI rimangono delle gemme videoludiche
Contro
Il prezzo integrale della compilation forse troppo eccessivo
Peccato per la non presenza dei giochi in versione classica
8.5
Voto