Uscito nell’ormai lontano 1993, The 7th Guest è stato un titolo molto importante per i giocatori di tutto il mondo.
Questo perché gli sviluppatori, i ragazzi di Trilobyte, riuscirono a creare una storia avvincente, mescolandola con dei puzzle ben integrati nella narrazione e un’atmosfera horror di grande impatto per l’epoca. Il tutto mescolando una grafica 3D con degli spezzoni in live action, facendo guadagnare così al titolo un tocco cinematografico che viene ricordato ancora oggi dai giocatori attivi negli anni Novanta.
Il successo di pubblico e di critica che seguì la pubblicazione del gioco permise a The 7th Guest di ricevere diversi premi, spingendo così i dev a lavorare a un sequel, che prese il nome di The 11th Guest, ma che non ottenne il riscontro sperato da parte dei videogiocatori. Una sconfitta che si ripetè pochi anni dopo, quando Trilobyte pubblicò “Uncle Henry’s Playhouse”, una raccolta dei migliori puzzle provenienti dai due giochi. Uncle Henry’s Playhouse vendette ben 27 copie negli Stati Uniti, affossando definitivamente il brand. Nonostante l’approdo dei due giochi su Steam, possibile grazie all’intervento di Night Dive Studios, e alla trasposizione del titolo in un gioco da tavolo, The 7th Guest è lentamente finito nel dimenticatoio. Almeno fino a oggi.
Dalle sapienti mani di Vertigo Games nasce infatti The 7th Guest VR, remake per la realtà virtuale disponibile su PC, su visori Meta e su PlayStation VR2 a partire dal 19 ottobre di quest’anno. Ancora una volta, attori reali e grafica tridimensionale vanno a braccetto, tentando di portare una ventata di aria fresca all’interno del mondo VR. Saranno riusciti i dev nel loro intento, oppure ci troviamo di fronte a un’opera incapace di soddisfare le aspettative? Scopritelo nella nostra recensione.
Versione testata: Meta Quest 3
SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE
Nonostante qualche inevitabile differenza, la trama di The 7th Guest VR si avvicina molto a quella dell’opera originale. Anche questa volta, infatti, ci troveremo a esplorare la villa del misterioso Henry Stauf, bizzarro individuo conosciuto anche come “il giocattolaio”. Il titolo ci mette nei panni di una sorta di spettro, capace di rivedere gli avvenimenti accaduti in passato all’interno dell’abitazione. In particolare, assisteremo all’arrivo di sei ospiti, invitai da Stauf per risolvere un mistero. Solo colui (o colei) che ce la farà potrà risultare vincitore e lasciare così trionfante la villa. Inutile dire che, il vero mistero, è quello che si cela dietro questo bizzarro invito del ricco magnate.
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The 7th Guest VR non è un’opera esclusivamente narrativa, ma è innegabile il fascino del racconto realizzato dai ragazzi di Vertigo Games. Il merito va soprattutto ai vari personaggi che infestano la magione di Stauf. Personaggi che, come in un racconto di Agatha Christie, possono sembrare un po’ stereotipati, ma che proprio per questo sono facilmente decifrabili. Non c’è bisogno di lavorare di background, perché un mago sarà sempre un mago e un uomo d’affari sarà sempre un uomo d’affari. Come questi “ruoli” si intreccino con la vita del giocattolaio, però, vi lasciamo il piacere di scoprirlo. Ci permettiamo, però, di elogiare in modo particolare l’atmosfera che si respira all’interno della villa. Un’atmosfera dai toni horror che, grazie ad alcune meccaniche di cui vi parleremo tra poco, ha reso il nostro girovagare un vero e proprio piacere.
ENIGMI E LANTERNE
The 7th Guest VR, esattamente come il titolo originale, è un puzzle game contestualizzato all’interno di una storia. Nel corso dell’avventura, infatti, dovremo risolvere diversi enigmi, approfondendo così i vari personaggi e svelando di conseguenza il mistero che si cela dietro quel misterioso invito a villa Stauf. Proprio i puzzle, infatti, sono il punto di forza della produzione, che ci ha intrattenuto per poco più di cinque ore. La difficoltà delle prove nelle quali ci siamo imbattuti non è mai stata soverchiante, pur mettendoci in crisi in un paio di occasioni. Fortunatamente il gioco prevede un sistema di aiuti, perfetto per coloro che non sopportano l’idea di rimanere bloccati per troppo tempo. Come già accennato, inoltre, questi enigmi sono spesso legati alla storia, apparendo così “tematici” in base alla stanza dell’ospite che stiamo esplorando. Una scelta interessante, che dona maggiore varietà stilistica al tutto.
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Il protagonista è inoltre in possesso di una lanterna magica, che permette di riportare alcuni oggetti alla loro forma originale e di svelare inquietanti misteri nella magione. Puntare il fascio di luce verso quadri e ambienti, infatti, modificherà il loro aspetto. Ecco che una simpatica partita di golf ritratta in un quadro, per esempio, può diventare un’immagine che rappresenta un efferato omicidio. Questa semplice intuizione dona alla succitata atmosfera un qualcosa di unico, allontanandosi così da titoli come The Room o altre opere appartenenti a questa categoria. Nel corso dell’avventura potremo anche trovare diversi collezionabili, che talvolta ci aiuteranno a superare gli enigmi, mentre altre volte contribuiscono a raccontare la storia del nobile Henry Stauf. Una discreta aggiunta che spinge il giocatore all’esplorazione, senza costringerlo a passare da un puzzle all’altro senza riprendere mai fiato.
ATTORI REALI IN MONDI VIRTUALI
Se il titolo originale vantava sequenze in live action, The 7th Guest VR fa un ulteriore balzo in avanti. Mentre la villa è stata completamente ricreata in 3D, i vari ospiti sono invece stati realizzati riprendendo degli attori reali e sovrapponendoli a modelli tridimensionali. Il colpo d’occhio è incredibile e talvolta ci è sembrato davvero di aver davanti a noi i personaggi coinvolti nella vicenda. Questa mossa ha permesso al gioco di mantenere la sua fama legata all’innovazione tecnologica, seppur applicata al contesto della realtà virtuale. Ottimo, invece, anche il comparto sonoro, che vanta un doppiaggio in inglese di ottimo livello (quasi teatrale) e una soundtrack d’atmosfera in grado di valorizzare le atmosfere inquietanti di villa Stauf. Manca totalmente, invece, il supporto alla lingua italiana.
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Vertigo Games continua inoltre a offrire una grande varietà di personalizzazione dell’esperienza VR. Anche questa volta, infatti, sono presenti diversi metodi per attutire il motion sickness, alcuni legati al movimento del personaggio, mentre altri allo spostamento della telecamera. Ormai noi siamo capaci di destreggiarci liberamente negli ambienti 3D, ma è sempre bello notare questa attenzione nei confronti di coloro che rischiano di soffrire di chinetosi.
The 7th Guest VR è la perfetta trasposizione di un grande classico del passato. Una trasposizione che non si adagia sugli allori e che presenta non solo enigmi ben calcolati, ma anche un ottimo comparto grafico e artistico. Un comparto che ci sentiamo di definire persino “innovativo”. Se amate le escape room o, in generale, i puzzle game, allora il titolo di Vertigo Games deve essere presente nella vostra libreria. Se, invece, non siete particolarmente avvezzi a questo genere, vi consigliamo comunque di dare a The 7th Guest VR una possibilità. Potreste rimanerne piacevolmente colpiti.