Élite 4: la recensione della quarta stagione della serie spagnola di Netflix 

Tra nuovi arrivi, addii dolorosi e nuovi misteri ecco la recensione di Élite 4 

Élite 4: la recensione della nuova stagione del teen drama spagnolo di Netflix 

Grazie a Netflix ho avuto la possibilità di visionare in anteprima la nuova stagione di Élite, il tanto chiacchierato teen drama spagnolo. Confesso di aver apprezzato particolarmente le prime due stagioni mentre la terza era decisamente sottotono. Le mie aspettative nei confronti della quarta stagione erano decisamente basse: nuovo cast, tanti addii e nuovi legami non sono quasi mai un buon segnale. I miei timori si sono, purtroppo, concretizzati. Élite 4 tra tutte è la peggiore stagione della serie spagnola. Ecco di seguito la recensione, senza spoiler, di Élite 4. 

Ecco il trailer di Élite 4

La recensione di Élite 4

La quarta stagione di Élite già dalle premesse lasciava intuire il possibile esito finale: una serie partita molto bene ma che pian piano si stava avvicinando al declino. Se le prime due stagioni del teen drama spagnolo hanno convinto ed intrattenuto il pubblico con i suoi misteri, le relazioni strette e cresciute in maniera graduale ed i personaggi introdotti a dovere; già nella terza stagione la serie ha mostrato i suoi limiti. Il continuo ripetersi di omicidi che coinvolgono sempre gli stessi ragazzi e la tecnica dell’interrogatorio che alterna momenti presenti con flashback del passato alla lunga porta lo spettatore a pensare che si tratti sempre della stessa minestra riscaldata. In realtà è proprio così. 

La trama della prime due stagioni era per lo più ben studiata e gestita come se si trattasse di una sola stagione da 16 episodi, tuttavia una volta risolto il caso di Marina le idee sono terminate. Questo è risultato palese con la quarta stagione. 

Se pensavate che i personaggi introdotti nella terza stagione fossero serviti solo per portare avanti la serie preparatevi ai 4 nuovi ragazzi che vedrete nella quarta. 

I fan di Nadia, Lù, Valerio e Carla resteranno molto delusi dal trattamento riservato ai loro beniamini ed a come le loro passate relazioni verrano ben presto dimenticate senza lasciare minimo segno. 

La quarta stagione, quindi, parte con uno stacco netto rispetto alla terza. Probabilmente le mini storie che Netflix rilascerà a partire dal 14 giugno andranno a sopperire proprio al taglio troppo brusco che separa le due stagioni. Tuttavia se vi aspettavate un qualche collegamento con l’omicidio di Polo (Álvaro Rico) a seguito della scena, sul finale della terza stagione, che coinvolge Cayetana (Georgina Amorós), mettevi il cuore in pace. Non ci sarà alcun riferimento agli eventi della precedente stagione.  

In Élite 4 arrivano a Las Encinas quattro nuovi studenti: Patrick (Manu Rios), Ari (Carla Díaz) e Mencia (Martina Cariddi), fratelli e figli del nuovo preside e Phillippe (Pol Granch). Questi nuovi ingressi cambiano completamente le dinamiche all’interno dell’ormai consolidato gruppo di amici. I rapporti che pensavamo indissolubili vengono travolti e le relazioni più consolidate si sfaldano fin da subito, come se le stagioni precedenti  non contassero nulla. Avviso fin da subito i fan di Nadia e Guzmàn: verserete un mare di lacrime. 

La quarta stagione ruota completamente attorno ai nuovi personaggi, chiaro segnale che i vecchi non hanno più nulla da raccontare. Il problema principale è che nessuno dei nuovi soggetti è stato introdotto a dovere: manca un minimo di backstory e di approfondimento dei personaggi che sono quindi caratterizzati male e poco; nessuno è incisivo e memorabile; il loro inserimento è dovuto solo all’esigenza di portare avanti una serie che sarebbe potuta tranquillamente terminare con la terza stagione. Perciò la domanda è più che legittima: perché non realizzare uno spin-off? 

Le relazioni storiche vengono sfaldate senza motivi concreti o soddisfacenti e sostituite con storie prive di costruzione ed interesse. I rapporti tra i personaggi vengono creati del nulla, sbocciano all’improvviso e senza il minimo senso logico. Tutto è troppo veloce e forzato, manca tutta la fase di sviluppo e costruzione delle relazioni e dei rapporti tra i personaggi. Il tutto tenendo ben a mente che questa stagione si estende per metà anno scolastico a differenza delle precedenti, il che è ancora più inverosimile. 

Se pensavate che le scene di nudità e sesso fossero già eccessive nella terza stagione preparatevi alla quarta perché sono presenti in maniera oltremodo pervasiva. Scene volgari ed eccessive permeano questa quarta stagione all’insegna della trama scarna e dalle scarse idee da parte degli sceneggiatori. 

I personaggi storici: Guzmàn (Miguel Bernardeau), Samuel (Itzan Escamilla) e Ander (Arón Piper) involvono in maniera seriamente preoccupante in questa quarta stagione. In particolare Guzmàn tra tutti è colui che percepita in maniera troppo rapida e senza il benché minimo senso. Da ragazzo maturo e responsabile che era ritorna ad essere lo sbruffone arrogante e prepotente dell’inizio. La sua storia con Nadia, la perdita della sorella e le vicende che l’hanno coinvolto nelle precedenti stagioni sembrano non averlo minimamente segnato. Nadia (Mina El Hammani), inoltre, torna per girare qualche scena che poteva essere tranquillamente evitata ed inserita direttamente nelle mini storie che precedono la serie. 

Il mistero di questa quarta stagione ha una risoluzione all’insegna dell’assurdo e conferma il fatto che la stagione ruota interamente attorno ai nuovi personaggi.

I temi introdotti vengono molto spesso banalizzati e non approfonditi come avrebbero meritato, senza contare che la delinquenza, l’irascibilità e la violenza sembra coinvolgere sempre e solo la classe dei nostri protagonisti. Possibile che questi ragazzi si trovino ogni anno coinvolti in un caso di omicidio e che nessuno faccia nulla a proposito? 

Preparatevi anche a nuovi addii al termine della stagione. Due personaggi molto amati sembra che non faranno ritorno per la quinta, e spero ultima, stagione. 

Da menzionare la colonna sonora sottotono. Nelle stagioni precedenti diverse canzoni erano diventate molto popolari grazie alla giusta scelta di montaggio che le aveva collocate nei momenti giusti esaltandole. Nella quarta stagione nessuna canzone rimane impressa. 

Élite 4 è una profonda delusione. Quando una serie non ha più nulla da raccontare perché non terminarla e magari dare inizio a qualche spin-off con un minimo di inventiva? Peccato perché le idee che erano emerse per gli spin-off erano di gran lunga più interessanti rispetto a quanto mostrato nella quarta stagione di Élite. 

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