L’ultima lettera d’amore: la recensione del film Netflix
Da ieri è disponibile sul catalogo Netflix L’ultima lettera d’amore (The Last Letter from Your Lover), film romance tratto dall’omonimo libro di Jojo Moyes, autrice del celebre Io prima di te. Dopo il successo del film con Emilia Clarke e Sam Claffin un altro romanzo dell’autrice inglese viene trasporto, questa volta per il piccolo schermo. I protagonisti sono Shailene Woodley (Divergent) e Callum Turner (Animali Fantastici ed Emma) una coppia di amanti alle prese con le difficoltà di una relazione clandestina nella Londra degli anni’60. Il film è raffinato, dolce ma mai stucchevole. È iper romantico ma senza risultare mai eccessivo. La trama principale si intreccia con una secondaria rendendo la narrazione non lineare e le vicende ancora più intriganti. I costumi e la colonna sonora sono in perfetto stile anni ’60 così come la fotografia dai tono pastello, entrambi esaltano il periodo storico in cui sono ambientati i fatti. Per gli appassionati di film romantici dai toni drammatici L’ultima lettera d’amore è pellicola ideale. Ecco la nostra recensione senza spoiler di L’ultima lettera d’amore.
Ecco il trailer di L’ultima lettera d’amore
La recensione di L’ultima lettera d’amore
Quando è stato annunciato per Netflix un nuovo film tratto da un libro di Jojo Moyes i fan di Io prima di te hanno subito drizzato le antenne. La pellicola con Emilia Clarke e Sam Claffin è tra le migliori del genere, commovente e romantica senza mai risultare eccessiva. L’attesa per L’ultima lettera d’amore era elevata così come le aspettative. Fortunatamente i fan della Moyes non resteranno delusi.
L’ultima lettera d’amore ripercorre le vicende di due amanti che quando non possono frequentarsi portano avanti la loro relazione per corrispondenza. Jennifer Stirling (Shailene Woodley) è la moglie di un’imprenditore inglese benestante che trascorre tanto tempo lontano dalla famiglia. Jennifer è intelligente, irriverente e determinata, purtroppo trascorre molto tempo senza il marito e perciò si sente trascurata e sola. Proprio a causa di questa forzata lontananza si avvicina al giornalista Anthony O’Hare (Callum Turner), soprannominato Boot. La loro relazione è fondata sulla conoscenza e stima reciproca. I due ragazzi hanno tanti interessi in comune e tanto tempo da dedicare l’uno all’altro. Entrambi soli e con gli affetti lontani diventano complici, amici e poi amanti. La passione tra i due è travolgente ma se per Anthony lasciare tutto e scappare con Jennifer è la soluzione più ovvia per J la vita che tanto desidera sarebbe molto più complicata rispetto a quella attuale. Jennifer sarà pronta a lasciare tutte le ricchezze e gli agi pur di fuggire con il suo vero amore?
L’aspetto più intrigante della vicenda è rappresentato dalle lettere che i due amati si scambiano durante i periodi in cui sono costretti a restare lontani. La corrispondenza mostra come la relazione tra i due sia basata sul rispetto e la stima reciproca oltre che su un sentimento molto profondo e travolgente. Sarà proprio grazie a questa corrispondenza che la storyline di Jennifer e Anthony si intreccerà con quella di Elle (Felicity Jones). La narrazione non è, infatti, lineare. Le vicende dei due amanti sono, per intreccio di trama, ambientate in epoche storiche differenti: dagli anni ’60 fino ai giorni nostri, ed i fatti non sempre vengono raccontati in ordine cronologico. La struttura del film proprio grazie a questa scelta narrativa diventa più solida ed interessante.
Elle è una giornalista inglese che durante la stesura di un articolo si trova tra le mani una lettera dei due amanti. La ragazza si appassiona alla vicenda e decide di proseguire la ricerca del resto della corrispondenza.
Se la storyline principale, cioè quella dei due amanti, è costruita in modo graduale nel tempo, purtroppo quella di Elle, avendo meno screen time a disposizione, risulta più superficiale e affrettata, oltre che meno interessante.
Shailene Woodley, dopo Resta con me e Endings, Beginnings, torna a citare in un film romance ed il ruolo le calza a pennello. L’attrice ha trovato probabilmente nel genere la sua cifra espressiva e riesce a regalare ottime interpretazioni nelle parti svolte. Sia in Endings, Beginnings (ancora inedito in Italia) che in L’ultima lettera d’amore la Woodley interpreta il ruolo della donna contesa tra due uomini. In entrambi casi la confusione e la necessità di stabilità prevalgono sulla passione ma fino ad un certo punto.
I costumi, curati dalla costumista di Downton Abbey Anna Robbins, anni ’50-’60 sono realizzati a regola d’arte. I colori, i modelli e la scelta dei copricapi risulta ideale per esaltare al meglio la figura della Woodley e il periodo storico. Le vibes anni ’60 vengono trasmesse in maniera impeccabile anche grazie alla colonna sonora ed alla fotografia dai toni pastello.
Sia i costumi che la scelta delle canzoni esaltano la raffinatezza dell’opera.
Il film scorre in maniera leggera e senza risultare stucchevole o eccessivamente lungo, tuttavia posso comprendere chi nelle fasi iniziali lo potrebbe ritenere leggermente lento.
Per gli amanti di Io prima di te e delle opere letterarie della Moyes L’ultima lettera d’amore è il film ideale. Se non avete ancora visto la pellicola concedetegli un’opportunità poiché la merita e, tranquilli, non resterete delusi.