Dune: la recensione del film di Villeneuve

Ecco il Dune di Villeneuve, un adattamento epico, visivamente magnifico e fedele ai romanzi

Dune: la recensione del film di Villeneuve

L’attesissimo Dune di Villeneuve è finalmente approdato nelle sale italiane il 16 settembre, in anticipo rispetto al rilascio americano del 22 ottobre. Già nei giorni scorsi recensioni e pareri erano emersi grazie all’anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia. Le aspettative erano elevate e fortunatamente non sono state deluse. Dune è un’opera curata nei minimi particolari. Villeneuve ha adattato in maniera sapiente e fedele l’opera complessa di Herbert superando ogni aspettativa del punto di vista visivo. È un vero e proprio blockbuster d’autore. Forse non soddisferà a pieno il pubblico più avvezzo agli action movie poiché i dialoghi e le tante frasi riprese dai romanzi sono la chiave della storia. Ecco la nostra recensione di Dune di Denis Villeneuve.

Ecco il trailer di Dune

La recensione di Dune

Dopo oltre un anno d’attesa Dune di Denis Villeneuve è finalmente arrivato nelle sale italiane. Tra aspettative e timori che circolavano tra pubblico e critica Dune sbarca in Italia con oltre un mese d’anticipo sul mercato statunitense. Opportunità unica da sfruttare immediatamente. 

Le paure principali riguardavano l’adattamento dell’opera letteraria di Herbert, un’opera complessa e non facilmente fruibile; il giusto abbinamento di scene action e dialoghi molto importati per la trama oltre che la resa visiva. Villeneuve ha superato in ciascuno dei precedenti punti le mie aspettative realizzando una pellicola epica e memorabile. 

Dune, diversamente da quanto avvenuto a Venezia, non si apre senza l’indicazione della suddivisione in parti della saga. Il pubblico meno informato potrebbe tranquillamente pensare che la pellicola sia autoconclusiva, salvo poi ricredersi sul finale dove i dialoghi mostrano la palese volontà di proseguire la storia. Mossa furba o lesiva per Warner? Dato che il sottotitolo aveva suscitato diverse polemiche durante l’anteprima veneziana la rimozione è probabilmente sembrata la scelta giusta per evitare aspettative di sequel non ancora certi e confermati. 

Dune adatta fedelmente la prima metà del primo romanzo di Il ciclo di Dune d Herbert, alcune vicende vengono anticipate ma giustamente e con cognizione di causa. La storia e la mitologia racchiusa nel volume sono perfettamente rappresentate nel film. Villeneuve ha deciso di dedicare questa prima pellicola alla creazione del worldbuilding della saga, è un vero e proprio preambolo introduttivo. Tanti sono i concetti, i nomi e le leggende che vengono presentate nella prima ora e mezza senza che il tutto risultati pesante o opprimente. Molti aspetti vengono introdotti allo spettatore sotto forma di veri e propri filmati che forniscono le conoscenze anche ai personaggi stessi mentre in altri casi sono i voice over a fungere da collante. Un cambiamento da sottolineare riguarda il personaggio di Liet Kynes, planetologa/ecologa imperiale di Arrakis, interpretata da Sharon Duncan-Brewster, attrice donna che assume la parte orginariamente pensata da Herbert per un personaggio maschile. Cambiamento pensato per incrementare i personaggi femminili della saga, in linea con i tempi moderni e che non priva di significato l’opera di Herbert.

Importate da segnalare è la completa fruibilità della pellicola per chi non ha mai letto la saga letteraria. Il regista fornisce tutte le conoscenze di base dell’universo di Dune e imbastisce un a trama perfettamente comprensibile anche per i non amanti del genere o per coloro pochi inclini ad approfondire i testi letterari. Una scelta sapiente che rende il film indipendente ed autonomo dalla carta stampata, ampliando così il pubblico di potenziali spettatori.

Un cast stellare 

Paul Atreides (Timothée Chalamet) è il predestinato, colui il cui futuro è già segnato e la sua volontà è irrilevante. L’empatia con il protagonista è immediata, Chalamet è sensazionale nella parte, mostra emozioni diverse e contrastanti che si alternano di frame in frame. Da ragazzo diventa ben presto l’uomo della storia, Paul matura e cresce in pochissimo tempo così come Chalamet mostra la sua maturità artistica fin dalle prime battute. Il cast è stellare: Oscar Isaac è l’impeccabile Duca Leto, elegante ed essenziale nel ruolo; Rebecca Ferguson e Jason Momoa sono coloro che più, assieme a Chalamet, mi hanno convinto e sorpreso. 

La Ferguson incarna in maniera iper dettagliata Lady Jessica, la sua espressività e l’alternanza tra paura, panico e fermezza d’animo sono i tratti distintivi della Bene Gesserit fatti magistralmente propri dell’attrice. Jessica ama la sua famiglia ma si sente ancorata alla via delle Bene Gesserit, ha paura di ciò che sta per accadere ed è straziata dal dolore. Solo nella fede verso il suo credo ed in suo figlio trova le forze per proseguire il suo cammino. Chi potrebbe ritenere Lady Jessica un personaggio debole sta commettendo un grosso errore, è uno dei più coraggiosi e forti della saga. 

Jason Momoa convince e sorprende nel ruolo di Duncan Idaho, forse perché diretto in maniera accurata da Villeneuve che ha spinto l’attore a immergersi completamente nella parte evitando di emulare se stesso. Duncan infatti è uno dei personaggi più interessanti della saga e Momoa regala quella che probabilmente è la sua migliore interpretazione cinematografica. 

Pregi e prospettive future della saga

Dune merita la sala cinematografica. Per resa visiva, ambientazione naturale e effetti speciali solo il grande schermo può rendere giustizia all’opera di Villeneuve. I dettagli su cui il regista si sofferma sono curati in ogni minimo pixel, l’attenzione ai particolari è strabiliate. Sulla spezia, le creature e le tecniche di combattimento è stata posta frequentemente l’attenzione della camera, regalando riprese che si soffermano sui più piccoli dettagli. La fotografia è stupefacente, l’alternanza tra colori caldi e seppiati e toni più freddi ed oscuri ben si adatta con i paesaggi asfissianti di Arrakis o alle dimore rigide e cupe di casa Harkonnen. 

Il ritmo della narrazione non è serrato ne incalzante ma nemmeno così lento come in tanti l’avevano definito. La storia viene sviscerata con i giusti tempi, essenziali per far comprendere al meglio gli intrighi e le dinamiche tra i personaggi. Intrighi che sono solo all’inizio, questo Dune è un grade preambolo per la storia che verrà. Un preambolo bellissimo. È proprio il ritmo con cui Villeneuve ha scelto di scandire la sua storia che la rende epica, se avesse optato per una narrazione più veloce il risultato non sarebbe mai stato il medesimo. 

Ad impreziosire il tutto è la colonna sonora di Hans Zimmer: in perfetta armonia con ogni momento della storia rende le vicende ancora più epiche ed immersive, non riusata mai invasiva. 

Unico aspetto che non mi ha convito a pieno riguarda la rappresentazione e resa visiva degli  Harkonnen. La casata più crudele dell’Iperium è forse troppo circondata da ambientazioni oscure e cupe, poca attenzione è stata prestata alla cattiverie e astuzia del Barone mentre molta, forse troppa, al suo aspetto fisico. Il senso di disgusto e subdolezza che la casata dovrebbe generare emerge ma manca qualcosa. Sicuramente maggiore spazio e analisi verrà dedicata al casato nei prossimi progetti. 

Ora non ci resta che attendere e sperare in un pronto annuncio del sequel di Dune. Voci di corridoio dicono che a dicembre la Warner confermerà o meno i prossimi progetti in base al successo che la pellicola avrà riscosso ai botteghini e su HBO max. Altri invece affermano che i sequel (uno o due) siano già in fase di lavorazione dato che Warner ha concesso al regista di proseguire la storia come parte dell’accordo avvenuto a seguito del rilascio in contemporanea del film al cinema e su HBO max in America. Ufficiale è invece la pre-produzione della serie dedicata alle Bene Gesserit.

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